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DA MONOPOLI PARTE LA CROCIATA: "BOICOTTIAMO L'OLIO OGM"
- Subject: DA MONOPOLI PARTE LA CROCIATA: "BOICOTTIAMO L'OLIO OGM"
- From: "Altragricoltura" <altragrico at italytrading.com>
- Date: Mon, 6 Dec 2004 22:13:15 +0100
Olio di Soia OGM "Giusto" 2° puntata. Le associazioni ambientaliste
cominciano a prendere le misure... Green Peace lancia una iniziativa di
comunicazione contro l'uso di olio OGM che ci trova concordi. Vogliamo dare
anche noi un piccolo contributo precisando che La casa Olearia Italiana è
pure proprietaria della Ital Green Oil, con sede in S. Pietro di Morrubio
(VR), che è una delle più importanti aziende fornitrici, sul mercato della
mangimistica, di farine di estrazione di soja. La presenza di un soggetto la
cui casa madre ha abbracciato la produzione di OGM, all'interno del
difficile comparto delle materie prime semilavorate per la mangimistica del
patrimonio zootecnico nazionale, è preoccupante e deve spingere gli
agricoltori, le associazioni di categoria e l'associazionismo di base a
vigilare affinchè le filiere zootecniche non siano inquinate dalla
somministrazione di "piatti alimentari" a base di OGM.
a cura di AltrAgricoltura Nord Est
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ADERISCI ALLA CYBER-AZIONE DI GREENPEACE!
GREENPEACE HA PREDISPOSTO UNA LETTERA DA INVIARE A CASA OLEARIA ITALIANA
CHIEDENDOLE DI ADOTTARE OGNI MISURA NECESSARIA PER EVITARE L'USO DI OGM
NELLE SUE PRODUZIONI.
FIRMA IL MODULO CHE TROVI ALL'INDIRIZZO
http://www.greenpeace.it/ogm/prodotti.html !
ENTRA IN AZIONE ANCHE TU
INVIA UNA EMAIL ALLA CASA OLEARIA ITALIANA
Nonostante il netto rifiuto da parte dei consumatori, gli Organismi
Geneticamente modificati - OGM, continuanno ad entrare nella nostra catena
alimentare. L'olio "Giusto" contiene soia transgenica. Chiedi a Casa Olearia
Italiana di non utilizzare OGM nei propri prodotti come già sta facendo la
maggioranza delle aziende italiane.
IL TESTO DELLA LETTERA ...
Spett.le
Casa Olearia Italiana S.p.A.
Servizio clienti
Via Baione 200
70043 Monopoli - BA
Tel. 080 9302011
Fax 080 6901767
Oggetto: Olio di soia e olio di semi vari "Giusto"
Spettabile Casa Olearia Italiana S.p.A, ho notato che alcuni dei Vostri
prodotti, gli olii "Giusto", contengono OGM.
Come consumatore sono contrario ad usare Organismi Geneticamente Modificati
(OGM) e non voglio comprare prodotti che provengono da piante o animali
modificati geneticamente. Lo stesso vale anche per prodotti ottenuti da
animali nutriti con OGM.
Gli effetti dell'ingegneria genetica sono imprevedibili. Una volta
rilasciati nell'ambiente, gli Organismi Geneticamente Modificati sono
incontrollabili e potenzialmente devastanti. Gli effetti a lungo termine
degli alimenti OGM su uomini e animali sono ancora sconosciuti.
Vi chiedo, per soddisfare la volontà espressa dalla maggioranza dei
consumatori italiani, di adottare tutte le misure necessarie al fine di
evitare che gli OGM siano utilizzati nelle Vostre produzioni.
Cordiali saluti.
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DA MONOPOLI PARTE LA CROCIATA: "BOICOTTIAMO L'OLIO OGM"
La nuova bestia nera del movimento anti-ogm è un liquido giallino prodotto
nell´Amazzonia degli ulivi, ovvero nelle campagne di Monopoli.
Dove agronomi e ingegneri teorizzano un parco delle piante secolari, dalle
quali Legambiente sta per produrre un olio Doc.
Anche la società che produce l´olio di Frankenstein mantiene saldo, nel nome
e nella sua promozione pubblicitaria, il legame con la tradizione molto
pugliese di ricavare il condimento da quei carnosi frutti ovali che crescono
sugli alberi.
E invece "Casa olearia italiana", azienda di Ostuni con sede a Monopoli,
propone il suo pallido olio, chiamato "Giusto", con "semi di soia
geneticamente modificata" misto ad altro olio di semi.
Un litro costa 89 centesimi e qualche massaia apprezza, soprattutto di
questi tempi.
Più di qualcuna, spiegano gli attivisti del sito Internet "Greenplanet", che
ironizzano: «Per i più fini conoscitori, per chi sa davvero discriminare,
l´azienda offre, anche dell´olio al 100 per cento da soia modificata, ma al
momento della rilevazione il gradimento di questo nettare degli Dei tra i
consumatori era stato tale da lasciare gli scaffali sguarniti».
Sebastiano Venneri, di Legambiente, annuncia: «Lanceremo una campagna di
boicottaggio davanti ai supermercati: è assurdo che questa roba sia prodotta
in Puglia».
E Greenpeace: «I nostri attivisti pugliesi stanno facendo il giro dei
supermercati, ci divertiremo a vedere chi lo tiene in negozio».
Ma "Casa olearia" alle battaglie degli ambientalisti è abituata: è già nel
mirino dei Verdi per il "termovalorizzatore" che sta realizzando a Monopoli.
In realtà, quello di "Casa olearia italiana" non è un vero e proprio
termovalorizzatore: è una centrale a biomasse.
