appello urgente



Dopo tre anni di battaglie sembra proprio che la nuova Giunta comunale si appresti -dopo l'alibi del parere positivo espresso  dalla Conferenza dei Servizi- a dare il via allo zoo-safari di Mirabilandia-Ravenna dove confluiranno gli "animali in eccesso" provenienti dallo squallido zoo-safari di Fasano ed altri "dismessi" dai circhi.

La questione è ormai solo in mano alla politica essendosi già espressi in forma contraria la comunità ravennate e le Associazioni ambientaliste ed animaliste.

E la decisione è attesa nei prossimi caldissimi giorni estivi. D'altra parte non è stato in un 15 di agosto che si fece fuggire Kapler in valigia?... I giorni giusti per non avere presenze scomode fuori dalla porta della Giunta.

 

L'invito è a quanti ritengono scandaloso che nel 2006, in un distretto di grande valenza naturalistica, mentre si rivendica il valore per questo territorio naturalistico ed archeologico come Patrimonio dell'Umanità  esso venga consegnato in mani meramente "produttive" : a tutti chiediamo di scrivere lettere al Sindaco Fabrizio Matteucci e alla sua nuova Giunta affinchè DICENDO NO ALL'INSEDIAMENTO dimostri l'attesa diversa sensibilità rispetto al suo predecessore.             Grazia

 

Se è possibile sarebbe utile averne copia tramite la rete. Grazie

Allego stampa quotidiana sul tema

25/07/2006 il Resto del Carlino RAVENNA

I Verdi: «E' uno zoo, inutile cambiare il nome »

I Verdi intanto annunciano una mobilitazione « a livello nazionale ed internazionale contro una specie di zoo di cui i ravennati non sentono affatto la necessità».

«La città — scrivono in un comunicato Marco Ferrari e Maria Grazia Beggio— ha già risposto negativamente in una affollata Agenda 21 . La sua eventuale realizzazione sarebbe, a nostro giudizio, incompatibile con l'offerta turistica ravennate e finirebbe con screditarne l'immagine stessa .

Introdurre nel nostro territorio degli elementi estranei al nostro patrimoni o faunistico è in netta contraddizione rispetto alla valorizzazione delle preziose e uniche risorse ambientali ravennati all'interno del vero Parco del Delta del Po» .

«Come sarebbe possibile — chiedono i rappresentanti del `Sole che ride' — far convivere la richiesta del riconoscimento all'Unesco del nostro ambiente naturale come patrimonio dell'Umanità con l'installazione di strutture in cui gli animali sono costretti a vivere in cattività avulsi dal loro contesto e che perciò vanno nella direzione opposta?» .

«Riteniamo questo progetto — concludono i Verdi — inaccettabile, meramente formali e assai parziali le risposte offerte dai tecnici che hanno redatto la valutazione di impatto ambientale (a molte osservazioni non è stata data una risposta) . Ricordiamo anche che comunque, in ultima istanza,

spetterà solo al ministro dell'Ambiente, Pecoraro Scanio, dare l'assenso all'apertura dello zoo, perché di

questo si tratta malgrado il trucco di cambiargli il nome» .

 

La Voce di Ravenna 25/7/2006

I Verdi: "Screditerebbe l'offerta turistica ravennate"

Questo zoo non s'ha da fare

 

RAVENNA (Sap) - La questione del parco faunistico della Standiana continua a far discutere. Anzi, sta diventando un vero e proprio zoo . La parola decisiva spetta ora alla giunta comunale e nel frattempo le pressioni per far sì che il progetto non venga accolto sono state molte, soprattutto da parte di Prc, Lav e Verdi. E sono i Verdi, orfani di consigliere ma pronti a farsi sentire anche stando fuori dai palazzi del potere, che tornano ad intervenire sulla questione .

"E' importante ribadire -spiegano gli esponenti del partito Marco Ferrari e Maria Grazia Beggio - che l'eventuale presenza di una struttura in cui degli animali vengono esibiti come attrazioni in stato di

cattività ed al di fuori del loro contesto naturale, non può essere spacciato come progetto con funzioni educative né rappresentare assolutamente un progetto didattico". Senza contare che, precisano i Verdi, "introdurre nel nostro territorio degli elementi estranei al nostro patrimonio faunistico è in netta contraddizione rispetto alla valorizzazione delle preziose ed uniche risorse ambientali ravennati

all'interno del vero parco del delta del Po".

C'è poi anche un altro interrogativo che fa scuotere il Sole che ride e che riguarda la compatibilità fra la richiesta del riconoscimento Unesco per il nostro ambiente naturale come patrimonio dell'umanità, con l'installazione di strutture in cui gli animali sono costretti a vivere in cattività, avulsi dal loro contesto secondo una direzione opposta a quella dello spirito della valorizzazione delle risorse autoctone. Questo porterebbe, sempre secondo Ferrari e la Beggio, ad un discredito dell'immagine turistica della città . La conclusione è secca e non lascia spazio a ripensamenti: "Riteniamo questo progetto inaccettabile e ribadiamo che come Verdi ci mobiliteremo a livello nazionale ed internazionale contro una specie di zoo di cui i ravennati non sentono affatto la necessità".

