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rassegna stampa: ALLARMANTE LA CONTAMINAZIONE OGM DEGLI ALIMENTI
- Subject: rassegna stampa: ALLARMANTE LA CONTAMINAZIONE OGM DEGLI ALIMENTI
- From: "Altragricoltura" <altragrico@italytrading.com>
- Date: Wed, 7 Apr 2004 09:57:47 +0200
tratto da "Green Planet" - 06/04/04
ALLARMANTE LA CONTAMINAZIONE OGM DEGLI ALIMENTI
L'Unione internazionale dei sindacati dei lavoratori del settore
alimentare: "La tolleranza zero è l'unica difesa contro una tecnologia
fondamentalmente invasiva" Un nuovo studio della Union of Concerned
Scientists (UCS) dimostra che sono bastati meno di dieci anni di
agricoltura commerciale per provocare contaminazioni "massicce" da OGM nei
raccolti tradizionali negli Stati Uniti. L'interpretazione più prudente dei
risultati degli studi (che si basano su due serie di campioni di
laboratorio ciascuno di sei varietà tradizionali di mais, soia e colza)
mostra materiale geneticamente manipolato in almeno il 50% del mais, il 50%
della soia e l'83% della colza. La relazione afferma anche che "non vi sono
motivi di pensare che i geni modificati, individuati da questo studio,
siano gli unici a passare nelle sementi tradizionali ... geni che
provengono da varietà transgeniche meno utilizzate, oltre alle centinaia di
varietà modificate che sono state testate nei campi negli Stati Uniti,
potrebbero contaminare le sementi dei raccolti per l'alimentazione umana e
animale." Le conseguenze per l'ambiente, la sicurezza alimentare e per i
lavoratori agricoli e nella trasformazione sono enormi. I semi sono la
vita. Certo le cause della fame sono numerose, ma non includono risorse
genetiche vegetali inadeguate. Al contrario, la lotta contro la fame esige
la difesa concertata della biodiversità e delle varietà in declino di
piante selvatiche e coltivate, e delle loro sementi, che sono l'eredità di
tutta l'umanità. Tutelare le riserve di sementi contro contaminazioni da
OGM è una necessità vitale se si vogliono proteggere le fonti di
alimentazione e continuare a progredire verso un'agricoltura socialmente ed
ecologicamente sostenibile, per le generazioni attuali e future.
L'alternativa ci spingerebbe a tutta velocità verso una monocoltura
insostenibile e la dipendenza universale dalle transnazionali della
biotecnologia, dai loro diserbanti/pesticidi e dai loro brevetti sugli
elementi fondamentali della vita. Lo studio americano arriva in un momento
in cui la Monsanto e le altre TNC delle "scienze della vita" stanno
opponendosi (attraverso il governo USA) a regole restrittive
sull'etichettatura degli OGM all'OMC, stanno forzando la mano ai paesi in
via di sviluppo affinché accettino sementi e importazioni OGM (spesso
camuffate in aiuti alimentari) e usano risorse finanziarie per distruggere
o accattivarsi istituzioni di ricerca agricola di interesse pubblico.
Grazie agli accordi TRIPS, uno dei pilastri dell'OMC, la normativa
internazionale sui brevetti è in corso di modificazione a favore delle
transnazionali per autorizzare brevetti su forme di vita. Il Commissario
dell'UE per l'agricoltura, Fischler, si sta adoperando per smantellare
quello che rimane della moratoria de facto dell'UE sulle autorizzazioni di
piante OGM: una ventina di piante OGM sono in attesa di approvazione
dell'UE, altre seguiranno. Malgrado una serie di estesi test sul terreno
abbia dimostrato chiaramente la minaccia degli OGM per le piante e gli
animali, il governo del Regno Unito si appresta ad autorizzare la
piantagione di mais GM. (nota di Greenplanet: grazie all'opposizione del
Galles, la decisione del governo Blair è stata bloccata). Le multinazionali
stanno impossessandosi sempre più della catena alimentare e del sistema
internazionale che rafforza il loro dominio. I perdenti sono la biosfera,
gli agricoltori ed i lavoratori. Una portavoce dell'Associazione americana
delle industrie biotecnologiche ha dichiarato che "non era sorpresa da
questa relazione, sapendo che il polline viaggia e che le sementi di base
possono mischiarsi in vari luoghi." Sa di cosa parla, contrariamente a
coloro che propongono di "segregare" i raccolti sui campi e le loro sementi
per proteggersi dalla contaminazione genetica. Speriamo che gli altri
capiscano il problema e reagiscano in conseguenza. Lo studio dell'UCS e
l'enorme quantità di informazioni scientifiche disponibili al pubblico,
provenienti da fonti indipendenti dall'industria degli OGM, testimoniano
l'impossibilità di difendere le sementi dalla contaminazione degli OGM
"isolando" i campi seminati con sementi OGM o applicando una separazione
precisa tra sementi OGM e non. La "coesistenza" di sementi e raccolti OGM e
non-OGM è impossibile, prima di tutto a causa del modo di propagazione
delle piante e poi a causa del modo di stoccaggio, trasporto e
commercializzazione delle sementi. Anche il principio che vuole che "chi
inquina paga" è di applicazione illusoria, perché non tiene conto
dell'equilibrio delle forze che presiedono alla contaminazione da OGM.
