Re: stare con i palestinesi, non con la Palestina.



Ho cancellato la parte finale del mio messaggio che diceva che dato che trattare con Israele fa il gioco di Israele, visto anche quel che Israele fa con l'occupazione, quel che potremmo fare noi come azione nonviolenta è il boicottaggio di Israele, e il chiedere sanzioni e la rottura di accordi diplomatici, a maggior ragione ora, dopo quanto successo a Gaza. E' peraltro quel che ci chiedono i pacifisti israeliani.
Lorenzo Galbiti
----- Original Message -----
Sent: Friday, January 23, 2009 5:27 PM
Subject: Re: stare con i palestinesi, non con la Palestina.

Mi permetta, Masili, il fatto è che lei titola "Stare con la i palestinesi e non con la Palestina", che a mio parere è già ambiguo dato che la Palestina non si sa bene cosa sarebbe, non essendoci uno stato palestinese, e poi come prima frase scrive:
Stare con i palestinesi diventa sempre più difficile. Più ne sai e meno ti viene voglia di difenderli.
E prosegue parlando dei palestinesi che inneggiano ad Hamas ecc. E allora, francamente, pare che ogni distinzione del titolo venga meno, e quel che prevale sia il non voler difendere i palestinesi come popolo, in quanto associati ad Hamas o peggio.
Poi più avanti invece dice che sta con gli oppressi e quindi con i palestinesi, salvo alla fine dire che si devono liberare dei loro movimenti di resistenza, come Hamas, che lei non può appoggiare (e che credo qui non appoggi nessuno, ma un conto è non appoggiare, un conto è non proporre di trattare con loro), e che l'Europa invece di aiutarli a far questo invece li ostacola, e a me sembra esattamente il contrario: l'Europa con Israele e Usa ha cercato eccome di impedire al governo eletto di Hamas di governare, e nel far questo si è creata la divisione con Fatah, la divisione di Gaza dalla West Bank e tutto il conseguente disastro. Finché non si rispetterà la scelta palestinese di eleggere i loro leader e non si vorrà trattare con loro, a mio avviso non si rispetta il popolo palestinese e quindi non si sta dalla loro parte. Detto questo, a mio avviso, trattare con Israele non serve a niente (ha portato a casa qualcosa Abu Mazen in 4 anni di inchini a Israele? E Arafat prima di lui?), anzi, il cosiddetto "processo di pace" serve a tenere impegnata la diplomazia mentre Israele poi fa i "fatti sul campo": annette terra con Muro e colonie, rendendo di fatto impossibile ciò di cui si vorrebbe trattare: uno stato per i palestinesi. Opinioni di Ilan Pappe e Jeff Halper, non mie.
Un cordiale saluto
Lorenzo Galbiati
 
----- Original Message -----
Sent: Friday, January 23, 2009 5:00 PM
Subject: Re: stare con i palestinesi, non con la Palestina.

e poi...mi pareva che il titolo dell'articolo fosse eloquente.....
STARE CON I PALESTINESI E NON CON LA PALESTINA
....uno si ritrova ad avere dubbi e perplessità....e in tutta risposta gli si chiede: "da che parte stai?"
di solito questa domanda la rivolgono i sionisti di destra.....
shalom!
 


--- On Fri, 1/23/09, Giorgio Masili <masilich1 at yahoo.com> wrote:
From: Giorgio Masili <masilich1 at yahoo.com>
Subject: Re: stare con i palestinesi, non con la Palestina.
To: conflitti at peacelink.it
Date: Friday, January 23, 2009, 3:46 PM

ma perchè...bisogna stare da una parte? per forza? uno tenta di fare delle analisi e il risultato sono queste domande.......

 


--- On Wed, 1/21/09, Giuseppina <giuseppina.ficarra at tin.it> wrote:
From: Giuseppina <giuseppina.ficarra at tin.it>
Subject: Re: stare con i palestinesi, non con la Palestina.
To: conflitti at peacelink.it
Date: Wednesday, January 21, 2009, 4:21 PM

e da quale parte vuoi stare??? !!!
----- Original Message -----
Sent: Wednesday, January 21, 2009 4:11 PM
Subject: Re: stare con i palestinesi, non con la Palestina.

ho sempre sostenuto la palestinas e questo si può vedere dai miei articoli precedenti. i popoli oppressi non possono comunque risultare credibili se sia appoggiano ad Hamas o alla Jihad islamica, perchè se queste sono le premesse, non finirà mai.....se i rappresentanti politici di un popolo oppresso opprimono a loro volta, non posso stare dalla loro parte....se condanno IUsraele, non posso chiudere gli occhi sulle forme di lotta degenerate che non fanno certo gli interessi dei palestinesi.....

