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ENCUETRO n.8 - gennaio 2001



ENCUENTRO:  e.mail-news

House Organ della Cooperativa Commercio Alternativo
n.8 gennaio 2001


IL SETTORE COMUNICAZIONE

Con l'anno nuovo, Commercio Alternativo ha dato il via al settore
comunicazione: i fatturati realizzati negli ultimi esercizi hanno permesso
di destinare risorse a questo campo essenziale per il miglioramento del
lavoro della cooperativa. Questo nuovo settore dovrà occuparsi di tutto ciò
che è informazione, relazioni esterne e, in un certo qual modo, anche di
marketing. Tale settore verrà ubicato in un nuovo ufficio, altra rilevante
novità di cui si parlerà più avanti, che farà anche da sede di
rappresentanza, e a gestirlo sarà Sergio Lucci, il sottoscritto.
A tal proposito, vorrei brevemente presentarmi.

L'offerta fattami nell'ottobre scorso da Commercio Alternativo di seguire
tutto il settore comunicazione è giunta al momento giusto nel corso della
mia storia personale e professionale. Dopo la laurea in Filosofia arrivata
nel marzo scorso, non avevo più alibi credibili per poter rimandare il
problema di cosa avrei dovuto fare "da grande". D'altronde gli ormai otto
anni di esperienza giornalistica a vari livelli e in contesti molto diversi
mi avevano reso dubbioso sulla mia volontà di fare informazione "pura",
cioè all'interno di testate giornalistiche.
Dopo due anni spesi in un'insipida gavetta di cronaca presso un quotidiano
di Ferrara, dal 1995 ho progressivamente spostato i miei interessi verso il
mondo della solidarietà. La mia idea di fondo (niente di straordinariamente
acutoŠ) era che, sia che si trattasse di assistenza agli handicappati, sia
che si trattasse di ecologia o di cooperazione internazionale, il
cosiddetto terzo settore era un osservatorio del tutto particolare sulla
realtà sociale: esso poteva essere una fonte giornalistica notevole perché
quotidianamente immerso nella concretezza di certe problematiche e
idealmente impegnato nella loro soluzione.
Il passo poi che mi avrebbe portato dall'usare certi soggetti come fonti
per i miei articoli, ad essere parte attiva di questi stessi soggetti, fu
tanto corto e naturale da essere quasi inavvertibile. Il vero giornalismo
infatti, nella sua originaria dimensione deontologica,  ha il naturale
"dovere di interessarsi ai deboli, ai fiacchi e agli oppressi che alzano
braccia al cielo", come diceva Giovanni Verga.
Dopo una brevissima esperienza a Legambiente dell'Emilia Romagna, sono
stato membro del coordinamento pubblicazioni di Amnesty International per
circa due anni.
Nel marzo dell'anno scorso ho poi iniziato una collaborazione con l'agenzia
di stampa Misna, creata da diverse congregazioni italiane e probabilmente
una delle più interessanti ed innovative iniziative giornalistiche degli
ultimi anni. Differenti vedute, anche strettamente personali, tra il
direttore della Misna e me, mi hanno poi allontanato da tale testata. La
qualità del lavoro, e soprattutto certe strategie editoriali di tale
agenzia, sono però ottime ed anche istruttive per ciò che potremmo fare noi.
La Misna ha scelto di lavorare esclusivamente su internet perché esso è il
mezzo di comunicazione più veloce, economico e dalla diffusione
potenzialmente universale. Bastano pochi minuti e la notizia ricevuta dalla
Somalia, per esempio, è già un articolo che, apparendo sul proprio sito
web, può essere letto da migliaia di persone in tutto il mondo. Il tutto ad
un costo ridicolo se confrontato con le spese dell'informazione cartacea.
Ma alla base della strategia comunicativa Misna sta anche l'interessante
intuizione di usare come fonti soggetti che ben conoscono le realtà sociali
nelle quali operano e di cui parlano, e per questo possono diventare
interlocutori qualificati anche per i grandi media. Che infatti seguono il
lavoro dell'agenzia con grande attenzione.
Velocità, volontà di raggiungere un grande numero di lettori in una
situazione di budget limitati, attendibilità del proprio messaggio e
necessità di arrivare ai grandi soggetti dell'informazione: sono questi gli
elementi di cui dobbiamo tenere conto se vogliamo costruire una strategia
di informazione e comunicazione capace diffondere efficacemente ciò che
facciamo e il perché lo facciamo.
Come per gli altri prodotti del commercio equo e solidale, anche per
l'informazione tanto è importante il lavoro attraverso le botteghe, quanto
però è oggi decisivo "infiltrarsi" tra la grande distribuzione
dell'informazione. Non per perdere le nostre specificità ma, al contrario,
per realizzarle sempre più "dando fastidio"  nel campo avversario.
Dobbiamo cioè produrre un'informazione che, come dicono i missionari, sia
"profetica": partendo dal presente annuncia un mondo nuovo, alternativo, a
chi ora non è nemmeno capace di immaginarlo.
La strada per realizzare ciò, non può che essere percorsa attraverso una
discussione collettiva che coinvolga tutta la cooperativa. Encuentro
potrebbe essere il luogo adatto per iniziare.

