E' assurdo che queste descrizioni vengano proprio da te, Israele non si
differenzia di molto.
Visto che conosci bene i versetti credo tu conosca anche quello che
dice "non cercare la pagliuzza nell'occhio di tuo fratello, se non ti
accorgi della trave che tieni nei tuoi"
Come ha già detto Lorenzo, qualsiasi estremismo o fanatismo religioso
che sia cattolico, islamico, ebreo, è legato semplicemente
all'ignoranza della gente e dalla incapacità di saper vivere con chi è
diverso.
Israele sta facendo crimini assurdi ed ingiustificati, non ci sono nè
versetti nè situazioni geopolitiche che li possano giustificare se non
l'ignoranza delle persone.
Condanno qualsiasi forma di crimine e fanatismo, come quello islamico
condanno anche quello ebreo. E queste tue sono solamente tante scuse
per non affrontare il problema che come loro anche gli ebrei sono
criminali responsabili della morte di migliaia di persone.
Accetto le tua sollecitudine di muovermi per qualsiasi oppressione,
islamica ebrea comunista o nazista che sia. E tu per quale ti muovi?
Solo per la tua? Magari giustificando per questo i crimini che stanno
commettendo i tuoi padroni? Allora forse è il caso che lasci stare la
mia pagliuzza nell'occhio e pensi un po' di più alla tua trave.
Scusami la durezza di questa risposta, ma forse non riesci a capire che
le persone che scrivono nelle pagine di questa mailinglist condannano
la guerra di israele come quella degli hezbollah, come quella
americana, o quella dei terroristi. Credo sia impossibile per te
cercare di giustificare la guerra israeliana tra queste pagine.
Quello che mi inquieta non sono le motivazioni o giustificazioni, ma,
come in tutte le guerre, le migliaia di persone innocenti che vengono
uccise. Sono persone, Antonello, persone! Non ebrei, mussulmani,
cristiani o comunisti. Sono persone, bambini, ragazzi, padri, madri.
Che valore possono avere le nostre stupide disquisizioni in confronto a
delle persone che muoiono?
Ciao,
Luca
antonelloa71 at libero.it ha scritto:
Brevi caratteristiche predominanti di
alcuni Paesi dove il Cristianesimo è vietato e contrastato.
Notizie di Agosto 2006/1
(fonte Porte Aperte)
Corea del Nord
In questo paese di 20 milioni di abitanti si stima che ci
siano fra i 200.000 e i 400.000 cristiani.
Ogni forma di religione è severamente vietata, tranne la venerazione
del presidente Kim Jong Il e della sua ideologia "juche". Questa
ideologia atea insegna che l'uomo deve redimere se stesso.
Questa ideologia condiziona sia la vita morale che la vita materiale
del singolo e della comunità. E' un concetto di autostima e
autosufficienza che porta all'isolamento, condizionando e limitando il
benessere individuale e sociale. Proprio a causa di questa dottrina di
autosufficienza la Corea del Nord è diventata uno dei paesi più poveri
del mondo, nel quale si soffre una fame cronica.
La persecuzione dei cristiani è mostruosa. Il possesso di una Bibbia
basta per essere rinchiusi in un campo di rieducazione a regime severo
da dove quasi nessuno esce vivo.
A scuola i bambini vengono spronati alla delazione, anche dei loro
genitori.
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Iran
Nel 1979 si è scatenata la rivoluzione islamica guidata
dall'ayatollah Khomeini. Da allora hanno sempre aspramente perseguitato
i cristiani e hanno esportato in tutto il mondo la rivoluzione
islamica.
L'Iran e la madre della corrente Sciita, che si distingue dall'altra
corrente Sunnita, perché non riconoscono le dinastie Abbaside e
Omayyade. Promuove un integralismo militante, sovvenzionando governi e
guerriglie in vari parti del mondo.
Ogni iraniano è considerato musulmano e non deve entrare in una chiesa.
Solo le minoranze etniche possono avere locali di culto cristiano.
Molti musulmani sono stanchi dell'islam, sotto la cui bandiera vengono
perpetrati tanti crimini e ingiustizie in questo paese. Di conseguenza
ci sono pochi paesi come l'Iran, dove tanti musulmani si sono
convertiti al Signore Gesù.
Il nuovo presiedente Ahmedineiad ha deciso di impedire le conversioni
al cristianesimo adottando misure rigide, di conseguenza le chiese non
osano più accogliere gli (ex) musulmani per paura di ritorsione e di
spie.
