Re: ADESIONE ALL'APPELLO per i popoli dei Monti Nuba (Sudan)



sia ai singoli che alle Associazioni...
grazie e ciao
dm

----- Original Message ----- From: <e.degasperis at tiscali.it>
To: <conflitti at peacelink.it>
Sent: Thursday, November 24, 2011 9:22 AM
Subject: R: ADESIONE ALL'APPELLO per i popoli dei Monti Nuba (Sudan)


La richiesta di adesione è rivolta soltanto alle Associazioni o anche
ai singoli?

----Messaggio originale----
Da: a.marescotti at peacelink.it

Data: 23/11/2011 14.07
A: "Tavola della pace"<tavola at perlapace.it>
Cc:
<forum at nigrizia.it>, "Lista Progetto"<progetto at peacelink.it>,
<africa at peacelink.it>, <conflitti at peacelink.it>
Ogg: ADESIONE ALL&#39;
APPELLO per i popoli dei Monti Nuba (Sudan)

PeaceLink aderisce
all'appello e lo diffonde.
Alessandro Marescotti

www.peacelink.it


-----Original Message-----
From: Tavola della pace <tavola@perlapace.
it>
Date: Wed, 23 Nov 2011 13:18:20
To: volontari<volontari@peacelink.
it>
Reply-To: tavola at perlapace.it
Subject: ADERISCI ALL'APPELLO
Mobilitiamoci per i popoli dei Monti Nuba (Sudan)

Cari amici,

vi
invitiamo ad aderire e a diffondere l'appello Mobilitiamoci per i
popoli dei Monti Nuba (Sudan).

Per adesioni inviare una mail a
info at developmentdays.net e forum at nigrizia.it oppure a
segreteria at perlapace.it.

Cordiali saluti
Tavola della pace
via della
viola, 1
06122 Perugia
Tel. +39 075 5736890
Fax +39 075 5739337

segreteria at perlapace.it
www.perlapace.it

***
APPELLO

Mobilitiamoci
per i popoli dei Monti Nuba (Sudan)

Fermare il massacro

Il Kordofan
Meridionale è stato teatro di ripetute tragedie. I nuba hanno subito
aggressioni ambientali, economiche, culturali. Oggi Khartoum sta di
nuovo bombardando quelle terre. Nel silenzio del mondo. Serve la
reazione di tutti per evitare un genocidio.


Il 10 novembre, un aereo
militare Antonov del governo di Khartoum è entrato nello spazio aereo
del Sud Sudan per circa 15 km e ha bombardato il campo profughi di
Yida, dove oltre 20mila persone nuba - per lo più bambini, donne e
anziani - avevano trovato scampo, dopo essere fuggiti dai loro villaggi
nello stato sudanese del Kordofan Meridionale, perché vittime di una
feroce repressione. Almeno 12 i morti; 20 i gravemente feriti. Le
agenzie umanitarie dell'Onu stavano proprio in quei giorni organizzando
l'assistenza dei rifugiati per aiutarli a sopravvivere nel nuovo e
ostile ambiente.

Questa azione, compiuta nella più totale mancanza di
rispetto delle leggi internazionali e contravvenendo a numerose
convenzioni internazionali - oggi Sudan e Sud Sudan sono due nazioni
indipendenti e sovrane - è soltanto l'ultimo dei numerosi crimini
commessi dal regime di Khartoum contro il popolo nuba. Il bombardamento
ha avuto luogo poche ore dopo che il presidente del Sud Sudan, Salva
Kiir Mayardit, aveva condannato un precedente attacco, avvenuto il
giorno 8, contro un villaggio della contea di Maban (7 morti), e
accusato il governo di Khartoum di cercare la guerra.

Quel
bombardamento di un territorio straniero è stata l'ennesima prova che
nulla fermerà il regime di Khartoum dall'usare ogni mezzo per piegare
la volontà dei nuba di affermare il loro diritto
all'autodeterminazione. Pare ormai certo che il governo di Omar El-
Bashir è deciso a riprendere il genocidio culturale e fisico del popolo
nuba, interrotto momentaneamente dal cessate-il-fuoco del 2002 e
dall'Accordo globale di pace del gennaio 2005 tra il regime islamista
di Khartoum e l'Esercito/Movimento popolare di liberazione del Sudan
(Spla/m), e forse anche pronto a provocare una nuova guerra tra il
Sudan e il Sud Sudan.

Noi, nuba della diaspora e amici del popolo nuba
sparsi nel mondo, seguiamo con profonda preoccupazione il conflitto
armato che è deflagrato nel giugno di quest'anno, e condanniamo con
decisione questi nuovi atti di repressione barbarica da parte del
governo di Khartoum.