Sergio Lucci



NUOVE SPEDIZIONI

Dalla fine delle vacanze di Natale ad oggi, sono state aperte quattro
spedizioni provenienti dai nostri partners. Da Prescraf e Bamenda
Handicraft del Camerun sono arrivati diversi prodotti di artigianato. Oltre
ad oggetti di arredamento, borse e cesteria in fibra naturale, sono
presenti anche diversi tipi di giochi di società in legno, considerati tra
i più antichi al mondo.
I "pezzi forti" dal Camerun sono però una trentina di strumenti musicali
che da circa tre anni vengono regolarmente importati incontrando sempre un
notevole interesse da parte dei clienti. La partita arrivata dopo Natale
comprende i fischietti di bambù, sempre molto venduti, sonagli, tamburi ed
altre percussioni tradizionali.

Strumenti musicali (soprattutto percussioni) arrivano anche dal Gahaniano
Ajoasha, oltre che artigianato vario in terracotta e legna, cesteria e
maschere tradizionali.

Dopo grossi problemi nelle consegne,  Tebeniketè dal Benin ci ha fatto
arrivare collane tradizionali in fibra naturale lavorata in modo
tradizionale, con decorazioni in vetro e metallo.

Tototo del Kenia ha mandato diversi oggetti in pietra saponaria: sculture
di vari tipi, animaletti soprammobili e soprattutto scacchiere davvero
molto belle.

Dal Cile invece, Comparte ci ha mandato diversi prodotti in terracotta:
soprammobili e decorazioni, ma soprattutto tegami ed utensili da cucina
prodotti naturalmente e assolutamente atossici, adatti quindi per essere
usati per la cottura sul fuoco, La loro sobria eleganza li rende inoltre
adatti come piatti di portata a tavola.
Della stessa spedizione fanno parte anche oggetti in legno, movil e i pali
della pioggia: i tronchetti di cactus pieni di sassolini che, scorrendo
dall'alto in basso, sembrano riprodurre il rumore della pioggia sul terreno.
Prodotti decorativi in terracotta, in questo caso multicolore, arrivano
anche dai partners messicani di Xochiquetzal e Atzompa (Oaxaca). Anche in
questo caso troviamo materiale da cucina in ceramica.

Da Coprosa del Paraguay sono invece stati mandati i vestiti da donna in
cotone beige. Dai pantaloni agli abiti lunghi, questi prodotti in un
tessuto che ricorda molto il lino, da qualche anno incontrano sempre un
ottimo risultato nelle vendite.