Ma i Verdi di Monopoli temono che, autorizzazione dopo autorizzazione, si
appresti a diventare, come la "Olearia pugliese" di Modugno, un vero e
proprio impianto di trattamento dei rifiuti.
Il proprietario dello stabilimento, del resto, Nicola Marseglia, è stato più
volte accusato, in passato, di alimentare l´importazione di olio di colza o
di nocciola da Paesi come la Turchia e la Tunisia, venduto poi come "olio
extravergine di oliva" in Italia.
Se n´è parlato anche in una trasmissione di Report, ma nessuno è mai
riuscito ad andare oltre le congetture e l´imprenditore è risultato sempre
estraneo.
Ora deve vedersela contro i nemici dell´olio Ogm.
Spiega Venneri: «Commercializzarlo è assolutamente legale. Noi, però,
dubitiamo che i consumatori siano informati su quello che comprano.
L´etichetta che specifica "olio da organismi geneticamente modificati" è
piccolissima».
La campagna degli ambientalisti, intanto, è partita. Soprattutto da
Manduria, dove Greenplanet, ha effettuato la sua "rilevazione".
E il caso scoppia proprio in un momento in cui si teme che il prezzo
dell´olio possa diminuire, analogamente a quel che è avvenuto per l´uva da
tavola.
Eppure, fino a quest´estate tirava un buon vento per l´olio: stando ai dati
dell´Unaprol, le vendite di extravergine sono in aumento e ad agosto erano
già ridotte le scorte delle olive da tavola.
Quel che invece stenta a diffondersi è la produzione degli oli a
denominazione di origine protetta che, malgrado gli sforzi e gli incrementi,
continuano a rimanere un prodotto di nicchia, anche a causa dei costi.
Biologico e Dop stanno conquistando sempre più mercato.
Ma quando bisogna stringere la cinghia, i consumatori diventano sempre meno
esigenti e si accontentano di tutto, anche dell´olio Ogm.
A meno che si punti, come sta facendo Legambiente, sulla sensibilizzazione
sociale: l´associazione ambientalista sta producendo, insieme alla
cooperativa "La Pugliese" di Carovigno, un olio tratto dagli ulivi secolari.
Per finanziare anche il parco degli ulivi secolari che docenti del
Politecnico e agricoltori vorrebbero realizzare proprio tra Monopoli e
Ostuni.
Un´altra idea di olio.
Repubblica, 4 dicembre 2004
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"NON CE LO TROVEREMO NEI RISTORANTI?" SI CHIEDE RADIO LIFEGATE
E' lì, al supermercato, nella sua bottiglia di plastica, in mezzo agli
altri. Costa molto poco, 89 centesimi al litro. Lo produce una grande
azienda olearia meridionale. E' il primo "prodotto a partire da soia
geneticamente modificata"!
Eccolo, l'olio di semi OGM.
Lo ha scovato tra gli scaffali di un supermarket in Puglia un corrispondente
di Greenplanet.net.
E' il primo olio di semi transgenico italiano, è "olio di soia geneticamente
modificata e semi di girasole", ed è in vendita, con la sua etichetta.
E' il primo olio Ogm che compare al supermercato. Ricordiamolo, in Italia
sarebbe legale vendere OGM nei supermercati.
Da aprile 2004 si può, ma con l'obbligo di etichettatura.
Finora però non c'era nessun prodotto.
Erano state fatte ricerche, e non ce n'erano, forse per il fatto che gli
italiani paiono non gradire prodotti OGM: il 70% non li vuole, secondo i
dati dello stesso Ministro dell'Agricoltura Gianni Alemanno, intervistato da
LifeGate.
Ora, invece, ecco il primo olio "prodotto a partire da soia geneticamente
modificata".
In vendita, con regolare dicitura in etichetta, a 89 centesimi al litro.
Molto poco.
Il tema su cui ci si può interrogare è questo.
Leggendo l'etichetta un consumatore attento può accorgersene - certo
dovrebbe controllarne il retro.
Ma se questo olio viene usato in mense, ristoranti, bar, come possiamo
accorgercene?
"Non c'è modo di individuare l'olio Ogm se utilizzato in ristoranti - ci
conferma Roberto Pinton, direttore di Greenplanet, intervistato su LifeGate
Radio - c'è l'obbligo di indicare tra gli ingredienti la presenza di OGM. Ma
non c'è obbligo sui menù dei ristoranti, o sui cartelli all'esterno;
effettivamente non avremo certezze, a meno che non ci sia un'asserzione
'ogm-free' del ristorante...".
"Noi abbiamo individuato quest'olio in un supermercato in Puglia, ma essendo
prodotto da una grande azienda olearia, sarà in tutta Italia. E' vero che in
etichetta, sul retro, si legge 'prodotto da soia geneticamente modificata',
ma il carattere con cui è scritto è minuscolo. Ci possiamo aspettare che chi
non è abituato a leggere gli ingredienti anche dell'olio ("è olio" - si può
pensare), lo acquisti senza volerlo.
Trattandosi poi di olio da frittura ci sarebbe da attendersi che un
ristorante di qualità eviti questo prodotto, ma non è escluso che nei locali
di più basso costo...
Un nodo affrontato in Germania a marzo di quest'anno: per indicare la
presenza di Ogm anche nei ristoranti stanno pensando di imporre una norma
che marchi chiaramente anche i menu con Ogm, ma è solo un'ipotesi".
Su quest'olio Ogm, insomma, che non scivoli via la nostra attenzione...
Greenplanet.net, 2 dicembre 2004
Greenpeace, 3 dicembre 2004
Lifegate, 3 dicembre 2004
Repubblica, 4 dicembre 2004
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N.B. se volete essere cancellati da questa lista scrivete a
altragricoltura at italytrading.com