Per Bellieni presto nasceranno solo i
sopravvissuti alla diagnosi prenatale
Una persona della caratura culturale e morale di
Didier Sicard ha mostrato a quale livello di obbligatorietà sia arrivato
lo screening prenatale”. Il neonatologo Carlo Bellieni, membro
corrispondente della Pontificia accademia della vita, denuncia l’abisso
che passa fra la diagnosi prenatale non invasiva e quella che scivola
nell’eugenetica, come ha spiegato in un’intervista al Monde il decano dei
bioeticisti francese, Didier Sicard. “La prima serve a curare, la seconda
a selezionare” ci dice Bellieni. “Nel 2005 la rivista Trends in
biotechnology ha pubblicato un articolo in cui si spiegava lo spettro
della diagnosi prenatale selettiva in Francia. E due giorni fa sul sito
della Bbc si parlava dell’eccesso di ecografie in Inghilterra. E’ in corso
un allarme mondiale sulla pervasività subliminale della selezione
prenatale. E molti si domandano se questo c’entra col fatto che le donne
italiane eseguono in media sei ecografie in gravidanza, più del doppio di
quelle previste dalle linee guida. Senza considerare il numero altissimo
di amniocentesi con i loro possibili rischi. E’ così vasto il fenomeno
dell’ingerenza nei segreti del feto per fini che non sono nell’interesse
del feto stesso, che nel 1989 l’Organizzazione mondiale della sanità ha
tracciato le linee per una tutela della privacy prenatale”. Il
fenomeno corre su un doppio binario. “Da un lato la paura dei medici per
le ritorsioni giudiziarie. Nel 2000 in Francia scioperarono i
radiografisti dopo la denuncia di un disabile per esser nato malato dato
che per la mancata diagnosi non era stato possibile abortire. Dall’altro
lato si sta imponendo l’idea del ‘bambino perfetto’: la perfezione come
mito della società postmoderna, secondo il Journal of Medical Ethics, sta
alla base dell’eugenetica prenatale. Sicard parla del fatto che se la
madre ritiene che una certa patologia costituisca un danno per la sua
salute, allora acquista automaticamente il diritto di interrompere la
gravidanza”.
Sesso della prole à la carte, lo chiamano
“bilanciamento familiare”
Lo chiamano “bilanciamento familiare”, è un modo
costoso e moderno per essere quasi sicuri di avere un figlio maschio, se
lo si desidera, o femmina, se si impazzisce per il rosa. E’ la scelta del
sesso, ed è l’ultimo dibattito etico lanciato dal New York Times, che ha
chiesto anche l’opinione dei lettori in proposito. La scelta del sesso
ovviamente è possibile solo con la fecondazione assistita, e serve la
diagnosi preimpianto: si sceglie l’embrione maschio, o femmina, si
scartano o si congelano gli altri. Eugenetica? Sì, perché ci si sceglie la
famiglia che si vuole, non più solo sana, anche perfettamente variegata.
Si rideva volentieri in faccia a chi diceva che la diagnosi preimpianto
apriva la strada agli occhi blu e ai capelli biondi in provetta, ora i
medici americani raccontano che soddisfano volentieri le volontà
monetizzabili di genitori decisi ad avere un maschietto. “Sono i desideri
dei pazienti – ha detto Jamie Grifo, direttore del centro di fertilità
della New York University – chi siamo noi per decidere, per rifiutare, per
giocare a Dio? Ho una notizia per voi: non cambieremo l’equilibrio di
genere nel mondo. Abbiamo una manciata di richieste ogni anno, e le
accontentiamo”. Spiega che si oppone al test sugli embrioni solo per la
scelta del sesso, ma se bisogna già fare lo screening sugli embrioni per
motivi medici, tanto vale regalare una femmina, se i pazienti la
desiderano. Tanto vale. Per ventimila dollari sarebbe scortese non
includere anche la scelta del sesso. “Preferiamo farlo come bilanciamento
familiare – ha spiegato il dottor Jeffrey M. Steinberg, che sta per aprire
a Manhattan la sua quarta clinica che offre la scelta del sesso – ma non
abbiamo mai mandato via qualcuno che arriva e dice: voglio che il mio
primo figlio sia un maschio o una femmina. Se tutti dicessero che vogliono
prima il maschio forse avremmo titubato, ma è cinquanta e cinquanta. La
scelta riproduttiva è una cosa molto personale: se non danneggia nessuno
noi semplicemente andiamo avanti e diamo loro quello che vogliono”.
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