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Il decalogo per un'economia diversa



      By: Sbilanciamoci - Inviata il 5/9/2004 

      "Il Decalogo per un'economia diversa" - il documento finale del Forum di 
Parma 

      05/09/2004
      Sbilanciamoci! lancia il "Decalogo per l'economia diversa"

      "L'impresa di un'economia diversa", il Forum organizzato a Parma dalla 
Campagna Sbilanciamoci! chiude oggi i suoi lavori: oltre 90 le organizzazioni 
rappresentate e oltre mille le presenze. Presentato il "Decalogo di un'economia 
diversa" con le proposte per la prossima finanziaria.
      "Alle ricette del neoliberismo e di un modello di sviluppo fondato sul 
profitto e la centralità del mercato - che da trent'anni vengono presentate 
anche nel seminario di Cernobbio - ha dichiarato Giulio Marcon, a nome delle 
organizzazioni di Sbilanciamoci! - opponiamo le nostre alternative. Per noi 
sono centrali la promozione del welfare e la tutela dei diritti, l'uso della 
leva fiscale per la coesione e la solidarietà sociale, la difesa dei beni 
comuni, la sostenibilità di un'economia fondata sulla giustizia e la 
solidarietà, un'economia partecipata basata su esperienze in crescita e i cui 
principi sono sempre più condivisi dai cittadini: la finanza etica, il 
commercio equo e solidale, il turismo responsabile, il software libero, il 
consumo responsabile". Analogamente con quanto avviene in Europa, soggetti 
sociali diversi - movimenti, associazioni, sindacato, imprese dell'altra 
economia - "hanno registrato una convergenza politica e culturale su un arco 
mai così ampio di temi, che apre la strada alla possibilità di proposte comuni, 
come quelle avanzate dalla campagna Sbilanciamoci in questi giorni - ha 
spiegato Marcon - La crisi del neoliberismo, delle grandi imprese e del sistema 
finanziario - esemplificate dal crack Parmalat e dal tracollo industriale del 
paese, che abbiamo discusso in questo Forum - offre spazio, come mai prima 
d'ora, per le proposte che abbiamo discusso in questi giorni. Le oltre 90 
organizzazioni presenti al Forum, insieme alla campagna Sbilanciamoci, facendo 
propri i documenti preparatori sul welfare, il fisco, la responsabilità 
d'impresa e i materiali dei seminari paralleli, si impegnano a lavorare per:

      1 ) opporsi ad una legge finanziaria che, secondo quanto preannunciato, 
taglierà ulteriormente le spese sociali e i trasferimenti agli enti locali, 
ridurrà le tasse agli scaglioni di reddito più alti, alimenterà nuove grandi 
opere, battendosi invece per una finanziaria alternativa fondata sul ruolo 
dell'intervento pubblico, della spesa sociale (che deve essere portato al 
livello della media europea), dell'uso della leva fiscale per lo sviluppo, la 
difesa dei beni comuni - come l'acqua - dai processi di privatizzazione, la 
riduzione delle spese militari, il sostegno pubblico alle forme innovative di 
sviluppo sostenibile partecipato e di imprese di un'economia diversa;

      2 ) reintrodurre un criterio di solidarietà fiscale (e di progressività 
delle imposte) per finanziare il welfare e garantire equità sociale ed 
economica, attraverso la reintroduzione dell'imposta sulle successioni e le 
donazioni, l'aumento dell'aliquota per gli scaglioni di reddito più alti, la 
tassazione della rendita e delle speculazioni finanziarie;

      3 ) introdurre o rafforzare - come già evidenziato dai documenti 
preparatori della campagna per questo Forum - una serie di tasse di scopo, in 
materia ambientale e sociale, volte a condizionare e a orientare in modo 
virtuoso i consumi (sulle armi, sull'acqua imbottigliata, sul tabacco, sulle 
emissioni di Co2 ecc.);

      4 ) rafforzare le esperienze di democrazia locale (come i bilanci 
partecipativi) ricercando forme di cooperazione e lavoro comune con gli enti e 
le comunità locali per costruire dal basso un welfare dei diritti, forme di 
sviluppo locale partecipato, elaborazione delle scelte economiche e di utilizzo 
della spesa pubblica con il coinvolgimento dei cittadini e della società civile 
organizzata;

      5 ) difendere gli strumenti e le risorse degli enti locali per garantire 
l'erogazione di servizi sociali in campo assistenziale e sanitario;

