NIKE – AGGIORNAMENTI – Clean Clothes
Campaign
Mi scuso per questi aggiornamenti che vi arrivano con un certo ritardo a causa della rottura definitiva del mio vecchio computer. Ersilia Monti NIKE E IL SINDACO DI ROMA Il 14 dicembre a Roma, in occasione della Festa dell’Altraeconomia, il sindaco Veltroni si è impegnato pubblicamente ad aprire un tavolo di discussione con le associazioni per il consumo critico per definire i criteri per le sponsorizzazioni del comune di Roma raccogliendo l’invito di Alex Zanotelli, che gli ha consegnato personalmente una lettera, e del Coordinamento Cambia lo Sponsor (CoCs) che da tempo chiede al comune di non accettare sponsorizzazioni e doni da aziende oggetto di boicottaggio, per esempio la ventina di campetti di calcio offerti dalla Nike. Al sindaco e’ stata consegnata una copia tradotta di ‘Non siamo macchine’, indagine sulle condizioni di vita e di lavoro nelle fabbriche indonesiane della Nike, posta al centro di un modellino in legno che riproduceva un campetto di calcio. Per informazioni e per sostenere le campagne del CoCs: Giulio Sardi (g.sardi@katamail.com). NIKE IN INDONESIA: 7 MILA LAVORATORI LICENZIATI DALLA PT DOSON Ricorderete il caso dei 7 mila lavoratori della PT Doson, fornitore esclusivo di Nike, licenziati in tronco nell’ottobre 2002 in seguito alla decisione della multinazionale di cancellare definitivamente le commesse per assegnarle presumibilmente a paesi con un costo del lavoro ancor piu’ basso. Abbiamo scritto a Nike contestando la decisione e sollecitandola almeno a pagare le liquidazioni, una spesa che il titolare della PT Doson afferma di non poter affrontare. Nike ha risposto (testo in inglese piu’ sotto) di essere stata spinta a questo passo non da scelte di tipo sindacale e politico, ma di tipo organizzativo. Assicura di avere a cuore il destino delle 123 mila persone che lavorano per lei in Indonesia, suo secondo fornitore mondiale (dopo la Cina), con cui intrattiene relazioni commerciali da quasi 15 anni. Dice pero’ che il pagamento delle indennita’ di licenziamento spetta per legge al titolare della fabbrica e non a Nike che si impegnera’ comunque a fornire agli ex dipendenti: assistenza medica, corsi di riqualificazione professionale, opportunita’ di studio agli studenti lavoratori, priorita’ in eventuali programmi di assunzione presso altri fornitori Nike. La Nikewatch Campaign, organizzazione australiana collegata alla Clean Clothes Campaign, ha inviato a Nike una replica e sollecita tutti a fare altrettanto. Piu’ sotto trovate il testo da inviare con le istruzioni. Questa e’ la sintesi: Nella vostra lettera sostenete che spetta al titolare della PT Doson versare le liquidazioni dovute. Nike fonda la sua politica produttiva sul subappalto che scarica i rischi connessi alle incertezze del mercato sui fornitori e in ultima analisi sui lavoratori. Sfruttando la sua posizione dominante, Nike ha messo i propri fornitori nella condizione di dover comprimere i costi di produzione per garantirle competitivita’ con il risultato che essi non sono in grado di far fronte agli obblighi di legge nell’ipotesi di tagli di commesse o forzata chiusura dell’attivita’. Il titolare della PT Doson ha comunicato che neppure dopo la vendita dei macchinari potra’ pagare le indennita’ di licenziamento. Il sistema produttivo che Nike ha scelto non puo’ costituire un pretesto per sottrarsi alle sue responsabilita’ morali, in special modo nei confronti di fabbriche di cui Nike e’ il committente esclusivo. In merito all’asserita disponibilita’ di Nike a fornire assistenza medica, microcredito per l’avvio di piccole attivita’ in proprio, opportunita’ di studio per gli studenti lavoratori, priorita’ di assunzione presso altri fornitori: 1) Nike non ha ancora detto per quanto tempo ancora l’ambulatorio di fabbrica restera’ aperto ne’ quanto denaro intende investire nel progetto; 2) Non e’ stata precisata l’entita’ del fondo che dovrebbe finanziare i crediti ne’ indicato il numero di lavoratori che vi potrebbero accedere; 3) Su 7 mila ex dipendenti solo 18 sono studenti lavoratori, quindi ben pochi (0,26 per cento) beneficeranno dell’offerta della Nike; 4) Non e’ stato indicato quanti lavoratori potranno essere riassunti presso altri fornitori, si tratta infatti di un’eventualita’ remota: quest’anno diversi fornitori Nike in Indonesia hanno effettuato numerosi licenziamenti. Una cosa e’ certa, tutte queste offerte costeranno a Nike molto meno del pagamento delle indennita’ obbligatorie, tanto e’ vero che i lavoratori hanno fatto sapere tramite i propri rappresentanti sindacali di continuare a preferire che sia corrisposto il dovuto. Per