Vicenza, migliaia in corteo contro l'ampliamento della base Usa



Hanno chiesto di non procedere all'allargamento dell'aeroporto Dal Molin
destinato ad ospitare la 173esima Brigata aviotrasportata americana

Manifestazione pacifica: "Parisi, l'Italia si aspetta un no"

VICENZA - "Parisi, Vicenza e l' Italia aspettano un no". E' il cartello con il messaggio diretto al ministro della Difesa che un ragazzo allegrissimo mette sotto gli occhi di tutti, nel corso della manifestazione dei 20 mila, secondo stime prudenti, ma forse 30 mila secondo gli organizzatori, scesi in piazza contro il progetto di ampliamento della base statunitense di Vicenza.

E' stato un corteo di più di otto chilometri - dalla caserma Ederle fino all' aeroporto Dal Molin, dove secondo progetto potrebbe trovar stanza la 173/a Brigata aviotrasportata statunitense - nel quale, hanno sottolineato le parlamentari Luana Zanella (Verdi), Lalla Trupia (Ds) e Laura Fincato (Margherita), era rappresentata tutta l' Unione.

Oltre 300 le sigle che hanno aderito, con un coordinamento ferreo, nel respingere ogni provocazione, come auspicato più volte nei giorni precedenti dal parlamentare Severino Galante (Comunisti Italiani). Tra i tanti presenti, c'era anche un gruppo di famiglie di credenti che ha avviato una riflessione sulla pastorale sociale e lavoro riguardo alla questione dell'aeroporto Dal Molin. Contro l' ampliamento della base si era espresso, in occasione del suo 85/o compleanno, anche lo scrittore Mario Rigoni Stern. Certamente contrari i Comitati cittadini di Caldogno, Sant'Antonino e Vicenza: secondo un recente sondaggio della Demos di Ilvo Diamanti - citato nel corso della manifestazione - il 61% dei vicentini e il 75% dei caldognesi è contrario alla nuova base; l' 84% degli intervistati ha invece chiesto che la parola definitiva sia lasciata ai cittadini.

A ribadirlo, oggi, al megafono, gli slogan dei Centri Sociali (circa 3.000 presenze): "no, no, No Global War"; i circa 6.000 dichiarati dalla Cgil, la decina di Comitati di Emergency arrivati da tutta Italia, come quelli delle donne in mero che sono "contro le basi americane, per liberare anche Aviano (Pordenone) che ha 60 bombe atomiche e Ghedi (Brescia) che ne ha 40", dice uno di loro. Fra le presenze, anche Luciano Mazzolin (Prc), portavoce dell' assemblea NoMose contro le dighe mobili nella laguna di Venezia: "siamo anche qui - dice Mazzolin - ad esprimere solidarietà contro la gestione privatistica del territorio, a Venezia come a Vicenza".

Tra gli altri, in fondo al corteo, gli anarchici del Fai (Federazione anarchica italiana). Dalla zona del circolo Gramigna sono partiti anche slogan contro Bertinotti e Diliberto, quest'ultimo definito "servo dei padroni, prima scende in piazza, poi voti le missioni". Tensione controllata dall' alto da un elicottero, da un massiccio dispiegamento di forze dell'ordine, ma alleggerita di fatto dal suono dei tamburi e delle musiche, mentre in testa al corteo c'erano anche famiglie con bambini .

Un solitario porta in spalla un Che Guevara: "sono comunista, mi devo vergognare? appartengo al Social Forum di Firenze". Altri sorreggono la scritta: "non sono no-global, nè comunista, nè antiamericano, sono solo pacifista". C'è anche Renato Fiorelli, di Gorizia, uno dei pochi reduci delle marce Milano-Vicenza 1967-1971. "Allora eravamo un centinaio, per cinque anni abbiamo manifestato a Vicenza davanti alla Ederle - racconta - oggi sono ripartito da dove mi ero fermato nel 1971, perchè poi le nostre marce si erano spostate a Trieste ed Aviano". Tutti concordi i parlamentari: "è necessario il referendum, il Governo aspetta che la città si pronunci".

(3 dicembre 2006)

http://www.repubblica.it/2006/12/sezioni/cronaca/base-vicenza/base-vicenza/base-vicenza.html