Nel 1957 il Dr. William Coda Martin
tentò di rispondere alla seguente domanda: Quand'è che un alimento è tale
e quando invece è un veleno? La sua definizione di veleno era, dal punto
di vista fisico: Qualsiasi sostanza che inibisce l'attività di un
catalizzatore che sia una sostanza secondaria, chimica o un enzima che
attiva la reazione. Il Dr. Martin aveva classificato lo zucchero
raffinato come veleno poiché esso è stato privato delle sue forze vitali,
vitamine e minerali. "Quello che resta consiste di carboidrati puri,
raffinati. Il corpo non può utilizzare questi amidi e carboidrati
raffinati a meno che le proteine, vitamine e minerali eliminati non siano
presenti. La Natura fornisce questi elementi a ciascuna pianta in quantità
sufficienti a metabolizzare i carboidrati della pianta in questione. Il
metabolismo incompleto dei carboidrati risulta nella formazione di
"metabolita tossico" quale l'acido piruvico nonché zuccheri anormali che
contengono cinque atomi di carbonio. L'acido piruvico si accumula nel
cervello e nel sistema nervoso mentre gli zuccheri anormali fanno
altrettanto all'interno dei globuli rossi. Questi metaboliti tossici
interferiscono con la respirazione delle cellule le quali non possono
ottenere sufficiente ossigeno per sopravvivere e funzionare
normalmente." Lo zucchero raffinato è assai dannoso quando viene
ingerito dagli esseri umani perché fornisce soltanto quelle che gli
esperti di nutrizione chiamano come calorie "vuote" o "nude"; esso manca
dei minerali naturali presenti nella barbabietola e nella canna. Per di
più lo zucchero è peggiore di qualsiasi altra cosa in quanto a prosciugare
e dissolvere dal corpo preziose vitamine e minerali. Lo zucchero
assunto quotidianamente produce una condizione di continua iperacidità (e
secondo una visione orientale questa iperacidità è causa di cancro) e, nel
tentativo di rettificare lo squilibrio, vengono richiesti dal profondo
dell'organismo sempre più minerali. Infine, onde salvaguardare il sangue,
dalle ossa e dai denti viene preso tanto calcio da dare inizio ad un
decadimento ed indebolimento generale. L'eccesso di zucchero alla fine
nuoce ad ogni organo del corpo. Inizialmente esso viene immagazzinato nel
fegato in forma di glucosio (glicogeno). Poiché la capacità del fegato è
limitata, un'assunzione quotidiana di zucchero raffinato ben presto fa sì
che il fegato si gonfi come un pallone e, quando esso è pieno sino al
limite delle sue possibilità, il glicogeno in eccesso ritorna nel sangue
sotto forma di acidi grassi i quali vengono trasportati in tutte le parti
dell'organismo ed immagazzinati nelle aree meno attive: il ventre, le
natiche, il petto e le cosce. Quando queste aree relativamente innocue
sono completamente sature, gli acidi grassi vengono poi distribuiti negli
organi attivi come il cuore ed i reni, i quali cominciano a rallentare la
loro attività ed i cui tessuti alla fine degenerano e si trasformano in
grassi. L'intero organismo viene influenzato da questa loro ridotta
capacità e si crea una pressione sanguigna anormale. Il sistema nervoso
parasimpatico viene danneggiato e gli organi da esso governati, come il
cervelletto, divengono inattivi o si paralizzano. I sistemi circolatorio e
linfatico vengono invasi e le caratteristiche dei globuli rossi iniziano a
cambiare. Si verifica una sovrabbondanza di globuli bianchi e la
generazione di tessuti rallenta, la tolleranza e la capacità immunitaria
del nostro organismo diventa più limitata cosicché non siamo in grado di
reagire a situazioni relativamente critiche, siano esse freddo, caldo,
zanzare o microbi. Troppo zucchero ci rende sonnolenti e si perde la
nostra capacità mnemonica e di fare calcoli.
Proprietà
indesiderate:
- Aumenta l'acidità del sangue (causa di
tumori secondo la visione orientale)
- Impoverisce il corpo di sali minerali
(soprattutto calcio dai denti e dalle ossa (vedi
osteoporosi))
- Impegna e intossica il fegato
- Produce acidi grassi
- Perdita di memoria
- Sonnolenza
piccola estrapolazione da
Nexus New Times ed. italiana n°28 Settembre
2000 |