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R: Re: Multiculturalismo e Islam: la Sharia contro le costituzioni europee
- Subject: R: Re: Multiculturalismo e Islam: la Sharia contro le costituzioni europee
- From: "pietroancona at tin.it" <pietroancona at tin.it>
- Date: Sun, 25 Mar 2007 19:14:52 +0100 (GMT+01:00)
E' un personaggio squallido!! Un venduto!! http://www.kelebekler. com/occ/pinocchio1.html Pietro ----Messaggio originale---- Da: giovassa at gmail.com Data: 25-mar-2007 7.47 PM A: <conflitti@peacelink. it> Ogg: Re: Multiculturalismo e Islam: la Sharia contro le costituzioni europee Chi manda questi post è straordinario! Riesce sempre a dare l'occasione per fare ragionamenti e segnalare fatti che danneggiano le tesi che propaganda: a) A questo link http://www.islam- ucoii.it/intesa.htm potete trovare la bozza di intesa che l'Ucoii (l'organizzazione islamica italiana più numerosa e, secondo gli islamofobi nostrani, più pericolosa e integralista) ha presentato allo Stato Italiano. Non contiene nessuna richiesta di separazione dei sessi a scuola, e , a mio modesto avviso, niente che non sia compatibile con le leggi italiane e le costituzioni europee. b) Voler portare un fazzoletto sui capelli o dimostrare "compassione", "solidarietà" e anche "ira" di fronte ai conflitti che toccano il Kashmir, la Palestina, l'Iraq, l'Afghanistan" anche se il tuo governo è coinvolto in quei conflitti, sono comportamenti perfettamente conformi e non contrari alle costituzioni europee che prevedono il diritto alla libera espressione del dissenso nei confronti della politica del proprio paese. E anche quello a vestirsi o a svestirsi come meglio si crede. Come Magdi Allam anche il falangista libanese Samir Khalil Samir si presenta come un difensore della democrazia e della civiltà europea, mentre entrambi ne sono dei nemici mortali perchè ne disconoscono la vera essenza, che è la libertà individuale e l'uguaglianza di fronte alla legge di tutte le idee, religioni e comportamenti. Alla prossima Gio Il 25/03/07, Scienza per l'Uomo <scienzaperluomo at yahoo.it> ha scritto: > > *Multiculturalismo e Islam: la Sharia contro le costituzioni europee > *di Samir Khalil Samir, sj > www.asianews.it > *I problemi in Olanda e Danimarca. L'esempio della Gran Bretagna: decenni > di multiculturalismo hanno portato a ghetti, chiusure e radicalismo delle > comunità islamiche. Sempre penalizzate le donne. Essere cittadini europei > implica avere dei doveri di integrazione. Terzo articolo di una serie. > * > <http://www.asianews. it/files/img/ISLAM_-_UK.jpg> > > Beirut (AsiaNews) – L'ideologia del multiculturalismo, cioè della > tolleranza cieca verso qualunque cultura e tradizione, sta distruggendo > l'Europa e bloccando ogni sviluppo in meglio dell'Islam. Una condanna di > tale posizione è venuta da parte dell'intellettuale somala e deputata Ayaan > Hirsi Ali, che, minacciata di morte da musulmani per la sua difesa dei > diritti delle donne, stanca del multiculturalismo europeo, ha lasciato > l'Olanda per andare in America lavorare a Washington all'istituto di ricerca > "American Enterprise Institute". Essa ha accusato l'Olanda di troppa > acquiescenza, di favorire l'immobilità delle comunità musulmane e perfino di > farsi conquistare dall'Islam e dalla legge islamica. > > Nel lasciare spazio alla Sharia c'è il rischio di un conflitto con le > costituzioni europee. Un fatto interessante avviene in Danimarca, un paese > all'avanguardia nella multiculturalità. Qui è nato un nuovo partito, il > Siad, che fa questa proposta: chi cita versetti coranici contrari alla > costituzione danese, deve essere punito perchè la costituzione è superiore a > tutte le altre leggi. > > E citano l'art. 67-69 della Costituzione danese che dice: "Autorizziamo la > libertà di culto, purché esercitata dentro il quadro delle leggi danesi > senza disturbare l'ordine pubblico". > > Tutto questo è un chiaro segno che si comincia a riflettere sul possibile > contrasto che esiste tra le costituzioni dei Paesi europei e alcune leggi > del