In passato, lo stato del Kordofan Meridionale è
stato teatro di ripetute tragedie: tratta schiavista, colonizzazione,
prolungato isolamento del popolo nuba, totale privazione dei servizi
scolastici e sanitari, negazione del diritto di proprietà e di uso
delle risorse naturali locali... In particolare, i nuba hanno sofferto
innumerevoli invasioni di razziatori di schiavi e una forzata
arabizzazione-islamizzazione. Sono stato costretti con la forza a
combattere in guerre che non erano per la loro difesa, ma per il
beneficio di regimi lontani, se non proprio stranieri.

Nonostante
queste ingiustizie, i nuba sono riusciti a far fronte a spaventose
condizioni di vita e a sviluppare una straordinaria capacità di ripresa
e un forte senso di identità . Il regime di Khartoum li ha tenuti sotto
controllo attraverso una diabolica combinazione di meccanismi
economici, sociali, ambientali e politici, ma non è stato in grado di
spezzare la loro volontà .

In campo economico, Khartoum sta
avvantaggiando persone o gruppi disposti a sposare i suoi orientamenti
politici e a servire nelle sue strutture amministrative.

In campo
sociale, ricorre alla denigrazione di tutto ciò che non è arabo e alla
diffusione di norme sociali, tradizioni e costumi importati nella
regione attraverso o un'esplicita imposizione dall'alto o matrimoni
misti e pratiche religiose.

A livello ecologico, il regime sta
gestendo l'ambiente in maniera scriteriata al solo scopo di avere il
totale controllo dei mezzi di sussistenza in materia di cibo e
sicurezza alimentare.

Dal punto di vista politico, con una linea
programmatica sfacciatamente discriminatoria, ha impedito ai nuba di
svolgere un loro ruolo a livello locale, nazionale e internazionale.


Infine, la popolazione dei Monti Nuba è stata testimone di vere e
proprie aggressioni culturali, perpetrate per promuovere lingue,
religioni, tradizioni, danzi, usi e costumi "altri". Quasi tutte le
culture imposte hanno mirato a instillare nei nuba un senso di
inferiorità , quasi dovessero vergognarsi di essere ciò che sono. Tutti
i mezzi di comunicazione, radio e televisione in particolare, sono
stati - e sono tuttora - monopolizzati da chi detiene il potere e
controlla le ricchezze nazionali.

L'Accordo globale di pace del 2005
non ha voluto affrontare il destino del popolo nuba e di altri gruppi
marginalizzati del Sudan, né osato esaminare le molte cause di
conflitto presenti in quelle aree. Questa la ragione principale che sta
dietro l'attuale ritorno alla violenza, il pericolo di una nuova guerra
civile e la possibilità di un conflitto interregionale se non
addirittura internazionale. Oggi Khartoum uccide persone indifese che
sono fuggite da zone di guerra, raggiungendole perfino nei campi
profughi.

Cosa bisogna fare per fermare le violenze e evitare una
nuova guerra? Di sicuro, serve la partecipazione di molti. Pertanto, ci
appelliamo:

1. ai tutti i nuba della diaspora, perché sostengano il
loro popolo, usando ogni mezzo possibile per far conoscere le sue
sofferenze e le sue lotte, coinvolgendo i mezzi di comunicazione della
nazione in cui vivono, così che il regime di Khartoum non possa più
continuare impunemente a fare ciò che sta facendo sui Monti Nuba e nel
Kordofan Meridionale;

2. alla comunità internazionale e agli organismi
non governativi, perché approntino e inviino subito sui Monti Nuba e
nel Kordofan Meridionale commissioni d'inchiesta per raccogliere
documentazioni sui crimini che vi sono commessi, e nello stesso tempo
mandino aiuti ai civili indifesi;

3. alle potenze mondiali e alle
agenzie dell'Onu, perché esercitino pressioni sul governo di Khartoum,
affinché consenta il libero accesso alle zone colpite dalle nuove
violenze e promuovano un dialogo politico tra tutte le parti
interessate.
Invitiamo tutti a fare in fretta, ad agire ora, quando un
genocidio vero e proprio è ancora evitabile.

Firme

Mohamed Yassin
(Diaspora nuba) - Acli Cremona - Acli Milano - Amani Italia - Arci
Darfur Milano - Arci Milano - Campagna italiana per il Sudan -
Commissione giustizia e pace comboniani Italia - Fondazione Nigrizia
onlus - Ipsia Milano - Iscos Emilia Romagna - Koinonia Kenya - Koinonia
Roma - Nexus Bologna - Tavola della Pace.

Altre adesioni possono
essere comunicate a info at developmentdays.net e forum at nigrizia.it

In
ottemperanza al D.L. n. 196 del 30/6/2003 in materia di protezione dei
dati personali, le informazioni contenute in questo messaggio sono
strettamente riservate ed esclusivamente indirizzate al destinatario
indicato (oppure alla persona responsabile di inoltrarlo allo stesso).
Vogliate tener presente che qualsiasi uso, riproduzione o divulgazione
del testo deve considerarsi vietata. Nel caso in cui aveste ricevuto
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più inseriti nelle nostre banche dati, vi chiediamo di trasmetterci una
mail alla nostra casella di posta elettronica privacy at perlapace.it







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