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tutti a Roma per la Palestina sabato 17 gennaio
- Subject: tutti a Roma per la Palestina sabato 17 gennaio
- From: "mariel\.m\@libero\.it" <mariel.m at libero.it>
- Date: Wed, 14 Jan 2009 15:15:43 +0100
Con preghiera di pubblicazione e diffusione. Cordiali saluti Mariella Megna L'altra Lombardia - SU LA TESTA sul nostro sito www.laltralombardia.it sezioni su Gaza, Palestina e le schede dei nostri filmati Fermiamo il massacro dei palestinesi a Gaza Basta con l'impunità del terrorismo di stato israeliano Rompere ogni complicità politica, militare, economica tra lo stato italiano e Israele Le bombe uccidono le persone, l'informazione manipolata uccide le coscienze Sabato 17 gennaio Manifestazione nazionale a Roma partenza ore 15.30 da piazza Vittorio Di seguito il volantino che distribuiremo nel corso della manifestazione Continuano i crimini del sionismo imperialista contro il popolo palestinese E’ ORA DI DIRE BASTA! BOICOTTARE ISRAELE ORA! TUTTI A ROMA IL 17 GENNAIO 2009 A FIANCO DEL POPOLO PALESTINESE Boicottare permanentemente ed attivamente tutte le attività economiche, culturali e politiche del governo israelia-no. Boicottare attivamente le aziende, gli enti italiani ed europei e le multinazionali che mantengono e sviluppano rapporti economici con lo stato sionista. Israele è uno stato imperialista e terrorista che occupa arbitrariamente, con la protezione degli USA e della UE, il territorio palestinese. Nelle ultime due settimana a Gaza, a seguito degli attacchi militari israeliani, vi sono stati più di 1000 morti, di cui più del 60% costituito da civili, fra i quali centinaia e centinaia di bambini. L’invasione da parte dell’esercito israeliano della striscia di Gaza costituisce l’ennesimo criminale attacco al popolo e al territorio palestinese. Questa operazione tende ad annientare la resistenza, il legittimo governo eletto dopo libere elezioni e le sue giuste rivendi-cazioni di indipendenza. La violenza praticata dagli Israeliani anche sui civili ricordano la violenza e la barbarie del nazi-smo di cui peraltro gli ebrei furono vittime. Il governo israeliano, con la complicità oggettiva di Abu Mazen, vuole risolvere definitivamente la “questione palestinese”, annientando Hamas e le sue milizie. Il tutto con il pretesto che il governo di Hamas a Gaza metterebbe in pericolo l’integrità dello stato di Israele attraverso il lancio di razzi su alcune sue colonie. Israele giustifica tutte le sue violenze, i suoi arbitri e i bombardamenti contro i civili come guerra al terrorismo, coa-diuvato in questo dai mass media internazionali e dai governi di ogni colore politico. Vergognose sono nel nostro paese le modalità con cui vengono date le notizie provenienti da Gaza e dai territori occupati. Gli aggrediti (i palestinesi) diventano gli aggressori; mentre gli Israeliani sono trasformati in vittime. Gli oltre 300 bambini palestinesi uccisi in meno di una settimana non fanno notizia, mentre 4 morti in tre anni nelle colonie israeliane di confine diventano “odiosi episodi di ter-rorismo”. E’ in atto un’operazione di pulizia etnica. L’entità israeliana sta cercando con ogni mezzo di creare condizioni di vita talmente insopportabili per i palestinesi da costringerli ad abbandonare la loro terra. Il vero scopo di Israele e del suo al-leato USA è la dearabizzazione della Palestina. Il popolo palestinese è coraggioso, ma quanto ancora potrà resistere dopo 60 anni di umiliazioni, sconfitte, tradimenti, morti e distruzione? Il diritto internazionale e umanitario è dalla sua parte eppure viene trattato sempre come un popolo di serie B che non merita l’appoggio della comunità internazionale. La vera questione morale è la situazione in cui versa il popolo palestinese da 60 anni, che è compito di tutti noi risolvere. A questo proposito è bene ricordare che nel 1948 non è nato lo stato di Israele, Israele si è au-toproclamato stato e non ha mai rispettato la condizione imposta dall’ONU, con la risoluzione 194, per rendere legittima la sua costituzione, cioè quella di consentire il ritorno dei profughi palestinesi. La salvezza del popolo palestinese passa anche attraverso atti di resistenza che tutti noi dobbiamo sapere organizzare. Prendiamo le distanze dal “politicismo”, dalle posizioni cosiddette “equidistanti” (l’equidistanza è complici-tà con Israele), e anche dall’ipocrita senso di sconfitta se le iniziative intraprese non hanno successo immediato. Possia-mo impedire che l’Italia abbia accordi commerciali con Israele? A breve termine certo no, ma si possono creare le condi-zioni perché questo avvenga in tempi ravvicinati, ad esempio iniziando a compiere magari degli atti tipo quelli di non comprare certi prodotti o di non frequentare luoghi in cui sono venduti i prodotti israeliani. Se guardiamo alla storia pas-sata chi di noi avrebbe mai pensato trent’anni fa che Mandela sarebbe diventato presidente del Sudafrica? Ebbene inco-minciamo a diffondere capillarmente l’informazione che l’Italia è tra i 5 maggiori partner commerciali europei di Israele; è uno dei più importanti mercati europei per le esportazioni israeliane con l’11% pari ai Paesi Bassi, segue solo la Francia con il 10% ed è superata dalla Germania con il 21% e il Regno Unito con il 18%; che le esportazioni italiane in I-sraele hanno raggiunto nuovi primati proprio nello scorso anno e che anche le esportazioni israeliane verso l’Italia stanno crescendo; che Israele è uno dei più importanti esportatori mondiali di attrezzature militari con il 10% nel 2007; che Isra-ele importa dall’Italia il 4,8% delle sue importazioni totali che comprendono attrezzature militari, beni di investimento, diamanti grezzi, combustibili, beni di consumo. Nonostante tutto ciò l’Italia è il paese europeo in cui la campagna di boicottaggio contro Israele si è pro-gressivamente rallentata, diversamente da altri paesi in Europa in cui negli ultimi tre anni si è invece consolidata. E’ necessario riprenderla al più presto. Ecco perché di fronte a questo quadro drammatico si impongono scelte chiare anche per chi nel nostro paese intende con-tribuire concretamente al sostegno della resistenza e della causa palestinese. Usciamo dall’ambiguità e diciamo basta al ricatto morale dell’olocausto! Lo diciamo con la serenità di chi lotta da sempre con coerenza e determinazione contro i rigurgiti fascisti e nazisti: non abbiamo paura delle critiche scontate di una certa parte corrotta della società israeliana e di alcuni rappresentanti della comunità ebraica italiana. Non è più tollerabile il silenzio e la compiacenza verso i crimini israeliani. BOICOTTARE ISRAELE ORA PER AIUTARE CONCRETAMENTE LA RESISTENZA PALESTINESE A FIANCO DELLA RESISTENZA PALESTINESE FERMIAMO IL MASSACRO DI GAZA ABBATTIAMO IL MURO DELL’APARTHEID DIRITTO AL RITORNO PER TUTTI I PROFUGHI RISPETTO DELLA SOVRANITA’ PALESTINESE SMANTELLAMENTO DELLE COLONIE LIBERTA’ PER I PRIGIONIERI POLITICI FINE DELL’OCCUPAZIONE NO AGLI ACCORDI COMMERCIALI UE-ISRAELE PALESTINA LIBERA! Milano, 14 gennaio 2008 L'altra Lombardia - SU LA TESTA
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