newsletter Microfinanza



E' on - line il numero 5 della newsletter Microfinanza.

In questo numero:

Palestina: la resistenza dell'economia
Un anno fa molti osservatori temevano che l'economia palestinese
fosse sull'orlo del collasso. Benché duramente colpita, essa invece
funziona ancora". Nonostante non nasconda i disastri del conflitto,
della chiusura dei Territori e del coprifuoco imposto dall'esercito
israeliano, l'ultimo rapporto della Banca Mondiale sulla situazione
in Cisgiordania e Gaza sottolinea a sorpresa la tenuta e la coesione
della società palestinese che hanno finora impedito il crollo
economico. Una diagnosi confermata da Faten, la maggiore
organizzazione locale di microfinanza, che ha visto nel 2002 un
drammatico incremento nella chiusura di microimprese, ma anche
l'avvio negli ultimi anni di oltre 600 nuove piccole attività
economiche.

http://www.microfinanza.it/site/news/news01.html


Costa d'Avorio: la guerra dei traders e i piccoli artigiani
Cosa c'entra il cacao della Costa d'Avorio con la Montedison, le
Assicurazioni Generali e Mediobanca? C'entra, perché chi sta
guadagnando alla grande dalla fiammata dei prezzi del "cibo degli
dei" sono gli stessi colossi, statunitensi e francesi in primo luogo,
protagonisti di clamorose scalate societarie attorno ai gioielli di
famiglia della finanza e dell'industria italiane. Ora che, dopo sei
mesi di conflitto interno tra governo e milizie ribelli del nord e
dell'ovest del paese, la Costa d'Avorio si avvia verso una precaria
stabilizzazione, forse la corsa dei prezzi si fermerà. Certo su
queste basi dalla miseria non si esce. E se invece - dice una
originale coalizione di associazioni, missionari e banche italiane -
puntassimo sul vasto tessuto della piccola impresa artigiana?

http://www.microfinanza.it/site/news/news02.html


L'Africa paga il debito a Tremonti
L'11 marzo scorso l'Italia ha firmato due accordi per la
cancellazione del debito estero con il Burkina Faso e la Sierra Leone
sulla base della legge 209/2000. Con questi accordi i debiti
cancellati dall'Italia ai paesi poveri e fortemente indebitati (Hipc,
Heavily Indebted Poor Countries), quasi tutti africani, salgono a
oltre 1 miliardo di euro. Tutto bene, se non fosse che a questi
stessi paesi, prima della cancellazione, abbiamo spremuto negli
ultimi tre anni quasi 100 milioni di euro di rate di capitale e
interessi.

http://www.microfinanza.it/site/news03.html

Argentina: le banche scappano, la microfinanza resta
Nell'epoca delle vacche grasse hanno guadagnato, ora se ne vanno:
Banca Intesa fa da battistrada alla fuga delle banche estere
dall'Argentina in crisi. In uno dei principali paesi esportatori di
carne e cereali è tornata perfino la morte per fame. I segnali di
ripresa che stanno accompagnando le elezioni presidenziali sono
ancora fragili e i nodi dell'accordo con il Fondo Monetario
Internazionale e della ristrutturazione del debito estero sempre
aperti. A scommettere sul futuro del paese sono rimasti i mercati
locali, spesso informali, le imprese autogestite, la microfinanza. E,
sorprendentemente, qualche multinazionale. Come la Daimler Chrysler,
che ha deciso di accettare a pagamento dei suoi autoveicoli il grano
dei contadini.

http://www.microfinanza.it/site/news/news04.html


Kyrgyzstan: i buoni raccolti di Bai Tushum
Microfinanza srl svolge, ormai da un anno e mezzo, il ruolo di
agenzia di rating delle istituzioni di microfinanza, accreditata
presso l'apposito organismo della Banca Mondiale, il Cgap,
Consultative Group to Assist the Poorest (www.cgap.org). I rapporti
di rating di Microfinanza e degli altri valutatori sono disponibili
sul sito www.mfirating.org.
Tra le organizzazioni esaminate e valutate c'è Bai Tushum ("ricchi
raccolti" in lingua locale), una fondazione finanziaria del
Kyrgyzstan, in Asia centrale.

http://www.microfinanza.it/site/news/news05.html


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