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Da Firenze per la Giornata mondiale del non acquisto
- Subject: Da Firenze per la Giornata mondiale del non acquisto
- From: nerotoy <nero.toy at tin.it>
- Date: Fri, 23 Nov 2001 00:29:32 +0100
Buonasera a tutti, siamo i compadrit* del gruppo consumo critico e boicottaggio del Forum Sociale Fiorentino, i Noglobar! Sabato 24 Novembre, per la GIORNATA DEL NON ACQUISTO, organizzeremo una mattina in Via CALZAIUOLI a Firenze, la via più In di una delle città più commerciali d'Italia, per dissuadere i frenetici shoppisti a fare compere, o meglio li inviteremo a riflettere che il mondo è bello e buono anche se non è in vendita e non è comprabile!!!! Sono previsti momenti di animazione e di informazione, vi faremo sapere come è andata! ciao a tutti Noglobar --------------------------------------------- Una rivoluzione silenziosa 24-11-2001 Giornata mondiale del non acquisto --------------------------------------------- COS'E'? E' l'invito simbolico fatto a ogni persona affinché si riappropri del mondo che gli appartiene, senza essere schiacciata dalla frenesia consumistica dell'acquisto privo di reale motivazione. Chiedere di non comprare anche solo per un giorno è lasciare uno spazio alla presa di coscienza dell'enorme forza economica e morale che si ha ogni volta che si mette mano al portafoglio. Consumare e fare la spesa sembrano fatti banali che riguardano solo noi consumatori, i nostri gusti, le nostre voglie, il nostro portafoglio, il nostro diritto a non essere imbrogliati. Eppure il consumo è tutt'altro che un fatto privato e non può essere affrontato badando solo al prezzo e alla qualità. La banana che sto per comprare è stata prodotta usando pesticidi pericolosi? Quale salario è stato pagato agli operai che hanno costruito questo giocattolo? La colla usata per le mie scarpe ha avvelenato i polmoni di chi le ha prodotte? Con questa mentalità il consumo può diventare uno strumento decisivo per condizionare le imprese attraverso due opzioni, una distruttiva e una costruttiva: il boicottaggio e il consumo critico. "Il boicottaggio è un'azione straordinaria e consiste nell'interruzione organizzata e temporanea dell'acquisto di uno o più prodotti per forzare le società produttrici ad abbandonare certi comportamenti. Il consumo critico è un'iniziativa più silenziosa, paragonabile ad un'abitudine di vita. I criteri per l'acquisto che diventano fondamentali sono la storia del prodotto (cioè come e attraverso quali vie è stato realizzato) e la condotta della casa produttrice. Il consumo è il nostro voto più influente.)" (Francesco Gesualdi, responsabile del centro nuovo modello di sviluppo) L'esperienza dimostra che dove i consumatori si fanno sentire, le imprese sono disposte a cambiare, non perché si convertono all'ambiente e alla giustizia, ma perché non vogliono perdere quote di mercato. Scelta etica, sociale e politica Da anni associazioni come quelle del Commercio Equo (CTM) sono impegnate nell'attività di costruzione di un "altro mercato" che garantisca dignità e sicurezza ai produttori e all'ambiente di produzione. "Il commercio equo è una partnership commerciale, basata sul dialogo, la trasparenza e il rispetto, che promuove una maggior equità nel commercio internazionale. Esso contribuisce allo sviluppo sostenibile offrendo ai produttori marginalizzati del Sud migliori condizioni e assicurazioni sulle regole. Gli attori del Commercio Equo e i consumatori sono attivamente impegnati nel supportare i produttori, far crescere la consapevolezza e in campagne di opinione per cambiare le regole e la pratica del commercio internazionale