Corano. Anche in Danimarca, sull'argomento esistono due tendenze: > quella "di sinistra", o dei buonisti, che vuole rispettare la cultura degli > altri dicendo che la nostra non è assoluta, o suggerendo che dobbiamo > tollerare e dare un po' di tempo affinché i musulmani siano in grado con il > tempo di fare questo passo; quella che non ammette deroghe, per cui chi non > è capace di integrarsi, è meglio che vada a vivere altrove. > > Ma il caso più significativo e problematico è quello della Gran Bretagna: > qui, dopo decenni di multiculturalismo, le comunità islamiche, invece di > integrarsi e di convivere, si stanno sempre più rinchiudendo in un ghetto, e > stanno emergendo atteggiamenti fondamentalisti, pericolosi per tutta la > società. > > > > *Scuola statale e morale islamica* > > > > L'associazione più rappresentativa dei musulmani britannici, il Consiglio > musulmano di Gran Bretagna, ha chiesto che sia riconosciuto il diritto dei > musulmani di applicare nella scuola statale la morale islamica. Il testo – > un documento di 72 pagine – è stato presentato al governo e reso pubblico il > 21 febbraio scorso, a nome di 400mila giovani musulmani che frequentano le > scuole pubbliche nel Paese. Essi chiedono che il governo accetti le > rivendicazioni di genitori e bambini musulmani in nome di una preoccupazione > per la fede. > > I musulmani partono dal loro concetto di pudore e dicono: > > a) le studentesse hanno diritto di portare il velo o il hijab [non parlano > però del niqab]; > > b) hanno diritto di non partecipare alle lezioni di educazione fisica, > perché l'islam vieta il contatto tra i sessi in pubblico, perché si rischia > di esporre anche in parte qualche nudità delle donne, vietata dalla sharia. > > Essi esigono anche la separazione dei sessi nella scuola; il rifiuto della > danza; l'educazione sessuale (che è affare della famiglia e non della > scuola); disegni e libri di anatomia non devono rappresentare gli organi > genitali. Per quanto riguarda poi la fede e la storia, chiedono una > revisione di tutto il sistema d'insegnamento in nome della morale islamica. > > Il ministero dell'educazione non ha ancora risposto in modo ufficiale, ma > ha già detto che questa lista di richieste provocherà un passo indietro > riguardo alla tolleranza che c'era. > > > > *Britannici o musulmani* > > > > La tendenza alla chiusura – frutto del multiculturalismo! – si manifesta > anche ad un altro livello. Il 19 febbraio scorso, un sondaggio pubblicato > sul *Sunday Telegraph*, mostra che il 40 % dei musulmani britannici è > favorevole all'introduzione della sharia. Ciò manifesta la radicalizzazione > di una folta parte della comunità islamica nel Paese. Il 60 % si sente > estraneo alla società britannica e reputa necessario e normale condurre un > modo di vita retto dall'etica islamica più radicale. > > Un altro elemento che emerge è la distanza di queste persone dalla società > britannica. Alla domanda "Cosa sentite rispetto alle vittime dei conflitti > nel mondo?" la risposta è stata "compassione", "solidarietà" e anche "ira" > di fronte ai conflitti che toccano il Kashmir, la Palestina, l'Iraq, > l'Afghanistan. In pratica: essi si sentono vicini più ai musulmani che alla > Gran Bretagna, la quale in alcuni di questi paesi è protagonista dei > conflitti. > > Dal punto di vista sociologico si deve dire che essi provengono da > Pakistan, Bangladesh e India, appartengono a famiglie tradizionali, ma > occorre sottolineare anche che essi sono in Gran Bretagna da almeno due > generazioni. Mi sembra ovvio che le reazioni al 9/11, anziché creare più > solidarietà mondiale attorno all'idea di lotta al terrorismo, ha invece > radicalizzato i musulmani che si sono solidarizzati fra loro per difendere i > correligionari. > > L'11 settembre ha creato o rafforzato, in tutto il mondo islamico, una > crisi d'identità : l'islam e i musulmani sono messi in questione. Di fronte > a questa situazione, c'è chi riflette per discernere ciò che deve essere > rivisto nell'insegnamento e nell'atteggiamento islamico, e