Gli ex musulmani convertiti a Cristo ora sono costretti a riunirsi
segretamente in piccoli gruppi difficilmente controllabili dalle
autorità, ma anche difficilmente raggiungibili da sostenitori esterni.
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Arabia Saudita
In questo paese desertico sono nati Maometto e l'islam e ci sono i
luoghi islamici più sacri: la Mecca e Medina. Da questo ricchissimo
paese petrolifero viene promosso "l'Islam puro" dentro e anche al di
fuori del mondo musulmano.
Tutta la popolazione è considerata musulmana; al di fuori dell'islam è
vietato praticare qualsiasi altra religione. Ciò vale anche per i
numerosi lavoratori stranieri: non hanno il permesso di riunirsi in un
luogo pubblico per pregare e per leggere la Bibbia.
Per questa ragione oltre settanta operai stranieri sono stati detenuti
per un periodo più o meno lungo nel 2005. Tuttavia, grazie ai moderni
mezzi di comunicazione come la radio, la televisione satellitare e
internet, un numero sempre maggiore di arabi diventa cristiano, anche
perché molti fra loro viaggiano all'estero. La quasi totalità dei
cristiani però si trova fra gli immigrati provenienti da paesi come
l'India e le Filippine.
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Somalia
Dalla fine della guerra civile del 1991 e dopo il ritiro
dell'ONU nel 1995, questo paese è in preda a una anarchia totale. Nel
Somali-land, la parte settentrionale della Somalia, la situazione è
migliore: questa regione si è dichiarata indipendente dalla Somalia, ma
non viene riconosciuta tale dal mondo internazionale.
L'Islam è la religione ufficiale e la Sharia è applicata ovunque,
spesso da giudici auto costituiti. I reati vengono regolarmente puniti
con fustigazioni, taglio della mano e addirittura lapidazioni.
Quasi tutti i cristiani indigeni sono fuggiti o sono stati uccisi. Nel
2005 cinque musulmani convertiti sono stati assassinati.
I pochi cristiani rimasti vivono la loro fede nel segreto più assoluto.
Ogni tanto una radio emittente cristiana riceve una lettera da un
ascoltatore somalo che scrive di essere, o di voler diventare,
cristiano.
Maldive
Le Maldive costituiscono un arcipelago paradisiaco formato
da numerosi atolli corallini nell'Oceano Indiano. La vita su queste
isole è incantevole per i turisti, ma non per i cristiani indigeni.
L'Islam è l'unica religione riconosciuta per i 300.000 abitanti. Come
in Arabia Saudita, è assolutamente vietato praticare altre religioni.
Nel 1998, circa quaranta cristiani indigeni furono imprigionati e
torturati, mentre 19 lavoratori stranieri furono espulsi. Grazie alle
proteste internazionali i prigionieri vennero rilasciati più tardi.
Le poche centinaia di cristiani che vi abitano devono tenere i loro
culti nel segreto più assoluto. I turisti stranieri possono praticare
la loro fede in privato, a condizione che non la condividano con gli
abitanti.
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Bhutan
Il Bhutan è uno stato himalayano circa sei volte più piccolo
dell'Italia. Per secoli il Paese è rimasto isolato dal resto del mondo
e i governanti odierni hanno preferito che rimanesse così. Solo il
bisogno di valuta straniera ha aperto le frontiere al turismo.
Il Buddismo è religione di Stato e l'Induismo è tollerato. Tre quarti
degli oltre due milioni di abitanti sono buddisti e un quarto è indù.
Meno dell'uno per cento è costituito da cristiani, ma il loro numero
sta crescendo.
Il corvo è l'uccello nazionale e il dragone orna la bandiera della
nazione; questo simboleggia bene le tenebre di cui questo paese è
sommerso.
Nel 1969 il cristianesimo fu ufficialmente vietato dal governo, e nel
1996 cominciò una vera persecuzione. La costruzione delle chiese è
vietata e i pastori delle chiese esistenti vengono catturati.
Regolarmente in ogni villaggio si indaga sulla presenza di cristiani. I
cristiani vengono discriminati dalle autorità; non possono ottenere un
impiego governativo ne dare vita a un'azienda. I loro figli non hanno
il diritto di frequentare le scuole. E' vietato frequentare una chiesa
o tenere riunioni cristiane nelle case.
