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UNITED DOLORS OF BENETTON
UNITED DOLORS OF BENETTON
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PER FARE IL TUO MAGLIONE. BENETTON SFRUTTA IL LAVORO
MINORILE, ESPROPRIA LE TERRE AI MAPUCHES, RICATTA A
COTTIMO I LAVORATORI DEL SUD, BOICOTTA BENETTON !
Benetton nell'immaginario collettivo è "il capitalismo
dal volto umano" : merito delle campagne pubblicitarie
"etiche" con denunce sociali "griffate" Oliviero Toscani.
Non tutti sanno però che secondo molti esperti di
marketing caricare una merce di un valore aggiunto etico o
ideale è solo un modo bizzarro ma efficiente per vendere
di più, spacciando al consumatore un motivo di ipocrita
gratificazione morale.
Eh si, perché dietro la facciata progressista si nasconde
la solita realtà: avidità e sfruttamento, come e peggio
che per i padroni meno "illuminati". Pronti ad un
fantastico giro nelle meraviglie della globalizzazione
neoliberista ?! Partiamo!
Si comincia in Patagonia, da secoli terra degli indigeni
Mapuches. Benetton ha deciso che la tenera erbetta della
Patagonia ben si presta agli allevamenti di pecore et
voilà : niente di più semplice che espropriare gli
indigeni (da sempre alieni al concetto di proprietà
privata) e prendersi la terra : oggi, tramite la Compania
de tierras Sud Argentino SA, il nostro mecenate possiede
tenute per 900.000 ettari dove vengono allevati circa
280.000 bovini, che coprono parte del fabbisogno di lana
del gruppo.
Insomma una sana politica di sapore coloniale che ha
devastato l'economia mapuche. Per gli indigeni è
assicurato un futuro di lavoro sottopagato nelle aziende
Benetton per la produzione di lana, come più volte
denunciato dall'organizzazione mapuche-tehuelche "11 de
octubre".
Si continua in Turchia : è uno scoop giornalistico del
Corriere della Sera a rivelare il sistematico sfruttamento
di bambini, spesso kurdi, nelle aziende del fornitore
Benetton in Turchia. Il buon Luciano ha reagito con una
campagna di immagine in Italia e Turchia, ha comprato i
sindacalisti -non senza aver licenziato quello che più si
era esposto- ed ha lanciato un accordo di facciata per non
utilizzare i bambini in produzione. Certo poi l'azienda
lavora in rete coi subappalti e se i fornitori più
convenienti guarda caso sono quelli che sfruttano il
lavoro minorile di nascosto, che cosa ci si potrà mai
fare. !?
Il nostro giro finisce in uno dei tanti Sud del mondo :
quello di casa nostra !
Già l'Osservatorio Benetton (che non è di proprietà di
Benetton.) aveva denunciato il vero e proprio sfruttamento
presente nei tanti laboratori del nostro centro-sud che
lavorano a cottimo per questa e per le altre grandi firme
della moda italiana. Si va dalle gravi carenze igieniche
al vecchio fenomeno del "fuoribusta", al licenziamento
delle ragazze incinte, agli incentivi prodottivi che, in
pratica, costringono le lavoratrici a turni sempre più
massacranti. Il tutto sotto il ricatto di quello che
Luciano Benetton chiama "decentramento produttivo", ossia
il trasferimento della produzione nei paesi dell'Europa
orientale, dove un lavoratore costa meno, molto meno di
100 dollari al mese.
Ora ne abbiamo avuto un piccolo esempio alle porte di casa
: siamo a Pignataro Maggiore, provincia di Caserta, e
Benetton prende circa 50 miliardi di finanziamenti dalla
regione Campania come incentivo per realizzare un sito
produttivo ( è così trend dare incentivi senza vere
garanzie.): l'Olimpias . Dopo due anni Benetton non ha
mantenuto gli impegni sul terreno dell'occupazione. In
compenso chi lavora conosce condizioni di sfruttamento
durissime : 18 macchine da controllare per corridoio (sei
più che a Treviso!), ferie trasformate in giorni di
"fermo macchina" gestite dall'azienda e ciclo continuo
(compresa la notte). Ma ecco che uno dei reparti di
lavoranti alza la testa e osa rifiutare il ciclo continuo
! Che fa allora il nostro mecenate?:prendi i soldi e
scappa. se non accettano le sue condizioni minaccia di
trasferire tutto a Gorizia!
