Re: L'Ue riapre le porte agli OGM



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----- Original Message ----- 
From: "fra.castracane" <fra.castracane at libero.it>
To: <consumocritico at peacelink.it>
Sent: Friday, November 14, 2003 2:27 AM
Subject: L'Ue riapre le porte agli OGM


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> L'Ue riapre le porte agli OGM
> Uno studio britannico rilancia il dibattito sul transgenico in Europa
>
> La pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale dell'Ue della nuova
> regolamentazione sull'etichettatura degli alimenti che contengono
organismi
> geneticamente modificati, prevista per sabato 25 ottobre, potrebbe
riaprire
> le porte d'Europa agli Ogm già dal prossimo mese. In particolare,
> l'Organismo in questione, è il BT 11, un tipo di mais che resiste agli
> erbicidi e alla piralide, un parassita del mais, e che è prodotto dalla
> società svizzera Syngenta. Nel 1999 i 15 avevano sospeso la produzione e
> l'importazione di quasi tutti gli Ogm, creando una sorta di moratoria di
> fatto e vincolando la loro riammissione a una nuova regolamentazione.
>
> La questione si ripropone in un momento in cui il dibattito sull'uso degli
> Ogm in Europa è alimentato dalla pubblicazione di una serie di studi
> indipendenti, richiesti dal governo britannico, sulla coesistenza fra
> sementi geneticamente modificate e sementi "convenzionali". Dopo più di
tre
> anni di test, gli scienziati hanno concluso che la colza e la barbabietole
> da zucchero transgeniche causano più danni alla natura che il loro
> equivalenti non Ogm. Ma, dopo aver osservato dei campi di mais
transgenico,
> gli esperti hanno emesso un verdetto inverso: i semi e gli insetti sono
più
> abbondanti che nei campi di mais convenzionale. Conclusione: gli studi
> britannici confermano che l'effetto degli Ogm sull'ambiente è reale, ma
non
> chiariscono se si tratta di un effetto positivo o negativo.
>
> In Gran Bretagna, questi risultati sono diventati la bandiera tanto dei
> sostenitori degli Ogm, quanto dei loro detrattori. Stranamente, entrambe
le
> parti vedono in questo studio la conferma delle loro rispettive posizioni.
> CropGen, un gruppo che porta avanti la campagna per l'introduzione delle
> colture geneticamente modificate nel Regno Unito, sostiene che "il mais
> transgenico è un bene per i coltivatori, favorisce la biodiversità ed è
già
> pronto per essere coltivato a fini commerciali". Dall'altro lato, Doug
Parr,
> direttore scientifico di Greenpeace Uk, ha dichiarato che "queste prove
> mostrano chiaramente che i presunti benefici legati all'uso dei semi
> (transgenici) non esistono".
>
> Il dibattito nato in Gran Bretagna coincide con l'inattesa decisione di
> Monsanto, il gestore americano dell'agroalimentare che ha a lungo spinto
per
> lo sviluppo degli Ogm in Europa, di ritirarsi dal mercato europeo dei
> cereali. Motivo ufficiale, una scelta strategica volta a "rinnovare
> l'attività" del gruppo. Ma niente a che fare con la moratoria europea, ha
> precisato Monsanto.
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