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Techno-war 2
- Subject: Techno-war 2
- From: "Valentino R" <semjase at tin.it>
- Date: Sun, 3 Dec 2006 14:03:18 +0100
redazione ECplanet
Lo chiamano "calabrone bionico", o anche "ape
intelligente". È una vera e propria "macchina da guerra", di cui Israele
completerà lo sviluppo. Una nuova forma di robot-killer dalle capacità inedite.
Nei giorni scorsi, il vice primo ministro Shimon Peres, a cui, pensate un po', è stato consegnato nel 1994 un premio Nobel per la pace, è stato incaricato di selezionare un team di esperti in grado di sviluppare "nano-armi" - con pezzi piccoli quanto un milionesimo di millimetro - che possano fronteggiare i missili palestinesi, capaci di intercettare attentatori suicidi, ed efficienti nel contrastare le tattiche di guerra più striscianti. La messa a punto del calabrone bionico costituisce il primo obiettivo della nuova task force militare: entro il 2010, saprà zigzagare fra la folla, sciamare inosservato lungo vie affollate, puntare dritto sull'obiettivo, per fotografarlo e, all'occorrenza, colpirlo.
Lo stesso Peres, in una intervista rilasciata al quotidiano israeliano Yedioth Ahronoth, ha spiegato come le nanotecnologie abbiano molto da offrire alle forze armate del paese. "È illogico inviare un aereo che vale cento milioni di dollari contro un terrorista suicida. È per questo che puntiamo su armi futuristiche", ha dichiarato.
Le nanotecnologie, su cui Israele intende investire l'equivalente di circa 190 milioni di euro, secondo quanto dichiarato da Peres, potrebbero rappresentare il miglior deterrente nei confronti dei "terroristi armati". La concentrazione della popolazione civile sul territorio fa sì che gli attacchi kamikaze (e il tentativo di sventarli) provochino spesso un numero spropositato di vittime. Ecco perché un'arma che possa localizzare e rendere inoffensivo un cecchino o un attentatore suicida potrebbe servire a scoraggiare questo tipo di attacchi.
Oltre al "calabrone bionico", sono in progetto anche le "smart dust", polveri intelligenti capaci di sparpagliarsi nei territori nemici, monitorando movimenti e intercettando comunicazioni; sensori anti attentatore, da posizionare nei luoghi pubblici, che sappiano individuare il materiale esplosivo; superguanti, in grado di conferire a chi li indossa una forza degna di un uomo bionico. Il tutto dovrebbe essere operativo entro tre anni.
Israele non è certo l'unico paese a voler delegare alla robotica missioni militari: basti citare il progetto di sviluppo dei Terminator Australiani, le robosentinelle coreane armate di mitragliatrice, le astronavi robot per le guerre stellari USA, i Micro Air Vehicle (MAV) su cui scommette il Pentagono, i super-soldati nanotech a cui stanno lavorando il MIT e la DARPA. Di fronte a questo spiegamento di forze "apocalittico", c'è chi vede negli sciami di calabroni nanotecnologici, secondo le profezie bibliche, un segno di svenura: e l'ombra del "signore delle mosche".
Nei giorni scorsi, il vice primo ministro Shimon Peres, a cui, pensate un po', è stato consegnato nel 1994 un premio Nobel per la pace, è stato incaricato di selezionare un team di esperti in grado di sviluppare "nano-armi" - con pezzi piccoli quanto un milionesimo di millimetro - che possano fronteggiare i missili palestinesi, capaci di intercettare attentatori suicidi, ed efficienti nel contrastare le tattiche di guerra più striscianti. La messa a punto del calabrone bionico costituisce il primo obiettivo della nuova task force militare: entro il 2010, saprà zigzagare fra la folla, sciamare inosservato lungo vie affollate, puntare dritto sull'obiettivo, per fotografarlo e, all'occorrenza, colpirlo.
Lo stesso Peres, in una intervista rilasciata al quotidiano israeliano Yedioth Ahronoth, ha spiegato come le nanotecnologie abbiano molto da offrire alle forze armate del paese. "È illogico inviare un aereo che vale cento milioni di dollari contro un terrorista suicida. È per questo che puntiamo su armi futuristiche", ha dichiarato.
Le nanotecnologie, su cui Israele intende investire l'equivalente di circa 190 milioni di euro, secondo quanto dichiarato da Peres, potrebbero rappresentare il miglior deterrente nei confronti dei "terroristi armati". La concentrazione della popolazione civile sul territorio fa sì che gli attacchi kamikaze (e il tentativo di sventarli) provochino spesso un numero spropositato di vittime. Ecco perché un'arma che possa localizzare e rendere inoffensivo un cecchino o un attentatore suicida potrebbe servire a scoraggiare questo tipo di attacchi.
Oltre al "calabrone bionico", sono in progetto anche le "smart dust", polveri intelligenti capaci di sparpagliarsi nei territori nemici, monitorando movimenti e intercettando comunicazioni; sensori anti attentatore, da posizionare nei luoghi pubblici, che sappiano individuare il materiale esplosivo; superguanti, in grado di conferire a chi li indossa una forza degna di un uomo bionico. Il tutto dovrebbe essere operativo entro tre anni.
Israele non è certo l'unico paese a voler delegare alla robotica missioni militari: basti citare il progetto di sviluppo dei Terminator Australiani, le robosentinelle coreane armate di mitragliatrice, le astronavi robot per le guerre stellari USA, i Micro Air Vehicle (MAV) su cui scommette il Pentagono, i super-soldati nanotech a cui stanno lavorando il MIT e la DARPA. Di fronte a questo spiegamento di forze "apocalittico", c'è chi vede negli sciami di calabroni nanotecnologici, secondo le profezie bibliche, un segno di svenura: e l'ombra del "signore delle mosche".
Fonte: Punto Informatico / novembre 2006
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