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(Fwd) [pace] Pulizia etnica: appello dei presidi palestinesi
- Subject: (Fwd) [pace] Pulizia etnica: appello dei presidi palestinesi
- From: "Davide Bertok" <davide at bertok.it>
- Date: Thu, 26 Oct 2006 20:22:57 +0200
- Priority: normal
Vediamo ora il parere dei difensori di Israele... seriamente, sono curioso...non dico che sia vero per partito preso ma voglio allora una critica argomentata. :) ------- Segue messaggio inoltrato ------- Data inoltro: Thu, 26 Oct 2006 08:06:15 +0200 Data invio: Thu, 26 Oct 2006 08:42:47 +0200 Da: doriana at inventati.org A: undisclosed-recipients:; Inoltrato da: pace at peacelink.it Invia risposta a: pace at peacelink.it Oggetto: [pace] Pulizia etnica: appello dei presidi palestinesi [ Fai doppio click qui per le opzioni di iscrizione ] Opere di pulizia...vi prego di leggere e diffondere, affinchè non siano "pulite" anche queste informazioni. Doriana Goracci _____________________________________________________________ _________ ________ APPELLO DI PRESIDI Di UNIVERSITA' PALESTINESI 14 ott. 2006 Care tutte, Attualmente siete tutte a conoscenza delle ultime tattiche del governo israeliano per la pulizia etnica: rifiutare i permessi di ingresso o di ri-ingresso ed il diritto di residenza a persone di origine palestinese che non si trovavano nei territori occupati nel 1967 alla fine della guerra. Alcuni Palestinesi di questa categoria sono tornati in Palestina e vi vivono da anni. Molti hanno una nazionalità straniera, alcuni sono nati all?estero. Non esiste una nazionalità palestinese perché la Palestina non è ancora riconosciuta come stato indipendente. Queste persone, a cui non è stato dato un diritto di residenza, hanno soggiornato con un visto turistico rinnovabile ogni tre mesi. Alcuni l'hanno così rinnovato per più di 10 anni, altri ancora più a lungo. L'iter consisteva nel lasciare Israele e rifare una domanda di ingresso dall'estero. Molti Palestinesi sono andati in Giordania a questo scopo, e vi hanno ricevuto il loro visto di ri-ingresso. In marzo, Israele ha cominciato a rifiutare il ri-ingresso a questo genere di persone, anche se molti tra loro avevano lasciato mogli, figli e lavoro. In certi casi, questo ha diviso delle famiglie. Israele rifiuta di autorizzare alcune mogli palestinesi a partire, e ad un tempo rifiuta l?ingresso al marito con nazionalità straniera. E questo rifiuto di ingresso non è solo per i Palestinesi. Riguarda dagli studenti che desiderino studiare in una università nei territori occupati a persone che potrebbero desiderare di divenire membri di facoltà e le ONG. Qui sotto una lettera dei Presidi di università palestinesi per attirare l'attenzione su questo problema e chiedere al mondo di opporsi alla politica israeliana di rifiuto di ri-ingresso nei Territori palestinesi occupati, e del diritto di residenza. Leggetela con attenzione, diffondetela e attivate campagne per opporsi alla nuova politica ipocrita israeliana di pulizia etnica. Grazie, Dorothy (New Profile) Ai membri della società civile globale e al mondo accademico: Noi, Presidi di istituzioni palestinesi di studi superiori, desideriamo portare alla vostra attenzione una politica israeliana allarmante e per ora non nota che colpisce la nostra società in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza in generale, e l'educazione in particolare: il rifiuto di ingresso, di ri-ingresso e di diritto di residenza a membri di famiglie palestinesi e non palestinesi, a conferenzieri, lavoratori di ONG e esperti internazionali in sviluppo, muniti di passaporti stranieri. Dall'occupazione militare della Cisgiordania e della Striscia di Gaza nel '67, Israele ha controllato unilateralmente il registro civile della popolazione palestinese, e ha limitato gli spostamenti all'interno e fuori dei Territori palestinesi occupati, per i Palestinesi e altri non Israeliani, privando così i Palestinesi del loro diritto fondamentale alla libertà di movimento e di residenza. Dall'inizio del 2006, e specialmente dopo le elezioni parlamentari, molte migliaia di detentori di passaporto straniero di origine palestinese o no, che vivono e/o