La spedizione di Golden Palm in Sri Lanka, contiene oggettistica da
soprammobile ed altri giochi. Questi ultimi sono formine di legno, molto
colorate e semplici, certo meno "intellettuali" dei giochi provenienti dal
Camerun, ma sicuramente più adatti per i bambini.
Il container proveniente dai due partners indonesiani Pakerti e Apikri
contiene diversi tipi di vasi, i tipici strumenti musicali di canna,
chiamati Anklung. La noce di cocco è la materia prima dei diversi utensili
da cucina prodotti da Pakerti. Sono invece di Apikri i diversi oggetti di
bigiotteria in pelle con colori vivaci, ed altri d'argento lavorati a mano.


CHICO VIVE!

Mancano ormai pochi giorni all'arrivo delle noci amazzoniche provenienti da
Xapurì, nello stato brasiliano dell'Acre. Purtroppo tale prodotto sarà
disponibile solo sul finire della stagione invernale, ideale per la vendita
della frutta secca. Questa situazione si è determinata per via dei pesanti
ritardi di spedizione avuti in Brasile. Il container di Noci era pronto al
porto di Manauas già alla fine di ottobre, ma la cooperativa Agroextravista
non è riuscita a produrre in tempo la documentazione necessaria per
l'esportazione.
D'altra parte, se avessimo rinunciato all'importazione, il partner avrebbe
dovuto subire l'ingente spesa del recupero di un container fermo a 1500
chilometri dalla loro sede. Se le noci non fossero partite per l'Italia, la
Agroextravista avrebbe davvero rischiato il fallimento.
A nostro parere invece, il lavoro di questo partner va sostenuto nonostante
le difficoltà di trasporto e di vendita che potremmo avere: i risvolti
sociali del loro impegno sembrano notevoli e l'aspetto economico e
commerciale dell'attività agroestrattiva da segnali positivi per il futuro.
Dopo la morte di Chico Mendes, la cooperativa ha continuato a subire
diversi attentati e danneggiamenti, che hanno via via portato al blocco
delle esportazioni durante gli ultimi tre anni.
Più recentemente sono invece sorte diverse piccole cooperative di
raccoglitori-produttori di noce amazzonica, gestite da giovani molto
motivati e con maggiori competenze sia tecniche che amministrative. Gli
utili ottenuti dalla vendita dei prodotti amazzonici vengono reinvestiti
nei servizi fondamentali della sanità, comunicazione, istruzione. Tutto
viene gestito direttamente dalle comunità, partendo dalle tradizioni
culturali e dalla conoscenza dell'ambiente naturale nel quale vivono da
secoli.
E' questa la nuova generazione nella quale tanto credeva e sperava Chico
Mendes.
Dare fiducia ai primi passi di questi giovani produttori significa anche
offrire alla foresta amazzonica una possibilità di sopravvivenza in più.
Come anche l'Onu ha recentemente affermato, il lavoro agroestrattivo
condotto in maniera ecologicamente sostenibile, offre un'importante
possibilità di permanenza alle popolazioni amazzoniche. E questo è il
miglior nemico contro la deforestazione, la distruzione della biodiversità
e la generale spoliazione di tutte le ricchezze naturali della foresta.
E' quindi un progetto che interessa diverse dimensioni tra esse
interdipendenti: dall'aumento del tenore di vita alla promozione di
specificità culturali, alla salvaguardia di un ambiente unico ed
indispensabile per tutto il pianeta. Per tutti questi motivi, è importante
continuare questa partnership nonostante i problemi di questi primi
contatti.