 


--- On Mon, 1/19/09, lorenzo_galbiati <lorenz.news at tele2.it> wrote:
From: lorenzo_galbiati <lorenz.news at tele2.it>
Subject: Re: stare con i palestinesi, non con la Palestina.
To: conflitti at peacelink.it
Date: Monday, January 19, 2009, 11:32 PM

Mi permetto di dire la mia opinione, certo che il dialogo sia sempre fonte di arricchimento.
Non mi sembra un bell'inizio, quello dell'articolo.
Personalmente credo occorra sempre essere dalla parte dei popoli oppressi. Questo non vuole dire giustificare tutto: noi siamo qui a proporre loro la nonviolenza, però è troppo facile giudicare un popolo che da 60 anni è stato espropriato della propria terra e ha subito ogni tipo di crimine possibile.
Inoltre, credo, riguardo al finale dell'articolo, che non sta a noi dire che forma di stato e che governanti devono avere gli stati arabi: è lo stesso discorso che ha spinto alla guerra dell'Afghanistan, dell'Iraq e al crimine di Gaza.
Lorenzo Galbiati
 
 
----- Original Message -----
Sent: Monday, January 19, 2009 5:13 PM
Subject: stare con i palestinesi, non con la Palestina.



 


--- On Mon, 1/19/09, Giorgio Masili <masilich1 at yahoo.com> wrote:
From: Giorgio Masili <masilich1 at yahoo.com>
Subject: Re: stare con i palestinesi, non con la Palestina.
To: al.novello at yahoo.it
Date: Monday, January 19, 2009, 4:09 PM



 


--- On Mon, 1/19/09, Giorgio Masili <masilich1 at yahoo.com> wrote:
From: Giorgio Masili <masilich1 at yahoo.com>
Subject: stare con i palestinesi, non con la Palestina.
To: masilich at yahoo.it
Date: Monday, January 19, 2009, 4:08 PM