lavorano nei Territori palestinesi occupati si sono visti spesso negare l'ingresso, o sono anche stati minacciati di deportazione. Israele si è arrogato la prerogativa di accordare o rifiutare permessi di lavoro a stranieri nei Territori palestinesi occupati. La maggior parte di loro è nata palestinese e detiene oggi un passaporto straniero perché la loro carta d'identità è stata annullata mentre essi studiavano o lavoravano all'estero, o perché la loro domanda di ricongiungimento familiare era stata respinta dall'autorità israeliana di occupazione per vari pretesti da ottobre 2000. Tuttavia sono cittadini che hanno costruito la loro vita in Palestina, pagando le imposte locali e votando alle elezioni regionali e nazionali. La maggioranza dei detentori di passaporto straniero a cui si rifiuta l' ingresso o il ricongiungimento familiare in Palestina ha diritto all'integrità della famiglia secondo convenzioni internazionali e norme riconosciute. Anche Israele ha firmato degli accordi di reciprocità e delle regole di immigrazione con altri paesi, che sta violando senza mai fornire una ragione adeguata per il suo comportamento, privando le persone minacciate, dei loro diritti elementari di accesso alla giustizia, alla trasparenza e alla responsabilità statale. Nel frattempo, i cittadini israeliani godono di un ingresso senza ostacoli nella gran parte dei paesi del mondo, mentre si nega a cittadini di questi paesi un trattamento simile quando varcano le frontiere israeliane. Anche la comunità degli affari è stata duramente colpita. Molti uomini d'affari della diaspora, che sono riusciti ed hanno investito molto per costruire la loro comunità per più di 10 anni, si vedono pure rifiutare l'ingresso o sono deportati con un avviso di appena un mese. Dei Palestinesi della diaspora e degli stranieri hanno resistito a interrogatori umilianti alla frontiera, costantemente minacciati dall'insicurezza di non avere il loro visto turistico o il loro permesso di visita rinnovato ogni tre mesi. La maggior parte di queste persone fa parte della classe locale istruita i cui contributi alla società civile, alle istituzioni educative e al settore privato sono stati inestimabili per la costruzione di un reale paese pluralista e per porre le basi di un futuro stato palestinese. Ci sono stati almeno 5 casi di rifiuto d'ingresso ad universitari e a personale universitario che si sono visti rifiutare l'ingresso in Cisgiordania, il più recente nel luglio 2006. Molti studenti stranieri sono stati respinti alle frontiere e posti nell'impossibilità di iscriversi o di continuare i loro studi in Palestina. E' stata posta fine anche ai permessi di amministratori di diversi consigli di università e si è detto loro di lasciare il paese. Noi facciamo appello a voi per sostenere un'azione collettiva appropriata contro questa pericolosa politica di rifiuto di ingresso e ri-ingresso di Palestinesi e di altre nazionalità, rifiuto che minaccia di vuotare i Territori palestinesi occupati della loro classe istruita: Ottenere l'annullamento di questa forma di controllo illegittimo, discriminatorio e immorale della popolazione. Assicurare una totale libertà d'accesso all'educazione e ad altre attività in Palestina. I Presidi di università palestinesi: Dr. Ali Zedan Brother Daniel Casey Al-Aqsa University/Gaza Bethlehem University Dr. Daoud Zatari Dr. Fakhri Hasan Palestine Polytechnic University Hebron University Dr. Jawad Wadi Dr. Kamalain Shaath Al-Azhar University/Gaza Islamic University of Gaza Dr. Munther Salah Dr. Nabeel Kassis Arab American University Birzeit University Dr. Rami Hamdalla Dr. Sari Nusaibah An-Najah University Al Quds University Dr. Younis Amro Al Quds Open University -- Mailing list Pace dell'associazione PeaceLink. Per ISCRIZIONI/CANCELLAZIONI: http://www.peacelink.it/mailing_admin.html Archivio messaggi: http://www.peacelink.it/webgate/pace/maillist.html Area tematica collegata: http://italy.peacelink.org/pace Si sottintende l'accettazione della Policy Generale: http://www.peacelink.it/associazione/html/policy_generale.html ------- Fine del messaggio inoltrato -------
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