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L'urlo e il furore
- Subject: L'urlo e il furore
- From: "Davide" <marzoratirenato at aliceposta.it>
- Date: Tue, 12 Jul 2005 21:22:53 +0200
- Importance: Normal
L’urlo e il furore Sembrava la scena di uno di quei vecchi film; di quei bellissimi film in cui si esibivano star hollywodiane del calibro di Grant o Wayne. Già, il mitico west. Una di quelle pellicole viste e straviste milioni di volte sugli schermi psichedelici di madre televisione. Questa volta però il tutto non è stato condito con salatini, patatine, bibite e quant’altro. Il passato di verdure del vecchio west è stato tranciato, mozzato, decapitato dallo scoppio di una bomba. Le persone purtroppo non hanno potuto più esclamare per l’ennesima volta la loro stima e garbo nei confronti di ancestrali divi. L’idolatria è stata spodestata dagli Urli di Londra, dal Furore dell’ integralismo islamico. Mentre in Scozia, tra una portata e l’altra si discuteva paradossalmente di povertà, il fanatismo ha agito ancora, dopo New York, Madrid, Iraq, Indonesia ecc…aggiungendo alla propria lista la neo-capitale mondiale dopo l’assegnazione dei giochi olimpici. L’entusiasmo, i festeggiamenti sono durati poco. Tony Blair. E’ stato il personaggio chiave di questi giorni e lo sarà per tutto il semestre di presidenza inglese. Ci tiene a ritagliarsi il ruolo di colui il quale riuscirà a riunire l’Europa politica e economica. Le difficoltà e gli ostacoli sono enormi. Il primo già incontrato è stata la costituzione europea. Il secondo può rappresentarlo l’Italia la quale rischia, con la sua crisi economica, di diventare il ‘sud’ d’Europa. Nel frattempo, il primo ministro inglese aveva portato a casa i giochi olimpici a discapito dei francesi, un grande punto in suo favore per rilanciare una forma di campagna elettorale europea. Ma le ombre su di lui rimangono. Primo fra tutti la sua posizione nel conflitto irakeno. L’appoggio agli Stati Uniti è costato caro ad una 50 e più di innocenti quel 7 luglio. A questo punto Blair oltre all’Europa deve essere in grado di trascinare fuori dal collasso anche un’Inghilterra che solo pochi minuti prima, sembra sul punto di instaurare un nuovo Eden. “Siamo più forti, vinceremo” queste sono state le grosse parole inviate dal primo ministro ai terroristi. Parole che rilanciano Blair e tutti i popoli civilizzati in una guerra in cui non si combatte a viso aperto. Eppure c’è gente che non lo ha ancora capito G8.La conferenza dei potenti della terra sarà un altro disastro? Un’altra formalità? Aspettare per credere. Certo, gli attentati non ci volevano. Ma se i Big avevano già deciso che non c’era niente da fare, poco cambia. Anzi, gli attentati sono stati un’ottima occasione per spostare l’attenzione dell’ opinione pubblica. I problemi rimangono comunque. Il clima, il quale sarà il nucleo delle discussioni il prossimo anno a casa Putin, è profondamente dilaniato da posizioni dilanianti. Bush con il suo accento texano, dovrebbe finirla di pensare ai suoi interessi e a quelli degli americani che lui così inconsciamente e sbagliatamene si arroga. Valli a capire gli americani. L’ Italia, del resto, avrebbe poco da fare se non appoggiare in forma diplomatica-strategica gli USA. I soldi non piovono dal cielo. Europa. Il destino dell’Europa è appeso ad un filo. Dopo la disfatta della costituzione, la serie di attentati, le rivendicazioni più o meno accentuate delle identità nazionali, il raggiungimento di un’unità politica ed economica sembra ancora essere rimandata. Eppure, tra meno di mezzo secolo, l’Europa dovrà fare i conti con la nuova superpotenza cinese, con la sua economia, con la sua politica, con la sua cultura. E chi più ne ha più ne metta. Italia. Rischia il tracollo economico. L’euro l’ha salvata da un nuovo caso Argentina. L’immagine invece è ormai persa da anni. L’ultimo atto leghista in parlamento è la conferma di come questo paese non abbia ancora chiaro il suo obiettivo. Al G8 non aveva molto da dire. Pardon, da fare. Perché a parole siamo tutti bravi a inventar balle. I grandi temi come povertà e clima, energie pulite richiedono soldi e ricerca. La classica utopia italiana degli ultimi anni. Islam ed estremisti. Londra: ultimo atto guerra in Irak. La globalizzazione del terrore sta sfociando nell’odio razziale. Il rischio è sempre il solito: l’erba per un fascio. Mentre il mondo islamico moderato rigurgita gli attentati, in internet appaiono altri comunicati, in cui vengono citati i nuovo obiettivi dei kamikaze: Danimarca, Polonia, Italia. La guerra al terrore è irriducibile ad un confronto in trincea nel vecchio stile del ’44. Bisogna trovare altre soluzioni. E alla svelta. Africa. Il live 8 doveva trasformarlo nel tema più importante e scottante del G8. Ma gli attentati hanno cambiato tutto. Da anni sono in circolo idee e soluzioni. La cancellazione del debito di una manciata di paesi poveri è stato un nobile gesto, ma inutile. Ben presto il debito li incalzerà ancora. Sono necessarie manovre economiche, come l’abbattimento del protezionismo europeo, e politiche, che permettano a questi paesi di innalzare il reddito medio, le condizioni di salute e il livello di istruzione. Le parole spese sono troppe. Peccato che non siano soldi. L’ultima considerazione da fare è rivolta ancora una volta alla guerra. La serie di attentati hanno tramutato l’atto di ritiro delle truppe dall’irak in una vile azione di codardia, invece che di una sana forma di autoconservazione, difesa e salvaguardia dei diritti e delle vite di persone innocenti. Ground Zero.Russel square. King’s Cross. Edgware Road. Liverpool Street. Moorgate. Aldagate East. Dove saranno le prossime? Davide Marzorati
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