finire, non avete risposto alla domanda se le commesse perse dalla PT Doson saranno assegnate a nuovi fornitori in paesi dove costituire sindacati indipendenti e’ punito con la prigione o con i lavori forzati. E’ vero che Nike ha ancora una forte presenza in Indonesia, ma e’ altrettanto vero che con l’uscita di scena del dittatore Suharto nel 1996, la quota di scarpe sportive Nike prodotte in Indonesia e’ passata dal 38 al 30 per cento e, stando alle valutazioni del Wall Street Journal, potrebbe scendere fino al 26 per cento con la chiusura della PT Doson. Vi invitiamo nuovamente a rivedere la vostra decisione di cancellare le commesse alla PT Doson e comunque a garantire ai lavoratori il pagamento delle indennita’ di cui hanno in questo momento un assoluto bisogno avendo poche speranze di trovare un nuovo posto di lavoro in un paese che conta 40 milioni di disoccupati. ECCO IL TESTO DA INVIARE PER EMAIL A: continuous.improvement@nike.com e per conoscenza a: timc@sydney.caa.org.au, indicando in calce nome, cognome, nazionalita’ ed eventuale organizzazione di appartenenza. Nelloggetto della mail scrivete: PT Doson (o quello che preferite) Maria Eitel, Lettera inviata da Nike in risposta alle prime mail: October 31,
2002 Dear Ms. Monti: Thank you for
your letter regarding PT Doson.
Through careful and thoughtful deliberation, Nike has made the difficult
decision to discontinue orders at this factory. This decision was taken to better
balance Nike manufacturing across all footwear sourcing countries and across
Nike's sourcing base in Indonesia.
Nike notified the factory in February to give the factory time to look
for new buyers. Nike hopes this
consolidation will allow us to better support the remaining ten Indonesian
contract footwear factories, and the 65,000 workers in these factories. Nike values the importance
of a worker's right to freedom of association and recognizes the vital role of
PUK SPTSK PT Doson (Indonesian Textile, Garment and Leather Workers Union). Nike Indonesia staff demonstrated this
commitment by meeting with the leaders of PUK SPTSK on July 22nd and
subsequent occasions and reiterated in a letter to the union on July
29th that that the decision to discontinue orders was a business
decision and was not related to changes in government policy, union advocacy or
labor issues. PUK SPTSK also
represents workers at four other Nike contract factories in Indonesia. In fact, 13 trade unions represent
workers at the 10 Nike contract footwear factories. Nike continues to value
Indonesia as an important part of our global strategy. It continues to be our second largest
footwear production country and we will continue to make efforts to support the
success of our factory partners and promote stability for the Indonesian people
employed in these factories. Our
commitment is demonstrated by our ongoing work with 47 contract footwear,
apparel and equipment factory partners in Indonesia, which employ over 123,000
people. As a company that has
operated in Indonesia for nearly 15 years, we understand the value and
importance of stable employment and a good job. Nike has remained committed to Indonesia
during times of instability and uncertainty, and we continue to value the people
and country of Indonesia as valuable long-term partners. While business realities and global
conditions do impact our business practices, Nike is looking forward to a
positive future in Indonesia.In addition to factory
severance payments the factory is required to pay by law and government support,
Nike will work with partners to provide programs designed to make this difficult
transition easier. Displaced
workers will have the opportunity to access one or more of the following
Nike-supported programs: continuing medical services, job retraining programs,
continuing education opportunities for currently enrolled worker-students, and a
hiring preference for skilled Doson workers at other contract factories should
opportunities become available. I hope this letter provides
some additional background and context to what has been a challenging global
decision for Nike. We look forward
to a continuing relationship with the people and country of Indonesia. Please visit nikebiz.com for the latest
information regarding PT Doson and Nike's other corporate responsibility
initiatives. Sincerely, --------------------- Per essere esclusi dalla lista o ricevere informazioni sulla Clean Clothes Campaign, inviate un messaggio a : Ersilia Monti (Coordinamento lombardo nord/sud del mondo – Rete di Lilliput Nodo di Milano) - tel. 02-26140345 ---------------------------
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