Israele



Israele cerca un’alternativa alla politica unilaterale degli Usa: l’analisi di Magdi Allam


Ha ripercorso i momenti salienti degli ultimi mesi della politica israeliana. Partendo dalla decisione del ritiro unilaterale da Gaza, con il cambiamento della strategia di Gerusalemme aperta verso nuove soluzioni del conflitto mediorientale. Sofri ha aggiunto che, soprattutto con le modalità con cui è stata raggiunta la tregua di agosto, si scorge il tentativo di Israele di aprire di più verso l’Onu ed altri organismi internazionali cercando alternative alla politica dell’unilateralismo di Washinghton, che come ha affermato “si è rivelata un fallimento, perché non riesce più a trovare una via d’uscita dalla crisi irreversibile venuta a crearsi in Afghanistan ed Iraq”.

In tal senso ha auspicato un maggiore ruolo per l’Unione Europea nel processo di pace e ha concluso l’intervento affermando che “il conflitto mediorientale si risolverà solo quando questa regione non sarà così importante per il resto del mondo”. Suggerendo una maggiore indipendenza dal fattore economico, e più precisamente dal petrolio, che condiziona pesantemente l’azione politica per la risoluzione del conflitto arabo-israeliano. Nella parte finale del convegno è intervenuto il vicedirettore del Corriere della Sera, Magdi Allam che ha introdotto il tema del pericolo fondamentalista islamico sia per la società occidentale e sia per il mondo arabo. Dapprima ha speso qualche parola per come è mutata la minaccia nell’ultimo decennio, e poi ha descritto come è deteriorata la situazione. “La globalizzazione ha unito il terrorismo islamista nella predicazione dell’odio nei confronti di Usa ed Israele. Attraverso internet, nelle moschee e nei centri culturali si reclutano i robot della morte”. Durante il suo intervento, il giornalista egiziano, ha esteso l’analisi a ciò che succede nei paesi arabi moderati. “Il problema interno dell’Islam è che non accetta il pluralismo. Negli anni Novanta ci sono stati 150 mila morti in Algeria, perché condannati di apostasia, in uno Stato ritenuto infedele”. Nel contesto di questa analisi Magdi Allam ha riconosciuto che l’Occidente malato di relativismo culturale non ha ancora compreso le modalità con cui affrontare il rapporto con l’Islam.