Re: Fw: Ma molti arabi fanno il tifo contro Hamas



Cara Giulia, abbiamo storie simili....anch'io per anni volevo diventare un gur, convertirmi insomma, difendendo Israele quando possibile. Mi accorgo che ora non è possibile. Per molti motivi, come non difendo Cina,Iran, Turchia, ecc... per le ripetute violazioni dei diritti umani, nemmeno Israele può avere giustificazioni di sorta per i massacri che sta conducendo da troppo tempo. Questo non significa che io non ami quel paese e quel popolo...anzi....mi spiace solo che ci sia meno dissenso di quanto dovrebbe essercene dal'interno....sempre  di più di quanto può essercene in Europa, comunque.....

 


--- On Thu, 1/1/09, Giulia Manzini <manzini_giulia at libero.it> wrote:
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Subject: Re: Fw: Ma molti arabi fanno il tifo contro Hamas
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Date: Thursday, January 1, 2009, 12:03 PM


Auguri Giorgio quando ti ho spedito la mail della Nirenstein volevo fare solo una provocazione ( inappropriata e irrispettosa verso le vittime palestinesi che non avrei dovuto fare), ma comunque condivido con te che Israele sbaglia da 60 anni e Ben Gurion fece nel '48 vera e propria opera di pulizia etnica verso i palestinesi. Israele si ritiri dai territori occupati e ponga fine a questa sorta di genocidio in corso dove le vittime sono sempre i palestinesi. Un tempo difendevo Israele quasi a spada tratta, ma ora mi rendo conto che la politica di Israele (questa politica di questa classe dirigente) è indifendibile sotto ogni punto di vista. So che a Milano esiste un'associazione di ebrei che criticano aspramente Israele senza mezzi termini e ne prendono le distanze. Ci vorrebbe questo: gli ebrei che non vivono in Israele dovrebbero tutti dissociarsi da quanto avviene dalla politica israeliana invece di fare sempre il loro difensore d'ufficio. Sappiamo tutti infatti che la recente ondata di anitgiudaismo ed antisemitismo, fortemente presente e destinata ad incrementarsi in Italia ed altrove ( io ne so qualcosa qui a Modena) è frutto e conseguenza della politica aggeressiva e militarista di Israele. Quindi della politica israeliana pagano il fio anche tutti gli ebrei che non vivono in Israele e parla una che per un po' ha pensato di convertirsi all'ebraismo e che si considera una sorta di ebrea "honoris causa" per la conoscenza che ho della meravigliosa cultura e storia ebraica. Ciao, a presto. Giulia Manzini  
----- Original Message -----
Sent: Wednesday, December 31, 2008 10:27 PM
Subject: Re: Fw: Ma molti arabi fanno il tifo contro Hamas

auguri anche a te ,Giulia, anche se non ho capito....
ma non è sempre bene capire......
shalom!

 


--- On Wed, 12/31/08, Giulia Manzini <manzini_giulia at libero.it> wrote:
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Subject: Re: Fw: Ma molti arabi fanno il tifo contro Hamas
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Date: Wednesday, December 31, 2008, 8:04 PM


Auguri a tutti e soprattutto a Gorigio Masilic, con l'auspicio che questo mondo impazzito rientri nei suoi cardini. Salve, ciao Giorgio
----- Original Message -----
Sent: Tuesday, December 30, 2008 3:25 PM
Subject: Re: Fw: Ma molti arabi fanno il tifo contro Hamas

beh.....direi che magari se si leggono i contenuti, si possono anche ignorare le donnine nude, senza moralismi......ce n'è da leggere, in quanto a contenuti e informazione.....

 


--- On Mon, 12/29/08, Giulia Manzini <manzini_giulia at libero.it> wrote:
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Subject: Re: Fw: Ma molti arabi fanno il tifo contro Hamas
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Date: Monday, December 29, 2008, 9:04 PM


Ma come mai sul sito di Masilich e di Sacro e Profano ci sono sempre delle donne nude? Non è molto bello leggere le acute disamine di Masili e vedere donnine nude a gogò.  
----- Original Message -----
Sent: Monday, December 29, 2008 9:44 PM
Subject: Re: Fw: Ma molti arabi fanno il tifo contro Hamas

oh, mamma.....la nirenstein...

