da il Gazzettino su Alfa di Arese - La manipolazione del termine " riformismo "



 La manipolazione del termine “riformismo” traghettata dal socialismo al servizio del conservatorismo più osservante è una foglia di fico che non regge più.
 
----- Original Message -----
From: Infoslai
Sent: Saturday, January 14, 2006 7:24 PM
Subject: da il Gazzettino su Alfa di Arese

Il Gazzettino Online
Sabato, 14 Gennaio 2006

Gli intricati fili che legano la ex Popolare di Lodi, la Hopa di Emilio Gnutti e Unipol si incrociano anche ad Arese, negli stabilimenti Fiat. Proprietaria dell'area, infatti, è una immobiliare controllata da Nazionale Fiduciaria, la società che, come rivelato dal Sole 24 Ore, è al centro di una vicenda di sospette «plusvalenze realizzate in pochi giorni, guadagni facili ottenuti da un prestanome di Gianpiero Fiorani, su società di Emilio Gnutti e con l'aiuto anche di Unipol».

Nazionale Fiduciaria infatti detiene il 47,5\% di Immobiliare Estate Sei. Gli altri soci sarebbero alcune finanziarie (Cfg Compagnia fiduciaria generale con il 20\%, Fidelconsult compagnia fiduciaria e di revisione con il 15\% e Saffi fiduciaria finanziaria italiana con il 15\%) e l'onorevole dell'Udc Riccardo Conti che detiene il 2,5\% e ne è amministratore unico. Immobiliare Estate Sei ha acquistato dalla Fiat nel 2000 per circa 500 milioni di euro i 2,5 milioni di metri quadri dell'area dell'Alfa Romeo di Arese e all'epoca la fiduciaria che controlla l'immobiliare era in mano alla Hopa di Gnutti (tramite Criterium spa e Ottofin spa). Hopa l'ha ceduta a Banca Valori (gruppo ex Popolare Lodi) nell'aprile del 2004. La stessa Nazionale Fiduciaria, inoltre, è tutt'ora presente in Hopa con il 2,49\%, in Fingruppo con il 6,16\% e in Gp Finanziaria (la finanziaria della famiglia Gnutti) con il 23,5\%. Unipol detiene il 7,13\% della holding bresciana guidata da Emilio Gnutti.

I primi ad accendere i riflettori sulla Immobiliare Estate Sei e sulla Nazionale Fiduciaria sono nel 2003 i rappresentanti dello Slai-Cobas Alfa Romeo, che hanno anche organizzato diverse manifestazioni sulla vicenda. Qualche mese fa, durante una protesta a Brescia, alcuni rappresentanti hanno chiesto a Emilio Gnutti chi c'è dietro «l'affare Alfa» di Arese. Secondo quanto riferiscono fonti Cobas, Gnutti ha risposto «non vi dico niente perché sennò vi vergognate, non tanto voi quanto gli altri sindacati».

Punto di partenza delle operazioni immobiliari su Arese è il contratto sottoscritto nel marzo 2001 da Conti con il gruppo americano Aig/Lincoln, finalizzato allo sviluppo delle aree ex industriali. Il contratto prevede la costituzione di una società mista tra i partner italiani e americani per la realizzazione di un maxipolo logistico da 400 miliardi. Per l'insediamento di Arese si prospetta così un futuro nella progettazione e produzione di vetture a basso impatto ambientale (elettriche, a metano, Gpl, idrogeno). Con la crisi della Fiat, a fine 2002, il progetto subisce una battuta d'arresto. Viene poi siglato nel 2003 un accordo con i sindacati per la nascita di un polo per la mobilità sostenibile. Di cui però, a tutt'oggi, non c'è traccia. Che siano anche le vicende giudiziarie che coinvolgono i soci della Nazionale Fiduciaria a bloccare le decisioni?  Lo sospettano i Cobas che da tre anni cercano di fare chiarezza. Due anni fa oltre 300 lavoratori dell'Alfa hanno presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Milano. L'inchiesta è nelle mani del pm Claudio Gittardi. Sarebbero state fatte nel 2003 alcune perquisizioni ma nulla in seguito è trapelato.