BOICOTTA BENETTON ! FERMIAMO LO SFRUTTAMENTO
Rete NoGlobal
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IL PROCESSO MC DONALD'S
170 testimoni provenienti da ogni parte del mondo, si
stanno presentando davanti al giudice per il processo alla
Mc Donald's. Gli imputati sono due animalisti, colpevoli
di aver diffuso un volantino contro gli hamburger. Il
processo è pieno di colpi di scena e sorprese, prime fra
tutte le dichiarazioni degli esperti chiamati a
testimoniare sul Mc Donald's, che confermano le tesi degli
ambientalisti imputati. Il testimonial di Mc Donald's dà
le dimissioni e si scusa pubblicamente. Da qualche anno,
molti gruppi di animalisti ed ambientalisti hanno avviato
una campagna contro Mc Donald's. le pratiche di questa
multinazionale, le cui vendite annuali ammontano a 24
miliardi di dollari (più di 50.000 miliardi in lire
italiane), sono criticate diverse ragioni:
- GLI ANIMALI - Macellati per gli hamburger di Mc
Donald's, passano la loro breve vita in allevamenti
intensivi, dove non possono quasi muoversi.
- LA FAME NEL MONDO - Mentre milioni di persone muoiono di
fame, vaste estensioni di terreni dei paesi poveri, sono
utilizzate per coltivare cibo per gli animali o per
allevarli.
- LE FORESTE - Queste estensioni sono spesso prodotto
della distruzione di foreste tropicali.
- LA SALUTE - Mc Donald's sostiene che il suo cibo è sano.
Eppure contiene un alto livello di grassi, zucchero, sale
e additivi; inoltre è povero di fibre e vitamine.
- L'OCCUPAZIONE - Le condizioni di lavoro degli
inservienti di Mc Donald's sono pessime: lo stipendio è
molto basso e più del 60% del personale lascia il posto in
meno di un anno.
Per maggiori e più complete informazioni, via internet,
sono disponibili questi indirizzi!
Per maggiori informazioni: www.tmcrew.org/mcd -
www.ecn.org
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SÃO PAULO, 22 DE ABRIL DE 2001 NO MALDITO CALENDÁRIO
CRISTÃO
Questi sono un paio di resoconti a proposito di una
giornata di scontri (lo scorso Venerdì) nella megalopoli
brasiliana. Attaccate una decina di Banche, un McMerda,
negozi costosi, prestigiose auto d'importazione, occupato
e imbrattato l'atrio di una società finanziaria, strappate
dalle mani di un tipo del partito comunista (palesemente
fuoriluogo come la sua stessa esistenza) bandiere
nazionali, testè incendiate, bloccata per ore l'Avenida
Paulista (arteria fondamentale, per parlare a uno che sta
dall'altra parte, dicono i paulisti, fai prima a
telefonare).
Capocce aperte, arresti (soprattutto tra i PunK, tra i più
attivi).
La capoccia e il naso spaccati di cui si parla qui di
seguito appartengono a un mio amico del CAVE, collettivo
di ecologisti/e anarchici/e di Santos (100km da San Paolo)
molto attivi nella lotta contro una centrale
termoelettrica in costruzione a "Cubatao".
Ma le capocce aperte le contano anche gli sbirri. Nel
secondo racconto, ad esempio, un compagno, nel
divincolarsi sferra una pietrata in testa a un comandante
e "os comandantes não usam capacete( casco)". San Paolo,
come sottolinea la seconda corrispondenza (anche se in
toni troppo vittimistici) non è Europa o StatiUniti. Le
"tropa de Choque" fanno male e il blando freno della
pacificazione occidentale lascia il posto ai grilletti.
Ma le compagne e i compagni pure loro fanno male...
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QUANTO CI COSTA UN AMERICANO
da 'Il Manifesto' del 26 Aprile 2001
di MARINELLA CORREGGIA
"Lo stile di vita statunitense non è in discussione" disse
nel 1991 George Bush senior per giustificare la necessità
della guerra nel Golfo, spinto (anche) dalle lobby
petrolifere texane. Bush junior - dopo aver recentemente
stracciato il Protocollo di Kyoto sul clima - pare
seguirne le pesanti orme.
Quella way of life e quella profonda commistione fra
affari e politica fanno infatti degli Stati uniti il paese
dei tristi primati ambientali. Per mantenere i quali il
paese disattende sistematicamente i tentativi di
regolamentazione ambientale internazionale, dal clima alla
biodiversità.
Da soli, gli Usa sono responsabili di un quarto
dell'effetto serra, spia di una pesantezza ecologica
globale, di una minore efficienza energetica rispetto agli
altri paesi "sviluppati", di un modello agroalimentare
funesto, di una tendenza spiccatissima e purtroppo imitata
allo spreco: iperacquisti, velocissimo ciclo di vita dei
prodotti, iperproduzione di rifiuti (pro capite tre volte
quelli italiani), delega alle macchine di moltissime
funzioni manuali e pedestri. Insomma, come sostiene il
Third World Resurgence, "il modello Usa è semplicemente
insostenibile: con il 4,5% della popolazione mondiale, gli
statunitensi consumano il 40% delle risorse del mondo e ne
recuperano solo l'1%".
