A proposito di Genova



Diciamoci la verità, l'espressione 'popolo di Seattle' qui da noi è un po'
troppo abusata e a Genova gli aspiranti emulatori dell'evento americano
hanno dovuto ridimensionare il tiro delle loro ambizioni. Evidentemente non
fa per noi italiani l'idea di un movimento di base della società civile
(senza la presenza paternalistica dei leaders politici rossi e verdi, in
tournè elettorale per il 2001, con bandierine, fotografie e patrocinii che
girano quale là in cerca della combinazione giusta, come si fa a battaglia
navale), che metta realmente alle strette i detentori del potere economico,
del sapere scientifico e delle forze dell'ordine. A Tebio queste 3 cose
c'erano tutte: mercanti, professori e truppe. Non per niente si è trattato
di una 'fiera' del biotech, una vetrina per le multinazionali del settore,
come si è detto in lungo e in largo, cioè un luogo in cui ci si è dati
appuntamento per combinare affari. Il mercato biotech in quanto tale
presuppone come materia prima il patrimonio della biodiversità del pianeta
e perciò si tratta di un'industria di tipo estrattivo; ed ha come fonte di
valore aggiunto le scienze biologiche, il che lo fa rientrare nel cerchio
magico della new economy, che fa palpitare i cuori dei risparmiatori a suon
di Nasdaq. Blindati nei padiglioni della Fiera del mare di Genova, c'erano
sia i mercanti, sia i professori, cioè quelli che danno e quelli che sanno,
mentre noi fuori eravamo e continueremo ad essere quelli tenuti all'oscuro
di tutto e che prendono ed eseguono ciò che il mercato predispone per noi.
Tant'è che mica ci troviamo niente di strano ad abbinare T-shirt  zapatista
e un bel paio di Reebok, o a fare da vetrina ambulante per tutti i nuovi
modelli di scarpe e magliette Nike o Benetton, che si sono viste nelle
assemblee di Mobilitebio....Dobbiamo smettere di credere che la lotta
contro lo strapotere delle multinazionali non passi necessariamente anche
per una radicale modifica dei nostri stili di vita. Pensate se ogni
famiglia imitasse il comportamento del Centro sociale Terra di Nessuno di
Genova dove tutti i pasti, dalla colazione alla cena sono serviti in
piatti, bicchieri e con posate di plastica ... La tentata mobilitazione di
Genova ha mostrato delle carenze gravi, su cui è difficile soprassedere:
come si fa a parlare di successo quando una tre giorni internazionale tutta
all'insegna del biotech annuncia una sospensione dei lavori di sei ore, si
ferma di fatto solo per dieci minuti e fuori si pensa solo a festeggiare, a
rilasciare interviste, a convocare conferenze stampa per autocelebrarsi?
Ma dove siamo? Chi ha proposto di riprendere l'assedio è stato lasciato a
parlare da solo, ad accontentarsi, magari dopo aver percorso centinaia di
chilometri in treno e di aver assistito ad un minicorteo e ad una pressione
di un'oretta al massimo. Se non fosse stato per le 3 tute bianche ferite,
il tutto sarebbe sembrato prestabilito quanto il copione di una
commediola.Lo stesso concetto di 'servizio d'ordine' interno ad un corteo
di contestazione, che ama caricarsi sullo slogan  'ribellarsi è naturale',
sono tutte cose che appaiono contraddittorie solo a noi, o non è forse vero
che c'è qualcosa che non va? A chi ci siamo ribellati? Ha senso voler
fermare qualcuno senza essere scomodi? Abbiamo avuto più a cuore che
nessuno toccasse McDonalds o la Banca di Roma...mancava poco che assieme ai
carabinieri davanti al McDonalds si mettessero anche i manifestanti a fare
da scudo umano ai panini imbottiti. Si è mai visto  uno che protesta
preoccupandosi di non dare fastidio? Sono state demonizzate e
criminalizzate persone e realtà che hanno espresso dissenso e idee
politiche di una concretezza e lucidità che vanno ben oltre le richieste
compromissorie di Mobilitebio. E' mancato qualsiasi accenno di dibattito su
un'idea che per molti ormai è un dogma: il principio di precauzione. Da
Tamino in giù tutti si riempiono la bocca con questa formula, e nessuno
pensa che Tamino è nella Commissione Interministeriale che ha già
autorizzato l'insediamento di 280 siti di sperimentazione sul campo di OGM.