      6 ) estendere il lavoro comune con il sindacato sui temi del lavoro, 
della difesa dei diritti sindacali e sociali, della lotta contro la 
precarizzazione, con la ricerca di politiche per allargare, tutelare e 
qualificare l'occupazione. Dobbiamo rovesciare le strategie delle imprese e le 
politiche che portano all'erosione dei salari e a un sistema pensionistico che 
coprirà sempre di meno la generalità dei lavoratori e dei cittadini;

      7 ) percorrere con ancora maggiore forza le strade di un nuovo modello di 
economia, fondato su comportamenti e stili di vita nuovi, su forme di altra 
economia, su consumi responsabili e di qualità. Il commercio equo e solidale, 
la finanza etica, l'economia sociale possono essere sostenute con politiche 
pubbliche mirate - anche nella legge finanziaria - e avere maggiore forza dalla 
costruzione di sistemi integrati come i "Distretti di Economia Solidale", 
esperienze significative di consumo e comportamenti etico come i GAS (Gruppi di 
Acquisto Solidale), i Bilanci di Giustizia, ecc. In questo contesto la 
responsabilità sociale d'impresa non deve essere considerata ambiguamente come 
beneficenza umanitaria o puro marketing, ma deve presupporre rispetto delle 
regole e dei diritti, promozione sociale, tutela del lavoro, dell'ambiente, dei 
diritti, redistribuzione sociale dei benefici economici;

      8 ) proporre alternative concrete ed efficaci ad un modello di sviluppo 
energivoro, dipendente dal petrolio, a favore di forme di energia pulita e 
rinnovabile. La prossima finanziaria deve contenere la reintroduzione della 
carbon tax per sostenere l'applicazione degli accordi di Kyoto; misure di 
incentivi a favore del fotovoltaico, con la produzione di almeno 50.000 
impianti domestici, l'orientamento della tassazione della benzina (che non deve 
essere ridotta) per favorire i trasporti pubblici e collettivi, l'introduzione 
di una tassazione aggiuntiva sui SUV (le grandi jeep energivore sempre più 
diffuse), agevolazioni e sgravi per produzioni e imprese produttrici di energia 
pulita;

      9 ) continuare a battersi contro le politiche neoliberiste del WTO, del 
FMI e della Banca Mondiale e gli orientamenti della Commissione europea a 
livello di accordi del GATS, riaffermando le prospettive della sovranità dei 
paesi in via di sviluppo, l'esclusione dai servizi di alcuni beni comuni, come 
l'acqua, battendosi per l'equità e la verifica della filiera etica del 
commercio internazionale e impegnandosi affinché attraverso l'importazione di 
prodotti come il cotone biologico ed il caffè, si sostengano le ragioni, il 
futuro dei produttori del Sud del mondo e nello stesso tempo si orientino la 
qualità e le prospettive della distribuzione e de consumo nei paesi del Nord 
più ricco;

      10 ) impegnarsi per la smilitarizzazione dell'economia e per la 
riconversione dell'industria militare, mettendo al centro delle richieste per 
la prossima finanziaria la riduzione di almeno il 5% delle spese militari nel 
2005 per arrivare ad una riduzione del 50% nel 2010, una tassa del 4% 
sull'esportazione delle armi, destinando queste ed altre risorse alle politiche 
di cooperazione allo sviluppo e alla solidarietà internazionale, fino a 
raggiungere già dal 2005 lo 0,7 del PIL per la cooperazione allo sviluppo. La 
cooperazione italiana deve essere sganciata dalla politica estera e militare 
del nostro paese, senza commistione e strumentalizzazione nell'uso dell'aiuto 
pubblico allo sviluppo per la copertura di interventi umanitari e politica di 
guerra.

      "Appuntamento alle prossime mobilitazioni - concludono le organizzazioni 
- sulla Finanziaria, al Forum Sociale Europeo di Londra e al III forum sull' 
"Impresa di un'economia diversa" del 2005. Rilanciamo l'impegno per una 
mobilitazione straordinaria per porre fine alla guerra in Iraq, contro il 
terrorismo e all'occupazione delle truppe belligeranti del Paese. Solo una 
prospettiva di pace e di rispetto dei diritti umani può assicurare la 
prospettiva di un'economia di giustizia e l'impresa di un'economia diversa". 
      From : Ag.Metamofosi


     

Viviana 
vivianavivarelli at aliceposta.it