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Dell'Elmo di Scipio s'e' persa la testa
- Subject: Dell'Elmo di Scipio s'e' persa la testa
- From: "Giuseppe Ricciardi" <velarossa at tiscalinet.it>
- Date: Tue, 1 May 2001 09:21:25 +0200
Il 24 aprile, attraverso Internet, un'eco dalla mailing list "Donne contro il G8" mi ha fatto apprendere che la trasmissione televisiva "L'Elmo di Scipio", condotta da Enrico Deaglio, non avrebbe trattato l'argomento "Il Popolo di Seattle" come invece previsto. Dal momento che telematicamente conosco diverse persone coinvolte nei servizi girati per quel programma, ho fatto un rapido giro di contatti per comprendere la situazione, che mi e' apparsa nei termini seguenti. I mass media vengono attratti, nel trattare l'argomento, dalle presenze piu' violente o piu' appariscenti del "Popolo di Seattle", sia perche' pittorescamente piu' appetibili ai fini dello spettacolo disinformativo, sia perche' molto spesso i mass media sono allineati al sistema e quindi ben lieti di dipingere "Il Popolo di Seattle" in modi che lo facciano apparire molto lontano dalla gente comune. Cio' premesso, sembrava rilevante l'impostazione che "L'Elmo di Scipio" pareva voler dare alla sua puntata sull'argomento, in quanto erano state contattate persone che, illustrando varie tematiche, avrebbero cominciato a dare del "Popolo di Seattle" un'idea piu' reale della sua composizione e delle argomentazioni attorno alle quali trova consenso. E quindi ha destato preoccupazione apprendere che, invece, proprio quei servizi non sarebbero stati trasmessi da Enrico Deaglio. Intanto "La Rete di Lilliput", uno dei principali organizzatori del movimento in Italia, aveva immediatamente spedito a Deaglio, quanto meno da parte del suo nodo di Alessandria, Casale ed Asti, un appello affinche' la trasmissione andasse in onda. Deaglio ha tempestivamente risposto assicurando che la puntata sarebbe stata trasmessa domenica 29 aprile. Ma per niente rassicurato, ho scritto a Deaglio per precisargli che non sarebbe bastata una trasmissione sul "Popolo di Seattle" riproducente il consueto stereotipo e che, invece, stavamo in attesa del servizio completo e veritiero sulla composizione attuale del movimento in Italia, composizione molto piu' variegata, molto piu' pacifica di quanto i mass media continuano a presentare, e molto piu' vicina alla gente comune per quanto riguarda i problemi della gente comune. Anche a me Deaglio ha risposto limitandosi ad assicurare la messa in onda della trasmissione, me senza raccogliere la mia richiesta di precisazione dei contenuti. So che gli appelli a Deaglio, pubblicizzati attraverso Internet, sono stati raccolti e fatti propri da diverse persone, che a loro volta hanno scritto al conduttore della trasmissione e diversi ricevendo sempre la stessa rassicurazione. Domenica 29 e' andata in onda la trasmissione. Le mie impressioni sono le seguenti. Deaglio ha presentato "Il Popolo di Seattle" d'Italia come un insieme di comunita' e singole persone che vanno dai violenti manifestanti spacca-vetrine a civilissimi insegnanti e studenti, dal gruppo di "Yabasta" alle comunita' religiose cristiane manifestanti in via crucis contro la guerra, da persone che cercano di vivere un contenimento del consumismo anche in modo emblematico ad altre che subiscono i disturbi quotidiani delle emittenti vaticane e temono per la propria salute. Se, dunque, non si e' giunti all'estrema disinformazione, e' pur vero, a mio giudizio, che l'informazione continua ad essere deformata, parziale, omissiva sulla vera consistenza del "Popolo di Seattle" italiano, in cui affluiscono in maniera organica o estemporanea, su tutti o su alcuni contenuti, in tutte o in alcune manifestazioni, diverse associazioni, gruppi telematici, singole persone comunissime o particolari ma molto spesso non riconducibili ad un'etichetta. E le tematiche care non sono solo quelle sulla globalizzazione, ma anche quelle del pacifismo, dell'ecologia, della multietnicita', dell'umanizzazione dei processi economici e imprenditoriali, della lotta alle ciniche logiche di cui sono esempio anche la Nestle' e la Monsanto, della gestione di scienza e tecnologia ai fini del benessere di tutti e per tutti gli aspetti. Deaglio, inoltre, non ha dato voce a chi voce non ha mai sui mass media, ma ha sposato a priori una tesi da imporre agli spettatori, chiamando un celeberrimo ex sessantottino, oggi europarlamentare, per ridacchiare sul movimento dall'alto del lusso e dell'imponenza di sedi istituzionali alle quali Deaglio e' apparso allineato; chiamando un ricercatore ad esprimersi non sull'elettrosmog bensi' su quali scelte di vita dovrebbe fare la gente riguardo all'elettrosmog, convalidando la scelta del sistema di accordare la prevalenza nelle decisioni sociali non gia' alla politica ma alla tecnocrazia e all'economia. Mi piacerebbe apprendere d'essere tra pochi ad aver visto cosi' amaro lo scadere di Deaglio da posizioni altre volte ammirevoli; mi piacerebbe capire se la definizione di "Popolo di Seattle" davvero deve essere ristretta a quanto propostoci; mi piacerebbe comprendere se l'avvicinarsi delle elezioni politiche abbia suggerito essere meno scomodi per chi oggi e' al governo, essere gia' accettabili per chi eventualmente dovesse andare al governo domani. Giuseppe Ricciardi Capo d'Orlando (Messina) e-mail: velarossa at tiscalinet.it nickname: cau
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