DIFFICOLTA' IN ANGOLA, PROGETTI INTERESSANTI IN ZAMBIA

Dal primo al 25 gennaio Marcella Ferretti di Ferrara Terzo Mondo è stata in
missione in Angola e Zambia.
Le prime due settimane le ha passate nell'ex colonia portoghese per
studiare un possibile programma di cooperazione nella città di Malanje,
situata a 400 chilometri a est della capitale Luanda. Mentre sembrano
esserci discrete possibilità di attuare questo progetto, sembra che non ci
siano le condizioni minime per un rapporto di commercio equo e solidale.
"La guerra civile - dice Marcella - rende i trasporti di terra molto
pericolosi e anche costosi: è possibile effettuarli con un minimo di
sicurezza solo con la scorta dell'esercito, che per il "disturbo" chiede
circa 2500 dollari alla volta. Un'altra tangente di 1500 dollari si deve
poi pagare per i documenti di sdoganamento".
Ma problemi enormi sorgono addirittura prima di quelli di trasporto.
L'angola è infatti il paese col più alto numero di mine anti-persona al
mondo. Una situazione che anche nelle zone non minacciate dalla guerra,
impedisce ogni tipo di sfruttamento economico del terreno. "La gente è
costretta a coltivare quei piccoli spazi liberi all'interno della città.
Tutte le risorse agricole, o altre come il legname e la creta per
l'artigianato, sono limitate a livelli di sussistenza. Anche per questo è
praticamente impossibile avviare un progetto commerciale".

Marcella, in Zambia invece, le cose sono andate diversamente. C'erano già
contatti più sicuri e un progetto già avviato.
In effetti Mumwa non era del tutto nuovo per noi. Patrizia Belletti di
Commercio Alternativo li aveva conosciuti qualche anno fa a Francoforte ed
era risultata interessante certa cesteria molto particolare e diversa da
quelle che già abbiamo.
Mumwa è un'associazione di circa 3500 produttori sparsi per la Western
Province, un'area abbastanza periferica, dove gran parte delle terre è
ancora di proprietà del re tradizionale e le aziende multinazionali non
sono ancora arrivate, come invece è accaduto per la capitale Lusaka.
E' un'organizzazione giovane, nata nel '97 grazie ad un programma
dell'Unione Europea per lo sviluppo del commercio dell'artigianato
africano. Non è molto conosciuta, e per questo non è ancora riuscita a fare
un container pieno di prodotti per l'Europa. Tutto questo, come dicevo,
nonostante l'ottima qualità dei prodotti artigianali. C'è poi da aggiungere
che tale produzione è inserita in un impegno di salvaguardia ambientale: i
produttori vivono ed operano all'interno di un parco nazionale, e al
legname utilizzato per la produzione di cesteria è legato un programma di
riforestazione.

C'è però qualche problema di partnership?
Il fatto che i produttori vivano in una zona periferica, vuole
essenzialmente dire che ci sono difficoltà di trasporto. Il semplice
abitare sull'altro lato del fiume Zambesi, può rappresentare un grosso
problema per il trasporto delle merci. La stessa lavorazione di questi
prodotti di artigianato richiede tempi più lunghi del solito. Abbiamo
calcolato che in media ci vorranno quattro mesi tra l'invio dell'ordine e
la consegna.

Con le altre organizzazioni che hai incontrato a Lusaka, questi problemi
non dovrebbero esserci.
La Zambili D'Afrique è una ong che dalla capitale fornisce diversi servizi
ai gruppi di produttori che esportano. Mi sono sembrate persone molto
competenti e svelte. Hanno buoni cataloghi, e sono degli ottimi
spedizionieri. Il fatto poi di offrire ai produttori un magazzino di
stoccaggio, fa si che abbiano una grande varietà di merce. Nel campo
alimentare, mi sembra interessante il miele, le arachidi, il caffè e certa
frutta secca. Per l'artigianato invece, hanno dell'oggettistica molto
originale in carta pesta e in metallo riciclato, prodotti ora quasi del
tutto assenti sul nostro mercato.







