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I: rassegna stampa: LA ROMANIA CAVALLO DI TROIA DEGLI OGM?
- Subject: I: rassegna stampa: LA ROMANIA CAVALLO DI TROIA DEGLI OGM?
- From: "Altragricoltura" <altragrico at italytrading.com>
- Date: Wed, 1 Dec 2004 14:59:03 +0100
a cura di AltrAgricoltura Nord Est
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tratto da "Green Planet" - 30/11/2004
LA ROMANIA CAVALLO DI TROIA DEGLI OGM?
La stampa rumena è preoccupata e così lo sono molti cittadini. In Romania si
farebbe ampio uso di OGM, ma nessuna coltivazione viene controllata e
nessuna etichetta nei supermercati informa se il prodotto contiene o meno
OGM.
I romeni non sanno con sicurezza quello che mangiano.
E non hanno nemmeno la possibilità di scegliere il tipo di prodotto che
vogliono comprare.
Quello con gli OGM o quello senza.
Questo diritto del consumatore in Romania non viene tutelato.
Perché quando i consumatori vanno a fare la spesa al supermercato trovano
sugli scaffali prodotti alimentari le cui etichette non fanno alcun
riferimento alla presenza degli Organismi geneticamente modificati.
Non è difficile immaginare chi possa essere responsabile di una tale
situazione che in un futuro più o meno lontano potrebbe recare un danno
serio alla salute della gente. I consumatori di sicuro non lo sono.
Essi non fanno altro che pagare per poi mangiare chi sa cosa.
La mancanza d'informazione - di cui sicuramente dovrebbero preoccuparsi le
autorità in un paese che aspira ad entrare nell'UE il primo gennaio del
2007 - fa sì che spesso i consumatori non sappiano cosa comprano ma nemmeno
i venditori sappiano cosa vendano.
Il termine OGM resta ancora per molti una cosa quasi aliena che non si sa da
dove arrivi. Regna la confusione.
C'è addirittura chi ancora si domanda se la sigla OGM non significhi
coloranti.
C'è certo anche molti che sanno benissimo cosa voglia dire prodotti
transgenici - ma giudicando dai prodotti venduti nei negozi alimentari in
Romania - sembra questi non esistano.
E la cosa è assolutamente falsa: la Romania è il maggior produrre dell'
Europa di soia transgenica.
Una notizia battuta recentemente dalla Reuters indicava chiaramente questa
realtà aggiungendo che nel paese si coltivano 35.000 ettari di soia
modificata geneticamente, il che rappresenta 1/3 dalla superficie totale
dedicata a questa pianta in Romania.
Si tratta dello 0,1% della superficie mondiale coltivata con soia
transgenica.
Non sufficiente per rispondere alla domanda del consumo interno e la Romania
si è dimostrata anche una grande importatrice di soia.
Le inchieste della stampa romena hanno dimostrato come provano le colture di
soia modificata geneticamente in Romania siano sfuggite da tempo al
controllo delle autorità.
Spacciandosi per potenziali compratori di semi di soia transgenici i
reporter del giornale "Jurnalul National" hanno dimostrato quanto sia facile
comprare semi OGM - senza alcuna certificazione - dai commercianti romeni.
L'unico obiettivo di chi coltiva sembra essere quello di risparmiare e
quindi si è spesso disposti a comperare qualsiasi semente.
Si è così sviluppato un mercato in nero di soia modificata geneticamente che
finisce ad essere commercializzata assieme a quella coltivata in modo
tradizionale senza però che esista alcuna traccia sulla loro provenienza.
I semi di soia modificata sono quindi molto ricercati ed "apprezzati"
soprattutto quando costano di meno e costano di meno perché non hanno
certificati di provenienza. In questo modo si risparmia, ma di sicuro non
sulla salute.
I giornalisti romeni sono andati anche più in profondità nelle proprie
inchieste e non esitano a parlare di cittadini romeni utilizzati al posto
delle cavie, dato che non vi sono ancora dati certi sui possibili effetti
sulla salute degli OGM.
La coltivazione con OGM ha fatto già storia in Romania. Già dal 1998, in
mancanza di una legge apposita, il Paese coltivava OGM.
