I soldi degli italiani sono
utilizzati per finalità diverse da quelle
previste dalla legge
/bigger>/center>"Ormai da anni i fondi dell'8 per 1000 gestiti
direttamente dallo Stato (destinati annualmente dai contribuenti allo Stato
all'atto della dichiarazione dei redditi) vengono
utilizzati per gli scopi più disparati, e tra questi il finanziamento delle
missioni militari all'estero. Nel 2004 si è arrivati ad una situazione che ha
dell'incredibile: ben 80 dei poco più dei 100 milioni
di euro destinati allo Stato dai contribuenti sono stati stornati per
finanziare le missioni militari italiane e in particolare quella in Iraq, che
pesa per oltre il 50% sui costi di tutte le missioni militari italiane",
E' quanto afferma Giulio Marcon, portavoce della Campagna Sbilanciamoci
sostenuta dalla società civile italiana.
Nonostante la legge 222 del 1985 (che istituisce il fondo 8 x 1000) affermi che
le somme destinate allo Stato, devono essere utilizzate "per interventi
straordinari per fame nel mondo, calamità naturali, assistenza ai rifugiati,
conservazione dei beni culturali" (art. 4Cool attualmente agli interventi
per la fame nel mondo vengono destinate lo 0,9% delle risorse, ai rifugiati lo
0,6%, ai beni culturali il 13,8%, alle calamità naturali il 5,0%, mentre ben il
79.6% va alle missioni e alle spese militari. "Si tratta di una violazione
di sostanza e di merito della legge 222" - nota Marcon. "I soldi
degli italiani sono utilizzati per finalità diverse da quelle previste dalla
legge: la volontà dei contribuenti non è rispettata ed è palesemente ingannata
- continua Marcon. Il trucco contabile utilizzato dal Governo e dal Parlamento
è quello di ridurre, in ogni legge finanziaria, il fondo 8 per mille, stornandone
una parte per esigenze di finanza pubblica. In questo caso lo storno è stato di
80 milioni per le missioni militari, che non si sarebbero potute finanziare
seguendo la lettera della legge 222/85."
In particolare, il finanziamento della missione in Iraq "Antica
Babilonia" supera di gran lunga gli 80 milioni di
euro l'anno da 8 per mille. Dai dati messi a disposizione dalla Camera dei
Deputati e pubblicati ieri dal Sole 24 ore, risulta
che da quando (all'inizio dell'estate 2003) è stato dato il via ai nostri
militari a Nassirya e dintorni, è stato speso un
totale di 1,3 miliardi di euro, oltre 2.500 miliardi di vecchie lire, una cifra
che è quasi il triplo di quanto viene erogato annualmente dallo Stato alla
cooperazione internazionale. Dalle relazioni tecniche della Ragioneria generale
dello Stato sui cinque decreti che hanno finanziato sinora "Antica
Babilonia" (in media uno ogni sei mesi), emerge
che solo 90 milioni di euro sul totale complessivo di 1,3 miliardi di euro è
destinato a interventi umanitari e di ricostruzione. I restanti 1,21 miliardi di euro finanziano operazioni militari. Il costo giornaliero
per l'utilizzo di uno dei nostri elicotteri Mangusta, è stato stimato dalla
Ragioneria generale dello Stato in 27mila euro, mentre per pagare i nostri 3252
soldati, nella seconda metà del 2005 occorreranno 118,5 milioni di euro, ovvero 236 miliardi delle vecchie lire.
La campagna Sbilanciamoci! "denuncia questa operazione
che fa aumentare ancora di più le spese militari in Italia, cresciute di oltre il
10% negli ultimi tre anni, e che finanzia un intervento militare, come quello
in Iraq, che non ha niente di umanitario e di pace, ma che sostiene una logica
di guerra e di occupazione militare contraria al diritto e alla legalità
internazionale". La campagna Sbilanciamoci! condurrà una ferma iniziativa anche in occasione della
discussione della prossima legge finanziaria per impedire nuovamente lo storno
dei fondi 8 x 1000 [.] [GB]
Fonti: Sbilanciamoci, Vita, Metamorfosi.
Fonte: unimondo.oneworld.net
07-09-2005
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