IL NUOVO UFFICIO PER COMMERCIO ALTERNATIVO

Come già annunciato nell'editoriale, dalla metà di febbraio Commercio
Alternativo amplierà le proprie strutture, dotandosi di uno spazio
specifico per l'ufficio comunicazioni e di rappresentanza. La scelta di
questo spazio è stata in parte dettata dal fatto che materialmente non era
più possibile fare tutto nella sede amministrativa ricavata dal magazzino
centrale di Commercio Alternativo. E' però anche giunto il momento di avere
un luogo di rappresentanza sobriamente elegante per accogliere e
confrontarci col mondo esterno. Anche questo è un segno che stiamo
lavorando beneŠ
In tutto, l'appartamento misura circa 150 metri quadri, ed è posto in una
zona tra le più belle della città. E' inoltre vicino alla stato stazione
ferroviaria, alla sede della cooperativa e facilmente accessibile in
macchina anche per chi non conosce bene Ferrara.
Il contratto d'affitto dell'appartamento dove avrà sede anche l'ufficio di
Commercio Alternativo è stato effettuato dal socio locale, Ferrara Terzo
Mondo, per sistemarvi il proprio centro studi e documentazione.
L'appartamento è composto da tre camere di una trentina di metri quadri
ciascuna ed un ampio salone di più di cinquanta. Quest'ultimo servirà
essenzialmente per la biblioteca di FTM, ma sarà un ottimo ambiente per gli
incontri della nostra federazione.
Le altre tre stanze ospiteranno l'ufficio della nostra cooperativa, una
stanza per gli ospiti provvista anche di angolo cottura e, nell'ultima, la
sede locale di Legambiente e la nuova società di trading dei prodotti del
commercio equo e solidale gestita da Salvo Monachino


AGENTI DI COMMERCIO EQUO E SOLIDALE

Sono ormai state definite le linee essenziali di un'idea che circola da
tempo: quella di avviare un progetto di formazione per agenti e promotori
commerciali del commercio equo e solidale. Responsabile del progetto sarà
Salvo Monachino di Macondo (Palermo) e nostro consigliere d'amministrazione
che, avendo alle spalle un'esperienza professionale di otto anni in questo
campo specifico, è la persona più adatta ad aprire tale iniziativa.
Secondo Salvo, gli obiettivi che questo progetto potrebbe raggiungere sono
essenzialmente quattro.
- consolidare la presenza di CCA all'interno delle botteghe;
- aggredire e penetrare nuovi mercati obiettivo;
- identificare nuovi prodotti e/o comunque quei prodotti alimentari e
artigianali su cui puntare per grosse forniture;
- rendere più efficace ed efficiente la rete di depositi di CCA, indicando
in modo chiaro e netto nuove prospettive di sviluppo e lavoro comune.

Entriamo meglio nei dettagli dei vari punti. Riguardo al "consolidare" la
presenza di CCA, si vuole fare riferimento al compito che la sede centrale
dovrebbe e potrebbe assumere di meglio coordinare il lavoro delle botteghe
e dei depositi decentrati. Così facendo, si eviterebbero sovrapposizioni
territoriali nella distribuzione dei prodotti, e si potrebbe realizzare una
maggiore diversificazione nello sviluppo dei progetti che hanno i vari soci.
A proposito invece della possibilità di ampliare il nostro raggio d'azione,
l'esperienza degli ultimi tempi insegna che esiste un mercato di vaste
dimensioni ben disposto nei confronti dei nostri prodotti: con poco tempo e
poco lavoro si possono spostare grandi partite di merce, a tutto vantaggio
dei nostri partners e delle nostre cooperative.
A tal proposito, il terzo punto elencato vorrebbe concentrare la nostra
attenzione sul fatto che penetrare nuovi mercati significa non solo saper
vendere bene ciò che già abbiamo, ma elaborare una strategia di marketing
che orienti la nostra struttura verso il consumatore: occorre capire,
continua sempre Salvo, cosa vuole il cliente e inventarsi tutto il
possibile per fornirglielo alle migliori condizioni.
Infine, rendere più efficiente ed efficace la rete dei depositi dovrebbe
anche significare il ritrovare una politica comune di sviluppo capace di
andare al di là degli interessi particolari di ogni soggetto della nostra
federazione.

Insomma, nella sostanza, questo progetto dovrebbe dare il via ad una vera
struttura di vendita per CCA. L'utilità di questa rete di agenti non sarà
solo quella di essere "verso" il cliente, ma anche di diventare osservatori
competenti delle tendenze di mercato, al fine di correggere di continuo la
politica aziendale e offrire i più diversi strumenti di promozione.

