Re: Re:R: Fw: [SSNV] Aggiornamento: Consumo di carne e rischio di



sul fatto che la produzione di carne abbia impatto altissimo sui nostri
ecosistemi non c'è ombra di dubbio...
eppure, da vegetariano e animalista, non mi sento di aborrire in toto il
consumo di carne.
ricordiamoci che una mucca a pascolo o un maiale brado sfrutta spazi
ecologici che noi non saremmo in grado di utilizzare... ovvero converte erba
o ghiande (per noi non commestibili)...
ovviamente, poi possiamo ragionare in modo approfondito sulla necessità e
sull'etica di nutrirsi con carne;
credo, infine, ci siano grandi differenze fra l'andare al supermarket e
comprarsi la bistecca come se il vitello fosse fatto di sole bistecche,
dall'allevare, macellare ed utilizzare completamente un animale, come
accadeva nelle culture tradizionali (vedi popoli nativi...)
la questione dlela carne apre sempre grosse diatribe appassionate... anche
nel nostro GAS è accaduto...
ciao a tutti
ales


----- Original Message -----
From: <qwavem at libero.it>
To: "consumocritico" <consumocritico at peacelink.it>
Sent: Monday, January 31, 2005 2:40 PM
Subject: Re:R: Fw: [SSNV] Aggiornamento: Consumo di carne e rischio di


>
>
> concordo con irene!!!
> ma se qualcuno si deve informare un poco di più non è lei...
>
> Vero che il tipo di carne più diffusa nel mondo occidentale è di pessima
qualità, il modo in cui viene prodotta è un crimine contro natura e crea una
serie di implicazioni sociali folli e devastanti.
> uno dei principi basilari del consumo critico è quello di consumare
prodotti locali...
> ma c'è un problema che gianluca ignora.. la dieta dell'uomo è strettamente
legata all'ambiente in cui vive...oltre a una serie di fattori
culturali...ma non riesco a vedermelo un eschimese vegetariano...ma già sui
nostri appennini per campare in modo naturale utilizzando tutte le risorse
che l'ambiente offre un maiale mi aiuta...e tanto
>
> lo sapete che il paese con la più alta impronta ecologica non è gli USA ma
la finlandia? Per motivi di "alta economia" gli piace coltivare in
bellissime serre riscaldate e illuminate gli ortaggi di cui
necessitano...mentre se forse si mangiassero le renne male non farebbero al
loro ambiente e anche a vari paesi del sud...
> altra cosa che gianluca sembra ignorare è che ci sono molte tipologie di
allevamento tradizionali e varietà di animali rustiche che non sono così
viziate come le bestie selezionate per la produzione intensiva, e possono
pascolare su terreni poveri con minime ( o nulle) integrazioni della dieta.
> ma esistono anche altre carni
>
> le capre, mangiano foraggi che gli altri animali disdegnano e si possono
adattare a pascolare su pendenze che non è il caso di coltivare o su quello
sfigato pendio a nord dove non posso coltivare quasi nulla, e aiutate dalle
pecore (un pochino più viziatelle, infatti le abbiamo inventate noi in n
atura non ci sono) mi farebbero un servizio, visto che liberando gli incolti
e il sottobosco, mi ridurrebbero enormemente il rischio di incendi...
>
> il bufalo, il bisonte e lo zebù per esempio hanno esigenze completamente
diverse dai nostri bovini  ma già una vacca chianina, o marchigiana o
maremmana, mi pascola su terreni che potrebbero darmi molto poco e vacci te
a cavarci fuori il latte da quelle bestie semi selvatiche)
>
> senza pensare ad altre fonti di proteine, che la nostra cultura rifiuta,
insetti e roditori per esempio
> se ogni popolo fosse lasciato libero di nutrirsi con cosa gli offre il suo
ambiente...coltivando, allevando e perchè no cacciando quelli che sono i
suoi alimenti tradizionali, non ci sarebbero problemi (nemmeno etici e
morali)
>
> sulla pesca da ex biologo marino concordo, se non vivi sul mare il pesce
non lo devi neanche vedere ( a meno che non sia di fiume...)
>
> purtroppo però anche molte persone che si professano ecologisti hanno
perso il contatto reale con la natura, con la fatica che costa lavorare i
campi e con le difficoltà che si hanno se si cerca di autoprodursi tutto il
proprio cibo...
> franz
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