Alcuni esempi? Gli Usa sono il primo paese al mondo,
insieme al Canada, per consumo di energia pro capite (9,73
Tep - tonnellate equivalenti di petrolio all'anno; la
quota per i 48 paesi più poveri è solo dello 0,3). Un
americano necessita in media di tanta energia quanto tre
svizzeri, quattro italiani, 160 tanzaniani e 1.100
ruandesi. Non solo. Gli statunitensi consumano il 25,5% di
tutto il petrolio prodotto nel mondo. A questo proposito,
spiega il rapporto World Watch Institute 1999 che "se
tutto il mondo consumasse tanto petrolio quanto gli Usa,
ne occorrerebbero 360 milioni di barili al giorno, mentre
se ne estraggono in tutto 67 milioni". Il consumo di
petrolio è aumentato negli Usa, tra il 1989 e il 1999,
dell'11% salendo a 883 milioni di tonnellate annue. Nello
stesso periodo, però, la produzione petrolifera nazionale
è scesa di oltre il 17%. Gli Usa, di conseguenza,
consumano circa il 60% in più di quanto producono e sono i
maggiori importatori petroliferi al mondo, con 521,5
milioni di tonnellate annue.
Pur essendo la patria della tecnologia, non deve
sorprendere che gli Usa siano al 32esimo posto quanto a
efficienza energetica. Ovvero: per produrre una unità di
prodotto interno lordo, negli Usa (e in Canada) si
utilizza il doppio dell'energia utilizzata, per esempio,
in Francia e in Italia. Ciò si somma, ovviamente, a una
propensione individuale e collettiva allo spreco, frutto
dei bassi costi dell'energia: "Negli Stati uniti un buon
livello di vita si identifica con la presenza di un'auto
sportiva sulle tre presenti in famiglia - scrive David
Molin Roodman in The Natural Wealth of Nations, World
Watch Institute 1998 - qui le emissioni di anidride
carbonica pro capite sono 27 volte maggiori della quota
pro capite che sarebbe sostenibile in un mondo più
equilibrato".
Particolarmente insostenibili anche i quasi 100 milioni di
auto ad aria condizionata; per andare da una città
all'altra, distanti qualche centinaio di chilometri, l'uso
dell'aereo (in assoluto il più inquinante ed energivoro
dei mezzi di locomozione) è la norma.
E vogliamo parlare dell'aspetto alimentare? In un mondo
che si nutrisse secondo l'alimentazione statunitense
standard, ci sarebbe cibo solo per due miliardi di
persone. Gli Usa sono infatti i maggiori divoratori di
carne del pianeta: circa 100 kg pro capite l'anno, contro
gli 80 - non pochi anche quelli - della media europea, e
ovviamente i due di un paese come l'India. Ciò significa
che la dieta americana standard (vivamente sconsigliata da
molti nutrizionisti, così ricca com'è di alimenti animali,
povera di fibre e gravata da 70 chili pro capite di
dolcificanti l'anno) comporta un consumo medio di 800
chili di cereali l'anno, utilizzati al 70% per nutrire gli
animali da carne, da latte e da uova. Per un confronto, la
dieta mediterranea
ne richiede 400 e una dieta vegetariana ne richiederebbe
200.
Del resto è proprio dagli Usa che l'Europa ha comprato le
prime farine animali, all'inizio degli anni 60. Così come
- grazie agli accordi di Blair House - è dagli Usa che
importa enormi quantità di soia, elemento che ha
contribuito al fatto che la zootecnia europea si slegasse
dal territorio e cominciasse a industrializzare gli
allevamenti. Quanto agli ogm - organismi geneticamente
modificati - sono il governo e le multinazionali Usa a
guidarne l'affermazione mondiale, in barba agli altrui
timori e resistenze come dimostrato (anche) dai recenti
"scandali" italiani legati alla multinazionale Monsanto.
Del resto è il gruppo di Cairns (Usa in testa, insieme
agli altri grandi esportatori di cereali) a bocciare le
proposte di protezione dell'agricoltura contadina nel Sud
del mondo contro l'invasione delle derrate prodotte a
basso costo.
Ma i tristi primati non finiscono qui. Secondo dati Onu,
un abitante degli Stati uniti consuma in media 600 litri
di acqua al giorno; un europeo è a quota oltre 200 e un
malgascio a quota 5). Anche l'eccesso di rifiuti prodotti
è un triste record targato Usa: secondo il Rapporto sullo
sviluppo umano dell'Undp, nel 1998 "la media individuale
di rifiuti urbani prodotta in Italia è stata di 470 kg a
testa annui, rispetto ai 430 dell'Unione europea e ai 730
della media statunitense". Mentre il rapporto del 2000 del
World Watch Institute indica come gli Usa consumino il 29%
della carta prodotta nel mondo.