convenzionale" Fonte: Relazione a cura di CTM ALTROMERCATO (30-6/1-7 2001, Roma) L'equità è una necessità nell'attuale situazione internazionale La ricchezza dei 358 uomini più ricchi del mondo è superiore al reddito annuo del 45% degli abitanti più poveri, quasi 2 miliardi e mezzo di persone Il volume d'affari della General Motors è più vasto del prodotto nazionale lordo della Danimarca, quello della Ford più del PNL del Sud Africa, quello della Toyota sorpassa di gran lunga il PNL della Norvegia (Ignacio Ramonet, In Le Monde Diplomatique 1/1997 #15) Il progresso delle multinazionali non implica il progresso delle nazioni sviluppate. "Anzi al contrario, maggiore è il loro profitto, maggiore è il livello di povertà che si distribuisce anche in queste nazioni (Negli Stati Uniti, l'1% degli americani più ricchi hanno conquistato tra il 61.6% della ricchezza complessiva nazionale tra il 1983 e il 1989. l'80% dei più poveri condividono solo l'1.2%. In Gran Bretagna il numero di senza casa è cresciuto: il numero di bambine che vivono grazie allo stato sociale sono andati dal 7% nel 1979 al 26% nel 1994" (Subcomandante Marcos, "The Seven Loose Pieces of the Global Jigsaw Puzzle", 1997) "Nei paesi sotto il giogo delle multinazionali la forza lavoro soffre di una realtà precaria: estrema mobilità, lavoro senza contratti, salari irregolari, in generale inferiori al fabbisogno vitale" (Alain Morice. "Foreign workers, advance sector of instability." LMD. Gennaio 1997) In agricoltura l'uso massiccio di fertilizzanti e pesticidi sta avvelenando le falde acquifere e sta rendendo sterili vaste estensioni di terra. I liquami emessi dalle stalle industriali alterano fiumi e terreni. I prodotti chimici che ci vengono venduti per tenere le case così linde, avvelenano le zone di produzione con sostanze tossiche di ogni tipo. La carta, che utilizzata ormai per tutti gli scopi, sta provocando un pauroso impoverimento di boschi e foreste a livello planetario "Il dramma è che facciamo pagare il prezzo ambientale anche a quei popoli che non partecipano al nostro banchettoŠ"(Guida al consumo Critico, EMI 2000) PRODOTTO % CONSUMATA DAL NORD QUANTE VOLTE IL CONSUMO PROCAPITE DEL NORD SUPERA QUELLO DEL SUD Alluminio 86% 19 Carta 81% 14 Legno 76% 10 Energia 75% 10 Carne 61% 6 Fertilizzanti 60% 5 Cereali 48% 3 Acqua potabile 42% 3 Fonte: Alan Durning, "Quanto basta?", Franco Angeli, Milano, 1994 Siamo le prime vittime del consumismo; perché siamo sommersi dai rifiuti, ci troviamo addosso le malattie da sovralimentazione, siamo affetti da centomila nevrosi a causa delle insoddisfazioni e della vita frenetica che conduciamo La sobrietà è uno stile di vita che sa distinguere i bisogni reali da quelli imposti, che si organizza a livello collettivo per garantire a tutti il soddisfacimento dei bisogni fondamentali con il minor dispendio di energia, che dà alle esigenze del corpo il giusto peso senza dimenticare le esigenze spirituali affettive, intellettuali e sociali della persona umana. Il 20% della popolazione mondiale consuma l'80% delle risorse del pianeta Nel 1999 nelle piantagioni di ananas di Del Monte in Kenya, un bracciante guadagnava solo 3000 al giorno, quanto bastava per comprare appena 3Kg di farina di mais. Nel 1998, in Indonesia, nelle fabbriche che producono per la multinazionale Nike, gli operai lavoravano 270 ore al mese ed erano pagati meno di 64.000 mensili (30000 lire se si trattava di un bambino). Questa somma, anche se corrispondeva al salario minimo stabilito dal governo, copriva appena il 31% dei bisogni vitali di una famiglia di quattro persone. Dal 1997, grazie ad una concessione illegale da parte di autorità governative, la Shell-Premier minaccia operazioni di notevole impatto ambientale nel parco nazionale del Kirthar, il più grande del Pakistan. (In Guatemala) le donne del settore tessile sono pagate meno di un dollaro al giorno e subiscono frequenti abusi sessuali. Nella fabbrica Lucasan, ogni 15 giorni sono messe in fila e sono colpite alla pancia per scoprire chi è incinta. Chi lo è viene licenziata in tronco."