Non si parlava di festa religiosa infatti. Anche nei documenti ebrei
finisce il 31-12-2009 e inizia il 1-1-2009. I miei amici a Tel-aviv
hanno festeggiato. Certo che le difficicoltà a volte bisogna proprio
cercarle.
Giuseppe Palermo ha scritto:
Guarda che il
capodanno degli ebrei non coincide con quello dei cristiani, il quale a
loro non dice proprio niente. Non lo dico per pedanteria. Si racconta
dei soldati della prima guerra mondiale che per Natale e capodanno
smettevano di spararsi e fraternizzavano. Ma lì nemmeno le feste sono
in comune, è una difficoltà in più, purtroppo…
Il giorno 19 gennaio 2009 18.33, Luca
Bigolin <luca.bigolin at 99studio.it>
ha scritto:
Ho
letto in pochi giorni tutte le migliaia di mail arrivatemi nelle ultime
settimane, soprattutto riguardo la questione di Gaza. Ero cusioso di
sapere come se ne parlava in questi gruppi di discussione, visto sui
giornali non si può proprio leggere.
Idee contrastanti come sempre, ne porto una nuova, di una ragazza di
Betlemme di 24 anni che mi ha ospitato pochi mesi fa a casa sua, al di
là del muro. Esattamente un anno fa diceva questo:
Diciamo addio al 2007. Se n'è andato e un nuovo visitatore è arrivato.
E' solamente la fine dell'anno o la fine del nome "2007" per usare
semplicemente il nuovo nome 2008?
Quando ero bambina pensavo che nuovo anno significasse nuovo per
qualsiasi cosa!!! Nuova vita, nuove speranze, nuovi progetti, nuova
casa e magari una nuova famiglia. Pensavo che la fine dell'anno
significasse la fine delle azioni in questo anno. Sì questo era quello
che pensavo. Ora so cos'è il nuovo anno qui. Qui in Palestina.
Io sono nata nel 1986, il periodo della prima intifada. Che bel
anniversario! Sono nata e cresciuta sotto l'occupazione.
"C'è l'occupazione" "C'è il coprifuoco" "Stai attenta ai carroarmati
che attraversano la strada" !!! "Hanno costruito un nuovo check point"
"Attenta, non passare da questa strada, hanno messo un checkpoint
mobile" " Non c'è scuola oggi a causa del corpifuoco"
Ricordo perfettamente tutte queste frasi che ero solita sentire tutti i
giorni.
Gente vestita di verde ovunque. Mi ricordo di una volta, avevo 5 anni,
ho chiesto a mio padre chi fossero queste persone vestite di verde. Lui
si mise a ridere e mi disse che erano i soldati israeliani. Non so
perchè ora sto scrivendo di quei momneti.
Il 2007 è finito veramente o solamente nel nome? Che vuol dire mai più
2007. Ma ovviamente tutto è ancora ciò che il 2007 ci ha lasciato. Non
si è portato nulla con sè. E quindi la fine dell'anno significa lo
smettere di dire 2007 e il nuovo anno sigifica nuovi checkpoints, nuovi
coloni, nuovi stabilimenti nel West Bank, nuovi soldati, nuovi
carriarmati e forse nuovi muri, chi lo sa.
Non sono pessimista ma dico questo perchè è ciò che ci ha portato lo
scorso anno nuovo. Quindi credo, penso e mi aspetto che questo nuovo
anno porterà le stesse cose, ma in modo peggiore. E così non ho bisogno
di seguire gli astri per sapere cosa succederà nel nuovo anno. Basterà
seguire i soldati, i coloni, i carriarmati, tutto questo ti dirà il
futuro reale, le reali aspettative.
Ok, questo è il mio primo capodanno qui in Palestina dopo 4 capodanni
in Giordania. Erano normali in Giodania, gente differente, diverse le
speranze e i desideri.
Qui abbiamo festeggiato in un piccolo locale, che è come una stanza di
una qualsiasi casa. Con musica, gente da tutto il mondo, una festa
inter-culturale, con persone da tutta Europa, Stati Uniti, Palestina,
SudAfrica. Tutti assieme in quel piccolo posto. Tutti assieme
aspettando di ricevere il novo visitatore 2008. Tutti ridendo, danzando
come pazzi, come non abbiamo mai danzato prima. Nessuno screzio, nessun
conflitto, nessun problema, nessuna incomprensione, nessun confine,
nessun limite, niente checkpoint. Abbiamo dimenticato ogni cosa, le
differenze religiose, culturali, le differenti culture, lingue,
nazionalità. Abbiamo dimenticato tutte queste cose. Tutto di quello che
dicono riguardo ai problemi tra diverse nazionalità. Eravamo tutti
assieme, un solo corpo.
Chi ci avesse visto avrebbe detto quanto unito è il mondo. Questa è la
vera globalizzazione. Sì, questo è quello che stiamo cercando. Tutte le
nazionalità assieme in un unico posto. Non so cosa ci ha fatti sembrare
così uniti. Forse la musica, i balli, la terra santa e poi un, due,
tre, il nuovo anno è arrivato.
Ci siamo abbracciati l'un l'altro, ci siamo augurati buon anno, tutti
assieme, tutti, nessun confine, nessun limite, niente chekpoints,
nessun soldato, nessun coprifuoco. Tutto era divertente, divertente e
divertente tutta la notte. Abbiamo dimenticato tutto. Abbiamo
dimenticato tutte le nostre sofferenze, abbiamo dimenticato tutte le
situazione esterne.
Io volevo fortemente uscire e oltrepassare uno dei checkpoint per
vedere come i soldati lo stavano festeggiando il capodanno. E'
divertente pensare se lo stanno festeggiando o meno.
Non so che dire ma questa pazza festa mi ha dato una piccola speranza,
forse saremo uniti un giorno, chi lo sa. Forse romperemo tutte le
frontiere e i muri che ci separano. Il muro che non ci permette di
vederci a vicenda. Noi vogliamo vederli. Vedere le altre persone che
vivono dall'altra parte. Come festeggiano e come stanno vivendo. Sono
felici? Forse gli manchiamo. Magari vogliono parlare con noi. Magari
vogliono venirci a trovare. Non lo so, e non sono in grado di
rispondere a tutte queste domande alle quali vorrei veramente trovare
una risposta. Lo voglio.
2008…e significa che avremo il 60 anniversario della creazione dello
stato di israele. Il giorno di indipendenza per loro che è per me e per
tutti gli altri rifugiati il giorno della nakba. Il giorno in cui loro
hanno cacciato le nostre famiglie dalla loro terra e dalle loro case.
Sì, 60 anni di indipendenza e 60 anni di occupazione. Quello che mi
sorprende è che hanno ancora la speranza di tornare alle loro case, ne
conservano ancora le chiavi. Aspettano ancora il giorno per tornare ad
Haifa, Jaffa, Nazareth. Stanno aspettando. Questo è tutto ciò che ho.
Accendete una candela per una Palestina Libera!!!
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Luca Bigolin
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Luca Bigolin
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