Il problema non è più ricerca, la soluzione è interrompere tutto un filone
scientifico vizioso, foriero di squilibri ecologici e sociali. Ci si
ricordi dell'opzione fra nucleare civile e nucleare militare che ha
ingannato molti qualche anno fa, la pericolosità rimane alta, questo è ciò
che conta. In campo medico, poi, è anche peggio, visto che lo stesso
principio di precauzione è visto come un tabù, nonostante che le terapie
geniche siano del tutto inaffidabili, rispetto alle grandi promesse fatte,
e che invece si sono già registrati decorsi letali della loro applicazione.
Riteniamo il documento di ControTebio assolutamente legittimo e che la
cosiddetta 'violenza' di cui si è parlato, riveli la pochezza del dibattito
in corso. Quella di ControTebio è stata violenza contro i distruttori della
madre terra.. I danni alle cose, le vetrine che stanno a cuore a tanti in
Italia, rientrano nella strategia del sabotaggio ecologico e dell'azione
diretta. In questo modo sono stati colpiti obiettivi ben precisi . E' stata
assente qualsiasi forma di violenza alle persone. La vetrata rotta alla
Banca di Roma è un atto di opposizione ad una struttura implicata nel
finanziamento del traffico d'armi e che finanzia progetti di biotecnologie.
La Banca di Roma come troppi altri potentati economici (vedi Banca
Mondiale, Shell, Nestlè...)sono macchine di morte e di impoverimento.E così
mentre i popoli nativi sono cacciati dalle loro terre per far posto alle
trivelle di estrazione di petrolio o a miniere i nostri ambientalisti non
trovano di meglio che raccogliere firme per petizioni...Rispondete: da che
parte sta la violenza? Bisogna piantarla con questa morale ipocrita quella
che in casa propria non vuole grane, ma che poi si infervora, sgrana gli
occhi e si scioglie in complimenti davanti a Swami o Josè Bovè, entrambi
sabotatori ecologici e fieri di esserlo.Swami insieme ai contadini Indiani
distrugge bruciando i campi sperimentali OGM della Monsanto.
Che ne dite di fare una catena umana e proteggere i campi OGM della
Monsanto dai "cattivi" sabotatori ecologisti? A Seattle una parte dei
manifestanti hanno fatto catene umane intorno ai Nike Store per proteggerli
daeventuali danni materiali fatti dai "cattivi" del Blocco Nero...Gli
ecoterroristi si chiamano Leonardo Santi, a capo del CBA, che organizza
Tebio e che istituisce un corso universitario in biotecnologie
all'Università di Genova, assumendo il controllo di scienza, mercato e
formazione; si chiamano anche Tullio Regge, che va in giro a raccontare che
il 90% del grano italiano è già un OGM, seminando il terrore, quando si
tratta di un incrocio ottenuto con tecniche tradizionali di ibridazione;
oppure Antonio Polito, che spara baggianate sull movimento
anti-biotecnologie dalle pagine di Repubblica. In generale, gli
ecoterroristi sono stipendiati della stampa nazionale che non fanno che
aspettare eccitati che si sparga sangue nelle strade, e di una tre giorni
di seminari incrociati, non riferiscono nulla (non sapremo mai nulla di
quello che si è detto a Tebio!). E' o non è una stampa miope ed
impreparata, che al massimo raccatta qualche facile moralismo se vede
qualche scheggia di vetro per terra? I n un momento in cui associazioni
come l'ARCI prende soldi da Nestlè però partecipa anche a Banca Etica e fa
parte del Consorzio Transfair... L'associazione per la pace va a nozze e si
fa sponsorizzare da Benetton, Legambiente prende molti soldoni da AGIP e
Ferrovie dello Stato senza dire nulla sul massacro dei popoli Nigeriani e
Agip e senza fiatare sull'alta velocità(per motivi di spazio non
continuiamo) capiamo bene come mai c'è tanto astio contro chi non accetta
compromessi contro i distruttori del pianeta.FOGLI D'ORTICA Appunti
dall'ecologismo radicale  pixie.ecologista at virgilio.it


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