c'è chi reagisce > con chiusura e aggressività per affermare con più forza la radicale > diversità dell'islam di fronte alla cultura circostante. Questo secondo > atteggiamento è tipico di molti giovani della seconda o terza generazione, > che non si riconoscono totalmente né nella tradizione islamica né in quella > occidentale (pur avendola perfettamente assimilata). > > Ad ogni modo, questa inchiesta e le richieste sulla scuola mostrano che in > Gran Bretagna i musulmani si identificano sempre più con la loro religione, > più che con la società e la cultura del luogo. > > > > *Il pudore per i maschi e la cittadinanza* > > > > I problemi sollevati dai musulmani, per esempio quelli di Gran Bretagna, > sono reali. Esiste un problema di etica nella società, e dunque nella > scuola. Un liberalismo esagerato, che consente ai giovani tutto, in > particolare sul piano sessuale, col motivo che devono imparare a fare le > loro scelte, non è certo accettabile né per la comunità musulmana, né per la > comunità cristiana, né per la comunità umana tout court. Da qui ad impedire > i contatti tra ragazzi e ragazze, o a impedire l'insegnamento di tutto ciò > che è legato alla sessualità, c'è molta differenza. Qui non si tratta più di > etica, ma di costumi e tradizioni, e questo non è più accettabile. In ogni > paese vanno osservate le norme di quel paese, non quelle dei paesi di alcuni > genitori ! > > Inoltre, ci si domanda perché, trattandosi di rapporti tra i sessi, è > sempre la donna che deve essere nascosta o "osservare il pudore" come si > dice ancora. Il pudore, se è una virtù – è lo è di fatto –, vale per il > maschio come per la femmina. E siccome il pudore sembra essere più spontaneo > nelle femmine, si dovrebbe piuttosto imporlo ai maschi ! In altri termini, > pur con le migliore intenzioni, i musulmani tendono a confondere le usanze > con l'etica. Le usanze sono legate a determinati gruppi (etnici, geografici, > religiosi ...) e non valgono per la società civile nazionale. L'etica detta > dei principi validi per ogni persona umana, indipendenti dal sesso e dalla > religione, e perciò merita di essere difesa e si lotta per difenderla. É ora > che tutti impariamo a difendere un'etica rispettosa della persona umana, > cominciando ad insegnarla e praticarla a scuola, per tutti. Quanto a > provvedere un trattamento particolare per un determinato gruppo, in nome > della loro diversa cultura, questa è una deformazione di ciò che dovrebbe > essere "l'autentico multiculturalismo", che impara a valutare le culture > altrui e a migliorare la propria grazie a questo confronto. > > Dietro a questo problema c'è la domanda: che significa la cittadinanza ? > E' una carta, comoda da acquistare perché da dei vantaggi e pochi obblighi ? > Oppure è una realtà profonda, frutto di una scelta ragionata, che può > esigere anche grossi sacrifici culturali ? > > Ancora : qual è l'identità di un cittadino italiano di origine egiziana o > marocchina o cinese o albanese ? Se è egiziana, marocchina, cinese, > albanese, allora mi domando che senso ha aver richiesto ed ottenuto la > cittadinanza? Non è forse per approfittare dei vantaggi che offre il nuovo > Paese, e poi tornare a vivere nel Paese di nascita o dei genitori? In questo > caso io sono solo uno sfruttatore. Ma se significa una scelta cosciente, che > implica dei cambiamenti d'atteggiamento, col desiderio di costruire con gli > altri concittadini una società più giusta ecc., allora sì merito la > cittadinanza. Penso che la società debba aiutare ognuno a fare queste scelte > ponderate, aiutando e facilitando questo sforzo d'integrazione. > -- °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°° Giovanni Vassallo v.G Bresca 1 18100 Imperia Italy Tel/fax +390183297129 Mobile +393474204241 °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°° Se c'e' una soluzione non e' il caso di preoccuparsi Se non c'e' una soluzione preoccuparsi non serve a niente °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
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