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bombole di metano per autotrazione



Amici della lista,

desidero avere maggiori informazioni circa il comportamento, se a Voi
risulta, di taluni installatori di impianti a metano su autovetture.

Avrei piacere di confrontare le esperienze di chi, fra Voi, ha munito la
propria autovettura di un impianto a metano e ha dovuto sottoporre al
collaudo quinquennale le bombole.

Sono metanautista da molti anni, ed ho fatto installare gli impianti sulle
autovetture da
impiantisti differenti nelle capacità ma soprattutto nei prezzi.
Il costo di un impianto, che oggi si aggira su cifre che vanno da 1.800.000
a 3.500.000, in alcuni casi è comprensivo del costo delle bombole; in altri,
sembrerebbe che queste vengano concesse dall'impiantista in comodato d'uso
"gratuito".
Ho sentito alcune persone aver pagato le bombole (che come sapete possono
essere in ferro o in "lega leggera"), mentre altri, pur versando le medesime
cifre per l'impianto non sono proprietari delle bombole in quanto concesse
in comodato d'uso, come detto prima.
Non Vi sfuggirà il fatto che le prime hanno un costo minore rispetto alle
seconde.
Anche la stessa differenza di costo degli impianti, viene giustificata dagli
installatori in riferimento al tipo di normativa che il motore rispetta
(carburatore,
catalitica, Euro 1, ecc.), quantunque io abbia il sospetto che, non
intendendosene, il proprietario finisca per pagare spropositatamente
l'impianto.
Sembrerebbe esserci poi un comportamento poco trasparente allorquando alla
scadenza dei cinque anni, le bombole devono essere collaudate, e vengono
immediatamente sostituite dall'impiantista con altre di pari capacità, che
però non sempre sono dello stesso materiale ("lega leggera") di quelle
sostituite.
Queste vengono ritirate per il successivo collaudo e non vorrei che
venissero rivendute dall'impiantista, successivamente al collaudo delle
bombole medesime, ad un altro metanautista, lucrando furbescamente.
Questo "giochetto" è di difficile individuazione perchè l'impiantista svolge
generalmente
la sostituzione delle bombole in lega leggera in assenza del proprietario,
vernicia le bombole in ferro che
installa, girando la parte superiore delle stesse nel vano bagagli dalla
parte in cui non sia possibile leggere la punzonatura del collaudo, della
ditta costruttrice e della matricola.
Il proprietario si accorge dello scambio a suo sfavore, soltanto cinque anni
più tardi, o anche meno, se cambia autovettura e utilizza le bombole.
Oppure si rende conto dell' "anomalia", quando l'impiantista gli propone le
bombole
"migliori in lega leggera", o, vendendo o rottamando l'autovettura, non sia
possibile installarle in una successiva le cui dimensioni richiedono bombole
di differente volume e capacità.
Sarà così costretto a venderle a basso costo, o a farsele valutare in
permuta con valutazione inferiore rispetto a quelle che originariamente
aveva
acquistato, ammesso che gli vengano ritirate.

Desidero inoltre sapere se alcuni di Voi siano già stati contattati
dall'impiantista che reclama le "sue" bombole concesse in comodato, perchè
ho il sospetto che in giro per l'Italia vi siano centinaia di bombole che,
per vendita, sostituzione, collaudo, ecc. non siano più rientrate "alla
base" dell'originario proprietario o impiantista.

Nel precisare che quanto sopra esposto non è un'accusa formale nè
generalizzata alla categoria degli impiantisti, ma una semplice ipotesi, per
la quale chiedo gentilmente un Vostro eventuale riscontro, Vi
porgo cordiali saluti.

Costanzo PROTTO