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Mozione Firenze su banche armate
- Subject: Mozione Firenze su banche armate
- From: "Francesco Castracane" <fra.castracane at libero.it>
- Date: Wed, 10 Nov 2004 18:08:13 +0100
Da Greenplanet e Nigrizia
http://www.greenplanet.net/Articolo5127.html
ETICA COMUNE
Il Comune di Firenze ha approvato una mozione che lo obbliga a definire un
regolamento per garantire che l'amministrazione non intrattenga rapporti
economici con le "banche armate"
Il Consiglio comunale di Firenze ha approvato - il 20 settembre 2004 - una
mozione sulla finanza etica con il voto unitario del centrosinistra e della
sinistra alternativa, due mesi dopo il putiferio scatenato da un'operazione
di 75 milioni di euro, conclusa dalla nuova giunta con la Banca nazionale
del lavoro (Bnl), tra le capolista nell'elenco degli istituti implicati nel
commercio di armi (relazione 2003).
La mozione impegna l'amministrazione alla stesura di un regolamento che
determini in modo chiaro i parametri di valutazione di "eticità" degli
istituti. Al Comune si chiede, in particolare, di non intrattenere rapporti
economici con banche inserite nella relazione annuale della Presidenza del
Consiglio dei ministri, perché attive nel favorire esportazione,
importazione e transito di materiale bellico e armamenti.
In una prima mozione - "Per scegliere i propri partner bancari secondo
criteri etici" -, approvata il 21 gennaio 2002, si invitava inoltre
all'amministrazione "a chiedere alle banche-partner che nei progetti di
cooperazione internazionale da finanziare sia considerato l'elemento
dell'impatto ambientale del progetto stesso".
Questa seconda mozione riprende la prima e rilancia, chiedendo al Comune di
"predisporre un Regolamento per la selezione delle banche con le quali avere
rapporti finanziari in base a principi etici, in particolare istituendo un
sistema di punteggi".
Oltre ai due punti già citati si chiede anche che l'amministrazione
"consideri come elementi negativi le condanne inflitte agli istituti per
posizione dominante o per pubblicità ingannevole, oppure inflitte per
violazione dello statuto dei lavoratori e/o delle norme anti-riciclaggio; si
preferisca rapporti con imprese bancarie che mostrino condizioni
particolarmente favorevoli di credito nei confronti delle piccole e medie
imprese, dei soggetti no-profit, dei paesi del Sud del mondo; si preferisca
rapporti con imprese bancarie le cui fondazioni di riferimento finanzino
associazioni: onlus, cooperative sociali e altri soggetti no-profit su scala
locale; si preferisca rapporti con imprese bancarie le cui fondazioni di
riferimento finanzino iniziative di finanza etica e di salvaguardia
ambientale; si preferisca rapporti con istituti di credito che praticano
condizioni di favore per l'erogazione di credito ai giovani ed ai lavoratori
precari". Una volta completato, il regolamento sarà discusso dalla
Commissione affari istituzionali.
Da non sottovalutare che il Comune di Firenze rappresenta un'importante
forza economica nell'area toscana, con conseguenti enormi interessi
derivanti dal controllo diretto di una tale massa di denaro (quasi 1.000
miliardi di bilancio nel 2001, circa il doppio considerando le partecipate).
Quali saranno quindi le reazioni dei grandi istituti all'applicazione del
regolamento sulla finanza etica? «Non credo sia possibile escludere a priori
un istituto "non etico" da una gara - spiega il consigliere Ds Gregorio
Malavolti, tra i promotori delle mozioni - certo è che, applicando una
graduatoria a punti che tenga conto del livello etico di un istituto, anche
le cosiddette "banche armate" saranno incoraggiate a modificare i propri
investimenti. Già nel 2002, in seguito alla prima mozione, la Cassa di
risparmio di Firenze, concessionaria per la tesoreria del Comune, annunciò
l'intenzione di uscire dal settore di finanziamento di armamenti».
Da cinque anni Nigrizia, con Mosaico di Pace, Missione Oggi e Chiama
l'Africa, sostengono e promuovono la Campagna contro le cosiddette "banche
armate". Una Campagna che punta in primo luogo a sensibilizzare ogni singolo
cittadino sull'utilizzo del denaro depositato, auspicando da sempre un ruolo
più forte delle istituzioni nel contribuire a promuovere reali politiche di
pace.