I cristiani spesso devono scegliere se rinnegare la loro fede o essere
espulsi dal paese. Dei 19.000 cristiani del Bhutan, 10.000 vivono
all'estero, soprattutto in India.
I cristiani in carcere vengono torturati. Alcuni hanno abbandonato la
loro fede, ma la maggioranza persevera.
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Vietnam
In questo Paese c'è ancora il regime comunista al potere, dunque un
regime ateo. La necessità di valuta estera, e quindi di consensi
internazionali, costringe il governo a tollerare le chiese, pur
mantenendole sotto controllo.
La persecuzione più aspra viene diretta contro le denominazioni e i
gruppi che si sottraggono al controllo governativo.
Molti di questi gruppi si trovano sugli altopiani, fa le minoranze
etniche montane. Queste tribù sono state perseguitate a causa della
loro presunta collaborazione con gli americani durante la guerra; i
cristiani fra loro sono doppiamente perseguitati.
La Chiesa evangelica del Vietnam cresce velocemente, anche grazie ai
corsi per responsabili. Valutiamo che ci siano circa 1,3 milioni di
evangelici, di cui i tre quarti appartengono alle etnie montane
ferocemente perseguitate.
In confronto al 2004 la sorte lei cristiani vietnamiti è migliorata un
pò.
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Yemen
Lo Yemen figura per la prima volta fra i primi dieci paesi del mondo
con restrizioni per il Cristianesimo.
La popolazione di questo paese più meridionale della penisola arabica è
quasi al cento per cento islamica. Come nella confinante Arabia
Saudita, la Sharia vige anche nello Yemen. Soltanto gli stranieri hanno
il permesso di confessare un'altra fede, ma l'evangelizzazione è
assolutamente proibita.
Tuttavia, grazie ai moderni mezzi di comunicazione, un numero sempre
maggiore di yemeniti si converte a Cristo, anche se solo pochi osano
dichiararlo. E' possibile che ci siano molti più cristiani di quanto
pensiamo.
Nel 2005 alcuni ex musulmani convertiti a Cristo sono stati arrestati e
maltrattati, ma dopo aver pagato una multa la maggioranza li loro è
stata rilasciata.
Ai tempi di Maometto lo Yemen era un regno cristiano che diede
ospitalità ai musulmani che fuggivano dalla Mecca prima che questa
città fosse conquistata dall'islam, ora invece gli yemeniti sono molto
ostili verso cristiani.
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Laos
Anche questa nazione è retta da un regime comunista. In
linea di massima, la situazione della chiesa laotiana è paragonabile a
quella del Vietnam, ma il numero dei credenti è più esiguo. Ce ne sono
circa 100.000, cioè il 2 per cento della popolazione.
Alcune tribù, come gli Hmong, abitano in entrambe le nazioni, e come in
Vietnam, questi vengono perseguitati a causa dei loro presunti legami
con l'America.
Anche in questa nazione la Chiesa cresce soprattutto fra le minoranze
etniche.
Nel 2005 si è verificato un miglioramento nelle condizioni dei
cristiani, soprattutto nel sud del Paese. Il governo centrale tratta
con serietà le lamentele inoltrate a causa degli abusi perpetrati dalle
autorità locali.
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Cina
Con i suoi 1,3 miliardi di abitanti e con circa 70 milioni di
cristiani, la Cina è il Paese restrittivo con il quale si hanno
frequenti contatti. La realtà della Chiesa cinese è costituita da una
denominazione ufficialmente riconosciuta, quella delle "Tre Autonomie",
e poi da una rete immensa di chiese clandestine, le cosiddette comunità
familiari.
Il movimento delle Tre Autonomie conta 23 milioni di membri e gode una
relativa tolleranza da parte delle autorità, purché rispetti le
restrizioni che il governo le impone.
Il movimento delle comunità familiari, invece, non vuole sottoporsi a
quelle restrizioni, perché riconosce solo l'autorità di Gesù Cristo
sulla Chiesa, per questo è spesso costretta a svolgere le sue attività
clandestinamente.
La Chiesa cinese cresce fortemente, ma non ha sempre un fondamento
solido e profondo, per questo vi è la necessità di aiutare questi
nostri fratelli con la diffusione di Bibbie e corsi biblici, e
sostenuti dalle nostre preghiere e incoraggiamenti.
questa è la la situazione dei diritti civili di
milioni di persone nei Paesi sotto il dominio comunista o islamico.
Per favore muovetevi anche per
loro....
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