i

Stare con i palestinesi diventa sempre più difficile. Più ne sai e meno ti viene voglia di difenderli.
Quando sento palestinesi inneggiare alla Jihad o ad Hamas ed Hezbollah, mi rendo conto che il nazionalismo porta sempre a degenerazioni pericolose. E' accaduto in Irlanda, nei Paesi Baschi e nelle aree del Kurdistan. Ma la questione palestinese comprende una questione più complessa perchè è solo apparentemente un conflitto regionale.
Purtroppo, del conflitto regionale ne ha tutte le caratteristiche. Perchè la società palestinese, se ce n'è ancora una, ha subito una tremenda islamizzazione di ritorno, grazie ai fallimenti dei capi storici e delle organizzazioni di riferimento, da Fatah al Fplp , fino al Partito Comunista Israeliano che altro non era che un coacervo di Arabi d'Israele stalinisti, molto vicini ai kibbutznik iperlaici, gran mangiatori di maiale e coniglio....( non molto avezzi a seguire la kasherut, dunque....veri sabra....).
La Palestina ha seguito il percorso dei non allineati, ( Yemen, Jugoslavia....)...senza nemmeno costituirsi nella tipica dimensione statuale.Cade il Muro di Berlino, sciolgono il Patto di Varsavia, implode l'URSS e la Storia vira bruscamente....un sogno legato alla realizzazione socialista e laica del mondo incide profondamente in quei territori e non solo in medioriente...tutto si rimescola e tornano gli incubi di un Medioevo che ci sfiora appena, spingendoci a sottovalutarlo........i palestinesi si frammentano, si identificano nella religione, ultimo appiglio per "vedere" ancora un barlume di giustizia "a venire",la Cisgiordania particolarmente si frantuma in clan, tribù, spezzoni religiosi, sette e comincia una lotta intestina a livello socio-politico....il culmine lo vediamo con le faide tra Fatah ed Hamas, arrivndo a far parlare di "due popoli,tre stati"...formula giornalistica nemmeno tanto ironica....cristiani e musulmani cominciano a combattersi, squadre morali passeggiano cercando coppiette non sposate per "punirle", spesso con lo sgozzamento", fenomeno che nemmeno Hamas riesce a controllare....
Come se non bastasse, gente come Al Zawahri e Osama Bin Lden incitano alla "guerra santa" per la Palestina, ed essere "benedetti" da gente del genere non è così confortante, pure se i due di Al Qaeda ormai stanno riscuotendo consensi dall'Indonesia alle Filippine, dalla Tunisia alla Somalia........il sonno della ragione produce mostri...
Verrebbe da dire che palestinesi ed israeliani sono davvero legati da un destino comune e cioè quello di scegliersi sempre pessime amicizie....
Come si fa a pensare ad una "realpolitik" costellata da "amici" come Ceausescu, Honecker, Saddam Hussein, ecc... da una parte e Nixon, Bush, la Destra Cristiana Sionista americana tipo i "born again christians"( di cui faceva parte anche Ronald Reagan!), o , per "restare in casa", AN, Schifani, Giuliano Ferrara, Giorgio La Malfa?
Preciserei che non nutro molto rispetto per i faccndieri Abu Mazen e Abu Ala, così desiderati da W. Bush e da Ariel Sharon, al punto che nessuna anima bella pacifista s'è domandato perchè....
Il Medioriente ha una lunga tradizione di fantocci musulmani, al servizio di due padroni , che sventolano la causa palestinese solo quando devono fare sentire il loro peso politico all'ONU. Potremmo cominciare da Mubarak, continuare con Reza Pahlevi e finire con Igal Allawy....e lasciamo perdere i regnanti Hascemiti di Giordania.....ce n'è abbastanza per perdere le staffe e lanciare i palestinesi tra le braccia dell'integralismo qaedista e dell'antisemitismo più puro....non che a corte, a Riyad, siano meno giudeofobi che altrove....ma sappiamo bene quali sono i criteri occidentali per definire i "rogue states"....
L'Indonesia di Suharto che massacrò centinaia di migliaia di contadini inermi e che fece quasi scomparire il popolo di Timor Est, non era evidentemente uno "stato canaglia"...anzi, mi pareva che gli "squadroni della morte2 venissero addestrati proprio dalla C.I.A.....ma potrei sbagliarmi....
Ora però, tornando ai palestinesi, con cui sto come potrei stare con qualsiasi popolo oppresso e a cui vengono negati diritti fondamentali e dignità oltre che spesso la vita, possiamo dire che hanno solo nemici e falsi amici.....
Quindi, penserei io, come si reagisce quando tutti ti abbandonano, dai giordani, ai libanesi, ai siriani, alla faccia della tanto decantata "fratellanza"? ( parenti-serpenti?)....
Non esiste una strategia, un piano per uscire da questo cul de sac e i palestinesi lo sanno bene....e lo sanno da tempo....un'entità come l'ANP che ha unapparato statale ( costosissimo) senza stato, a cosa può mirare? Al mantenimento dello status quo.
Diceva Moni Ovadia, persona che ammiro molto per il coragio e la coerenza che dimostra spesso, anche passando sopra il conformismo dell'ebraismo italiano alla Jarach o alla Nirenstein, che per risolvere il conflitto annoso tra arabi ed ebrei ci vorrebbe un Mandela palestinese ( forse Mrwan Barghouti? ) e un De Klerk israeliano....( pensava a Shlomo ben Ami? ).
Se vogliamo continuare con il parallelo con il Sudafrica, dobbiamo ricordare anche il contesto in cui Pretoria cambiò strada.....ci furono pressioni internazionali forti, condanne, boicottaggi.....e poi De Klerk aveva compreso che l'era dell'Apartheid era al tramonto e che si poteva passare tranquillamente ad una transizione democratica per far uscire il paese da una crisi violenta...
Diffidare dai Nobel per la Pace, comunque....vediamo bene in che situazione si trova il Sudafrica....vediamo che certi cambiamenti sono di facciata e che il potere è in mano a pochi e spesso bianchi e che quellidell'ANC, da Tbo Mbeki a Zuma altro non sono che mestieranti del potere e corrotti che dello splendore rivoluzionario dell'ANC non hanno proprio nulla. Vedere l'appoggio incondizionato che Mbeki ha dato a Robert Mugabe, il dittatore dello Zimbabwe, fino a poco tempo fa....
In sintesi, è così difficile pensare ad uno stato palestinese retto da minoranze laiche, non corrotte come le voleva Edward Said, vittima della Naqba, assieme alla sua famiglia,ma così lungimirante da comprendere che l'ANP , già negli anni '90 era un dispotismo non illuminato e che Arafat era ormai diventato un rais....
Per questo non possoppoggire nessuna lotta di librazione, pochè di liberazione non si tratta, bensì di tragedia...
E' l'arabo, il musulmano che deve liberarsi si vari capetti dinastici, dellemonarchie hashemite,salafite, wahabite, dei pagliacci come Ahmdinejad o Siniora, se vuole davvero costruire qualcosain Medioriente.
Ma come può fare, con un Occidente che gli mette costantemente i bastoni tra le ruote?
Giorgio Masili.






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