Società come la Monsanto non hanno brevettato stricto sensu le loro piante
resistenti ai diserbanti e ai pesticidi, ma l'ADN manipolato, così che
trasferimenti genetici (per esempio attraverso l'impollinazione) rendono le
piante geneticamente colonizzate suscettibili di accuse di violazione di
brevetto. L' "accumulo di geni", cioè di certe caratteristiche indotte
dagli OGM mediante fertilizzazione incrociata per produrre nuove varietà di
piante, in certi casi capaci di resistere a molteplici diserbanti e/o
pesticidi, avviene già su vasta scala. In Messico, culla del mais, la
contaminazione transgenica di varietà indigene è stata individuata in 33
comunità in nove stati malgrado l'esistenza di una moratoria sulla
piantagione di mais GM approvata dal governo messicano. Nei campioni
messicani contaminati sono state individuate fino a quattro caratteristiche
GM in una singola pianta, inclusa la tossina insetticida geneticamente
fabbricata inserita nel mais GM StarLink. Il governo americano aveva negato
l'autorizzazione per StarLink per consumo umano e grandi quantità di
alimenti trasformati contenenti tracce di StarLink erano stati ritirati
dagli scaffali dei supermercati vari anni fa. L'origine probabile della
contaminazione è nell'importazione di mais GM dagli Stati Uniti che, grazie
alla NAFTA, ha passato il confine a prezzi inferiori al costo di
produzione, danneggiando i lavoratori rurali e le loro comunità. La colza
GM ha conquistato le praterie degli Stati Uniti e del Canada e si è estesa
praticamente fino ai bordi delle strade lungo i campi seminati. La
Monsanto, utilizzando suo personale specifico alla ricerca di "prove" di
uso illecito di sementi, ha minacciato di denunciare centinaia di
agricoltori se rifiutavano di pagare per il privilegio di ospitare gli
invasori. La Monsanto è attualmente in causa contro Percy Schmeiser,
agricoltore canadese, a cui chiede 1 milione di dollari USA perché ha
trovato nei suoi campi materiale genetico brevettato, malgrado il fatto che
l'agricoltore non abbia mai piantato la varietà GM della Monsanto,
resistente al Roundup. La causa è attualmente all'esame della Corte suprema
canadese. Con questo sistema paga chi viene inquinato e non chi inquina.
Intimidazioni e avvertimenti sono mezzi utilizzati per assicurarsi che non
si conservino più le sementi, ma che siano acquistate presso le
multinazionali. La tecnologia OGM commercializzata non può più essere
definita una minaccia potenziale o speculativa, perché il dominio delle
grandi società attraverso la contaminazione GM si esercita già su vasta
scala. Prove che documentano l'estensione di tale contaminazione non
sorprendono l'industria, semplicemente perché ha deliberatamente adottato
la strategia di liberare gli OGM nell'ambiente su scala estremamente vasta.
Sapendo che il trasferimento di materiale genetico non può essere
efficacemente delimitato, le multinazionali stanno semplicemente aspettando
il momento in cui le "soglie" di tolleranza non avranno più significato,
poiché saranno state rapidamente sorpassate. Né la resistenza dei
consumatori né le autorizzazioni selettive di piantagioni commerciali di
OGM sono sufficienti a prevenire ulteriori contaminazioni: la tolleranza
zero è l'unica difesa contro una tecnologia fondamentalmente invasiva.
L'articolo è stato pubblicato il 23 marzo sul sito dell'Uita (Unione
internazionale delle Associazioni di lavoratori nei settori alimentazione,
agricoltura, alberghi, ristoranti, catering, tabacco ed affini), in
sostanza il sindacato mondiale del settore alimentare, e ripreso il 30
marzo dalla Fondazione di Vittorio.
Uita, 23 marzo 2004
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N.B. se volete essere cancellati da questa lista scrivete a
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