Solo tre anni più tardi, nel 2000, è stata varata una normativa che regola
la produzione e la commercializzazione degli OGM. Del vuoto legislativo
hanno approfittato i grandi produttori mondiali di OGM, specie quelli
americani, che tuttora hanno il monopolio in Romania.
Tra il '98 e il 2000 le compagnie americane che producono OGM hanno
cominciato a testare in Romania i semi transgenici.
In quell'occasione il Governo romeno ha permesso che fossero introdotti nel
Paese una serie di ibridi di mais, soia, patate e barbabietole: senza che
dovesse essere precisate le alterazioni genetiche.
D'altronde la Romania, come altri Paesi dell'Est Europa, è stata accusata
spesso di rappresentare una specie di "cavallo di troia" americano per il
commercio di OGM sul continente.
Note anche le dispute sull'argomento tra gli USA e l'UE.
La soia è utilizzata in Romania sia per la produzione di diversi alimenti
che per mangimi per gli animali.
L'assenza di adeguati controlli sulla produzione e la commercializzazione di
questi prodotti preoccupa non solo i consumatori romeni ma naturalmente
anche l'Unione Europea che teme un'invasione sul mercato di alimenti
contenenti OGM dopo l'adesione di nuovi Stati.
Negli stati UE c'è per altro l'obbligo di specificare chiaramente sull'
etichetta se il prodotto contiene OGM.
Anche in Romania c'è una legge in questo senso, ma non viene applicata. Il
ministero dell'Agricoltura ammette che più del 40% della soia coltivata in
Romania sia transgenica.
Dato che non corrisponde a quello fornito dagli ecologisti secondo i quali
in realtà più del 70% della soia romena sarebbe modificata geneticamente.
La differenza tra le cifre dichiarate dal ministero dell'agricoltura e la
realtà consiste proprio nel fatto che il commercio con i semi OGM è
difficilmente controllabile.
La stampa sostiene che la Romania è l'unico Paese dell'Europa ad aver
accettato di diventare una "zona di test ed implementazione per le culture
di soia geneticamente modificate dagli americani".
Sebbene i programmi Ue finanziati in Romania e che hanno al centro gli OGM
esistono, non si sono svolte nel paese altre campagne di informazione su
cosa siano in pratica questi organismi ed in quale forma possono finire
sulla tavola.
Ed è evidente che se si coltivano decine di migliaia di ettari di soia
transgenica dopo la si riutilizzi nella produzione di olio, dolci,
margarina, salami oppure come mangimi per animali.
Della mancanza di informazione e di una coscienza pubblica nell'ambito della
tecnica genetica ne approfittano produttori e i distributori di semi di soia
e produttori affini.
Nonostante diverse autorità romene abbiano espresso pubblicamente "i seri
riserbi" rispetto alla coltivazione delle piante geneticamente modificate
proprio perché - dice l'ex ministro dell'agricoltura Ilie Sirbu - "non si
conosce molto su questa tecnica e gli specialisti non si sono pronunciati
ancora su gli effetti che si potrebbero avere", la Romania è stata accusata
non solo dalla stampa interna ma anche internazionale di coltivare senza
controllo gli OGM.
Un'ultima accusa era stata mossa anche da giornalisti austriaci secondo i
quali nel Paese si coltiverebbero non solo la soia ma anche legumi e frutti
modificati geneticamente.
La risposta delle autorità romene è stata pronta e chiara: in Romania si
coltiverebbe solo la prima.
Quindi nessun altra coltivazione e - tengono a sottolineare le autorità di
Bucarest - c'è una volontà politica perché non si allarghi la coltivazione
delle piante OGM.
Le regole dell'Ue sono chiare in questo campo anche se le pressioni delle
compagnie americane sono anch'esse molto forti.
Per l'adesione all'Unione Europea la Romania dovrà fare il conto ad esempio
anche con il mais perché secondo alcune notizie tutti i tipi permessi in
Romania di questo cereale contengono un gene resistente agli antibiotici.
E così via.
L'integrazione europea ha le sue regole ben precise.
Si spera che i cittadini rumeni ne traggano vantaggio, almeno in salute.
Mihaela Iordache
Osservatorio sui Balcani (www.osservatoriobalcani.org), 21 novembre 2004