(The New Internationalist, Novembre 1992) Che fare? Per non essere complici dei crimini delle multinazionali abbiamo un poter decisivo: non comprare i loro prodotti. Per non essere complici dello spreco di risorse del nostro sistema consumista possiamo fare azioni precise e significative. Le 4 "R": Ridurre lo spreco energetico: mangiamo troppo e buttiamo via troppi avanzi, accumuliamo troppi vestiti, usiamo l'automobile quando potremmo andare a piedi o in bicicletta, usiamo troppo lo scaldabagno e lasciamo la luce o la Tv accese inutilmente. Recuperare attraverso il riciclaggio: abbiamo riserve di rame per 36 anni, riserve di zinco per 20, di piombo per 21. In Italia si ricicla solo il 20% della carta, 53% del vetro, il 25% delle lattine di alluminio Recuperare attraverso il riutilizzo: dobbiamo chiedere alle imprese attraverso le nostre scelte di privilegiare prodotti con confezioni leggere e in materiale riciclato, preferendo le bevande in bottiglie di vetro, acquistando prodotti sfusi invece che prodotti confezionati Riparare invece che sostituire: nel Sud del mondo riparare è una cosa normale, e crea occupazione locale che non può essere messa in pericolo dalle multinazionali. Aggiustarsi le cose da soli significa anche essere più padroni della propria vita. Dietro al prodotto c'è uno stile di vita, dietro a un nostro acquisto ci sono i nostri valori. Piccole grandi conquiste Negli Stati Uniti la pressione dei consumatori e dell'opinione pubblica ha indotto multinazionali famose come Levi's e Reebok ad adottare un codice di comportamento per il rispetto dei diritti dei lavoratori del Sud del mondo. In Europa Ikea, catena di supermercati svedese, ha deciso di vendere solo tappeti che garantiscano il non utilizzo di lavoro minorile. Typhoo è un marchio del te della Hillsdown holdings che garantisce che il tè proviene da piantagioni che assicurano ai lavoratori determinati standards sociali ed economici. Elenco delle società che hanno ottenuto i migliori punteggi dal punto di vista etico: CTM- Commercio Equo COOP- Grande distribuzione CONAPI-Cooperativa produttori miele BONDUELLE- Verdure in scatola, congelate e fresche RITTER- Cioccolata ALSO - Farmaci e integratori energetici AMBROSOLI- Produzione Miele BALOCCO- Prodotti dolciari BAULI - Prodotti da forno, pandori, panettoni DECO - Cooperativa: alimentari e detersivi GRANAROLO - Latte e derivati ILLY - Caffè LUCART- Carta OROGEL- Settore agroindustriale, gelati e surgelati POMPADUR- Infusi e tè SANGEMINI- Acque minerali SCHIAPPARELLI - Cosmetici, Farmaci, Prodotti Dietetici (Aggiornamento: Ottobre 2001) Per un consumo equo e solidale Un'autorevole responsabile al marketing di un'importante azienda americana ha dichiarato (Washington Post, luglio 2001) "I consumatori sono come scarafaggi: dopo un po'l'insetticida solito non basta più, li devi spruzzare con roba più forte" - acquistate ciò di cui avete bisogno - non siate solo un target - riprendetevi il vostro tempo - distinguete tra bisogni e desideri - sfuggite a gli stili di vita consumisti venduti in televisione - riscoprite la gratuità delle relazioni umane e la solidarietà come risorsa economica Gruppo Consumo Critico Social Forum
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