 


--- On Mon, 12/29/08, Giulia Manzini <manzini_giulia at libero.it> wrote:
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Date: Monday, December 29, 2008, 8:38 PM


 
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Sent: Monday, December 29, 2008 12:59 PM
Subject: Ma molti arabi fanno il tifo contro Hamas

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Ma molti arabi fanno il tifo contro Hamas

 
Il Giornale, 29 dicembre 2008

Le immagini più significative della guerra in corso ieri si sono viste sul confine fra Gaza e l’Egitto, con tutta la tessitura degli arabeschi che il Medio Oriente è in grado di comporre. I soldati egiziani sorvegliano la frontiera col fucile impugnato da Rafiah lungo lo Tzir Philadelphi; dalle ore della tarda mattinata si svolge l’assedio dei palestinesi che vogliono passare di là dal confine mentre i soldati dall’altra parte hanno l’ordine di impedire comunque alla marea integralista di penetrare nel Paese di Mubarak, il moderato; poco più in là, la paradossale scena dei camion pieni di aiuti umanitari e le ambulanze, che sono i palestinesi a non lasciar passare mentre gridano agli egiziani: «Lasciate entrare i vivi invece di occuparvi dei morti».
Verso le cinque del pomeriggio, mentre il sole tramonta sul mare Mediterraneo, entrano in scena gli F16 che sfrecciano veloci e in quattro minuti distruggono 40 tunnel sotto il confine. Pare che fossero i più importanti tra i 600 scavati per trasportare dentro Gaza merci di qualsiasi genere dall’Egitto, quelli che hanno rimpinzato Gaza di missili. Ma ieri di missili, contro ogni previsione, non ne sono piovuti molti, e la popolazione del sud di Israele ha passato una giornata relativamente tranquilla: segno che gli obiettivi colpiti dall’aviazione sono stati scelti con una operazione di intelligence precisa, e che le strutture di Hamas stentano a riaversi da un’operazione paragonata qui in Israele a quella che nel 1967 colpì a terra i Mig egiziani.
L’esercito israeliano sostiene di aver colpito il 50% delle risorse belliche di Hamas, missili, depositi di dinamite e simili. E Hamas preferisce per ora giocare il ruolo della vittima, seguitare a segnalare, almeno per un po’, che Israele seguita ad agire in modo «sproporzionato».... Ma è il mondo arabo per primo a essere contraddittorio di fronte alla vittimizzazione di Hamas, e in primis l’Egitto e gli stessi fratelli palestinesi guidati da Abu Mazen: quest’ultimo ha detto dal Cairo di aver avvertito Hamas che le sue azioni avrebbero portato all’attacco di Israele. Insomma, gliene ha attribuito la responsabilità. Aggiungendo le accuse per le decine di miliziani di Fatah prigionieri di Hamas e morti nelle carceri bombardate dagli israeliani: la strage avrebbe potuto essere evitata se fossero stati liberati per tempo. Anche gli egiziani si sono mossi con ambiguità tra la dimostrazione di solidarietà con i palestinesi e la disapprovazione nei confronti della incomprensibile politica di Hamas, che ha portato la sua popolazione alla situazione attuale. Da Sana in Yemen, a molte città e villaggi mediorientali inclusi quelli della West bank e nella stessa Gerusalemme est, fino a Teheran, dove Khamenei ha chiesto a tutti i musulmani di combattere per Gaza «in tutti i modi possibili», fino a Beirut dove i manifestanti convocati dagli Hezbollah gridavano slogan in cui il nome di Mubarak faceva rima con Ehud Barak, fino a Amman dove i Fratelli Mussulmani hanno sfilato con slogan furiosi, fino a Damasco dove Masha’al chiede un’Intifada militare di tutto il mondo arabo, si è manifestata la solita furia antisraeliana ma stavolta anche antiegiziana e anti Fatah. Nasrallah, il capo di Hezbollah, ha parlato con i soliti toni di odio, esortando i suoi uomini ad essere pronti a difendersi. Ma, furbescamente, senza invitarli ad attaccare il mostro sionista.
E’ la prima volta che i moderati si vedono schiacciati nella loro realtà, che non possono sventolare la solita bandiera di odio contro Israele. Hamas li ha inchiodati. Ed è logico vista la crescita verticale dell’estremismo islamico in Medio Oriente. Avevamo già scritto di una segreta richiesta araba «moderata» a Israele di farla finita con Hamas visto come un emissario incendiario dell’Iran, deciso a distruggere ogni equilibrio mediorientale. L’Egitto, che ha a lungo tentato la tregua fra Fatah e Hamas, si è adontato oltre misura che Hamas abbia disertato la riunione di novembre al Cairo, sicuramente su richiesta iraniana. Nel frattempo Hamas cerca nuove sponde: da Gaza City, scavalcando la leadership di Damasco, sono partite molte telefonate da parte di Ismail Haniyeh al re del Bahrein e ai governanti del Qatar. Ma Hamas può restare molto danneggiato dalla rottura con l’Egitto: sono in programma importanti accordi economici che sembrano molto lontani dalla ringhiosa realtà attuale. Di sicuro ora, dopo i fatti di Gaza, tutto il mondo arabo dovrà fare i conti con la nuova dimostrazione di deterrenza militare israeliana, che dopo la guerra con gli Hezbollah del 2006 e per via dell’atteggiamento di attesa scelto dai vertici israeliani sembrava assai diminuita. Adesso tutti i vicini, compreso l’Iran, sanno che l’esercito israeliano è quello di un tempo quando decide, come dice Tzipi Livni «enough is enough».

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