La prima riunione aperta a tutti (attraverso prenotazione telefonica presso
la nostra sede) si terrà sabato 3 marzo dalle 10.00 fino alle 17.00, presso
il nuovo ufficio di viale Cavour 142 a Ferrara.


IL PREMIO CITTA' DI FERRARA A SHAY CULLEN DI PREDA

Giunto ormai alla sua quinta edizione, quest'anno il premio Città di
Ferrara, organizzato da Ferrara Terzo Mondo, andrà a padre Shay Cullen,
missionario irlandese nelle Filippine e fondatore di Preda. Personaggio di
livello internazionale nella lotta contro la pedofilia, padre Cullen è
candidato al Nobel per la Pace.
La consegna del premio avverrà nella serata del 27 aprile prossimo a
Ferrara dopo che nei giorni precedenti padre Shay avrà avuto incontri
pubblici anche in altre città italiane. Un calendario preciso però non è
ancora stato definito.
Nato a Dublino cinquantotto anni fa, padre Shay Cullen è prete dal 1969.
Dopo l'ordinazione partì per le Filippine, a Olongapo City, dove iniziò
subito un'intensa attività pastorale al fianco dei giovani.
A padre Cullen apparve chiaro fin da subito che i gravi problemi che
colpivano questa zona a circa centoventi chilometri da Manila, erano tutti
legati alla presenza della più grande base navale statunitense fuori dal
territorio Usa, a quel tempo strategica per la guerra in Vietnam.
In mancanza di industrie ed altre attività commerciali autonome, tutta
l'economia della zona dipendeva dalla base: esistevano solo servizi per il
funzionamento dell'area navale, o per il divertimento del personale
militare. In centinaia di locali notturni lavoravano circa 16.000 donne e
bambine come prostitute.
Anche dopo la chiusura della base, padre Cullen ha continuato a lottare
tramite Preda  per l'affermazione dei diritti dell'infanzia filippina,
contro i molteplici aspetti e modi in cui gli abusi si manifestavano.
Diversi sono quindi i progetti dell'organizzazione. Il programma di
sviluppo della gioventù rimane primario per Preda, e si articola in lavori
di comunità tesi a rinforzare la personalità e le capacità relazionali di
quei ragazzi vittime di abusi. Gli operatori di Preda lavorano però anche
al di fuori delle strutture dell'organizzazione, visitando giovani detenuti
nelle carceri e intraprendendo azioni legali per il loro rilascio e
riabilitazione.
Allo stesso modo sono frequenti i seminari sulla prevenzione dell'aids in
giro per scuole, chiese e comunità dell'arcipelago asiatico.
Riguardo invece la base militare Usa, Preda si occupa di una delle sue più
tristi "eredità": quella delle ragazze abbandonate coi figli avuti dai
soldati americani, cui Preda offre assistenza sociale e legale.
Nel campo del commercio equo e solidale, sono noti sia i prodotti di
artigianato che quelli alimentari, tramite i quali è nostro partner.
Ma ciò che ha reso famoso in tutto il mondo la figura di padre Shay è stata
senz'altro la campagna per fermare la prostituzione giovanile che, come già
detto, era un fenomeno enorme nell'area di Olongapo. Il lavoro di Preda si
è sviluppato non solo attraverso un'attività di sensibilizzazione pubblica
a livello internazionale, coinvolgendo grandi media, politici e altre ong.
Ma soprattutto attraverso un lavoro di ricerca e smascheramento di reti
internazionali di pedofili, attività che peraltro è costata a Shay diverse
minacce di morte.
Anche quest'anno quindi, il premio città di Ferrara premia una persona che
ha dedicato la sua esistenza alla difesa di una comunità locale attraverso
ideali universali.





Commercio Alternativo S.C a R.L.
Via Darsena 176/a
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Fax: ++39 - 0532 - 52845
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