 

 

 

 

25/7/2006 Corriere  di Ravenna

I Verdi Marco Ferrari e M.Grazia Beggio promettono battaglia a oltranza al progetto dell'Alfa 3000

"Lo zoosafari non è compatibile con l'offerta turistica ravennate

La città ha già dato a suo tempo una risposta negativa "

RAVENNA - Lo zoosafari? Secondo i Verdi è "assolutamente incompatibile con l'offerta turistica ravennate". Non solo, ma se venisse realizzato potrebbe screditare stessa , della città e del suo territorio.

La nota siglata da Marco Ferrari e Maria Grazia Beggio non lascia dubbi sulle opinioni del Sole che ride. Sempre che ce ne fossero state dopo aver letta le osservazioni al progetto .

" E' importante ribadire che l'eventuale presenza di una struttura in cui degli animali vengono esibiti come attrazioni in stato di cattività ed al di fuori dal loro contesto naturale non può essere spacciato come un progetto con funzioni educative né rappresentare assolutamente un progetto didattico. La città ha già risposto negativamente in una affollata Agenda 21" ,

Secondo i due esponenti dei Verdi introdurre nel nostro territorio degli 'elementi estranei al patrimonio faunistico autoctono è in netta contraddizione rispetto alla valorizzazione delle risorse ambientali ravennati all'interno del Parco del Delta .

"Come sarebbe possibile far convivere la richiesta del riconoscimento all'Unesco del nostro ambiente naturale come patrimonio dell'Umanità con l'installazione di strutture in cui gli animali sono costretti a vivere in cattività avulsi dal loro contesto e che perciò vanno nella direzione opposta?", si domandano Ferrari e la Beggio; che, poi, passano a giudicare le controdeduzioni offerte dai tecnici dell'Alfa 3000, la società che ha presentato il progetto.

"Le loro risposte - hanno dichiarato- sono meramente formali e assai parziali. A molte osservazioni non è stata data una risposta convincente . Come Verdi, ci mobiliteremo a livello nazionale ed internazionale contro una specie di zoo, di cui i ravennati non sentono affatto la necessità".

E concludono ricordando come l'ultima parola spetti al ministero dell'Ambiente.

 

 

 

25/07/2006 il Resto del Carlino RAVENNA

Ad agosto la decisione

Parco alla Standiana, braccio di ferro in attesa del voto

Dopo il parere della Conferenza dei Servizi  il Comune dovrà decidere se dare il via libera al progetto . Ma da Rifondazione Comunista e dalle associazioni animaliste sono già arrivate dure bocciature alla struttura

diTiziana Piscopello

 

Chi è contro lo chiama zoosafari, chi è pro lo definisce parco faunistico didattico .

Basta questo per capire che quest'estate sarà caldissima per chi fra due settimane, dovrà votare per il via libera al progetto del parco `Le dune del Delta' .

«La delibera sul parco verrà messa all'ordine del giorno nella prima settimana di agosto — spiega l'assessore comunale all'Ambiente Gianluca Dradi —. Dopo il parere positivo della Conferenza dei servizi, la parola spetta infatti alla giunta» .

E' dal 2003 che il progetto del parco `Le dune del Delta' è al vaglio delle istituzioni: commissionato allo studio dell'architetto Rusticani di Russi dalla società Alfa 3000, la stessa proprietari a del parco di Fasano, ha passato tutto l'iter per il rilascio delle autorizzazioni . Ma la sua realizzazione non è gradita da molti, cittadini e associazioni animaliste in testa.

Pochi giorni fa il `no' al parco faunistico alla Standiana è arrivato da Rifondazione Comunista che ha ricordato di essere «assolutamente contraria la progetto» perché «il contesto ambientale e antropico non può dirsi favorevole e si privilegia la componente commerciale e la reclusione degli animali a fini di lucro» . E' di ieri l'ennesima bocciatura dei Verdi .

«Il nuovo progetto — spiega l'architetto Alessandra Rusticali — rispetta tutte i suggerimenti del comitato di esperti del Comune. Privilegia l'aspetto didattico, con un auditorium e una palazzina della Scienza, con l'avvio di una collaborazione con le università di Bologna e Ravenna.

Altre due aree saranno invece visitabili a piedi o con un trenino elettrico o con le auto . Nei 34 ettari —dice l'architetto — saranno ospitati animali di fauna europea, uccelli acquatici ed erbivori per un totale di 168 esemplari. Ci sarà anche un'area di recupero per animali feriti o sequestrati per un totale di 30 esemplari» .

Sono meno di una ventina le specie che appartengono alle tre categorie : dai cervi ai cinghiali, dagli struzzi ai fenicotteri, dalle antilopi alle zebre. Nessun animale esotico : né leoni, né giraffe. Ma per chi non vuole lo `zoo - safari' il punto non è questo .

«Una struttura in cui degli animali vengono esibiti come attrazioni in stato di cattività e al di fuori dal loro contesto naturale — dice Marco Ferrari, dei Verdi — non può essere spacciata come un progetto con funzioni educative.

Meglio allora seguire l'esempio delle `fattorie didattiche', come in Veneto» .

Insomma non è il tipo di animali ospitati ma il modello di parco che viene messo in discussione . Per gli animalisti della Lav si tratterebbe di una «ennesima prigione per animali» e non un progetto «secondo natura», come è stato definito da alcuni. E mentre la Lav mette in Rete un dossier sul parco, l'Enpa ha già mobilitato, l'anno scorso, i suoi iscritti in tutta Italia per una raccolta di firme contro il progetto . Insomma la battaglia su `Le dune del Delta' è appena iniziata.