Sommando tutti i consumi diretti e indiretti di energia
che questo stile di vita comporta, si capisce perché le
emissioni annuali pro capite di anidride carbonica negli
Stati uniti siano pari a 20 tonnellate, contro le 7,4
dell'Italia e le 0,2 (cento volte meno) di moltissimi tra
i paesi poveri.
Globalmente parlando, il cittadino statunitense medio ha
l'"impronta ecologica" (definizione che misura
l'efficienza ecologica di uno stile di vita) peggiore del
mondo; misurando le categorie alimenti, abitazioni,
trasporti, beni di consumo, servizi, risulta un'"orma"
pari a 6,2 ettari pro capite, mentre l'"impronta" media
italiana è pari a 3,11 ettari e quella media del mondo è
pari a 1,8 ettari.
Non stupisce, dunque, se gli Stati uniti mantengono
l'ancor più triste primato delle malattie dell'"eccesso":
un bambino su cinque soffre di obesità, mentre il 30% di
tutta la popolazione è obesa. Nel Paese sono presenti
neoplasie che hanno tassi di crescita da cinque a trenta
volte più alti che nel resto del mondo. Eppure McDonald's
apre cinque nuovi ristoranti al giorno. Anche se tra
questi ben quattro sono quelli inaugurati fuori dagli Usa.
ROBIN HOOD HA OCCUPATO LA BORSA DI SAN FRANCISCO
Il 2 aprile Robin Hood ha occupato la borsa di San
Francisco e ottenuto che il testo dell' FTAA (estensione
del NAFTA a tutto il continente) fosse reso pubblico. Fino
ad allora il testo di questo accordo, cui si lavora da 5
anni, era accessibile solo ai consiglieri delle
multinazionali e ai governi dei 34 paesi delle Americhe.
Questo accordo cambierà la vita di 650 milioni di
cittadini, dall' Alaska alla Patagonia, ma per qualcuno
era meglio rimanesse segreto più a lungo possibile.....
Se siete fra coloro che leggono ancora i giornali o
guardano la TV e credono di essere informati é molto
interessante questa analisi di come i media americani
hanno parlato dell' FTAA:
http://www.sf.indymedia.org/display.php3?article_id=2707
Nel frattempo il 7 aprile a Buenos Aires altri
manifestanti manifestanti inferociti hanno distrutto
banche e si sono scontrati con la polizia......
Dall' approvazione del NAFTA in MEssico i salari sono
diminuiti del 25%..............
In queste ore a Quebec City i manifestanti stanno
circondando i delinquenti soli nel loro palazzo e protetti
da 6000 agenti......
INSOMMA PERCHE' NON PARLIAMO UN PO' DI PIU' DI QUESTE COSE
INVECE CHE DELLE DELLA FINZIONE ELETTORALE E DELLA
MINZIONE PARTITICA ?
Altri links:
http://www.stopftaa.org
http://www.sf.indymedia.org/features/ftaa/
NETSTRIKE CONTRO IL MINISTERO DELLA PUBBLICA (D)ISTRUZIONE
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VENERDI' 18 MAGGIO 2001
Il sistema formativo si evolve? L'informatica entra nelle
scuole e nelle universita'?
E va bene, noi spunteremo anche da qui!
E visto che per loro l'informatica e' controllo e
formazione di mercato, stavolta la LEZIONE gliela diamo
noi.
Allora ci incontreremo tutti insieme venerdi' 18 maggio
dalle 15:30 per affollare il sito www.istruzione.it, un
netstrike contro chi privatizza i saperi e anestetizza le
coscienze.
Le riforme che continuamente sforna questo simpatico
ministero servono ad adeguare il sistema formativo alle
esigenze del mercato, detto in parole semplici vuol dire
aumento delle tasse universitarie, stages non pagati per
studenti, contratti con agenzie interinali, presidi
manager, sponsor negli istituti e soldoni ai privati.
Vogliamo organizzare questo corteo virtuale per farci
sentire, per farli strippare, per far vedere che esiste un
altro uso dei saperi (informatici), per fargli capire che
la nostra rabbia invade ogni strada, virtuale o reale che
sia.
Partecipare attivamente e' facile, basta andare, il 18
maggio alle 15:30, su www.istruzione.it, e richiamare la
pagina piu' volte che si puo', facendo ricarica (o reload,
aggiorna) salvando le pagine e usando teleport. Per
maggiori info vai su www.tmcrew.org/mw4k/netstrike/
Questa e' la sfida che lanciamo... per collaborazioni,
adesioni, critiche, richiesta info, appoggi tecnici
scriveteci a mw4k@disinfo.net
--->Che migliaia di byte li stravolgano!!!<---
"I wanna destroy every school...
I wanna destroy every prison!"
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