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Re:Articolo
- Subject: Re:Articolo
- From: "Paolo Veronese" <paolover at iol.it>
- Date: Mon, 27 Dec 2004 10:53:04 +0100
Non penso che colpevolizzando le persone perché mangiano il pandoro si creino i presupposti per cambiare le cose e rendere le persone consapevoli dei tanti problemi del mondo. A mio avviso non è in questo modo che si aiutano le persone a riflettere e capire. Io per esempio il giorno di Natale non ho mangiato il pandoro e quindi il tuo augurio non si realizzerà. Paolo Veronese > Un articolo che spero, vi faccia ingozzare mentre mangiate il vostro > adorato panettone. > > Il natale irakeno. > Se il natale per noi è da favola. > > Tutti siamo bravi a criticare. Tutti siamo ottimi contestatori di scelte > che poi si sono rivelate errate. L’invasione imperiale americana in Iraq > necessita di esser vista sotto un’ottica più positiva. Se il suo fine > era quello di liberare l’Iraq da un tiranno e garantire una migliore > sicurezza nel mondo, allora solo metà degli impegni prefissati sono > stati mantenuti. I latini dicevano “Si vis pacem, para bellum” cioè se > vuoi la pace, prepara la guerra, armati. Questa classica frase da > proverbi è stata applicata da Mr. White House, e ciò dimostra che anche > le persone più strane hanno un pizzico di cultura. Strane per il modo in > cui cammina s’intenda. C’è però una piccola falla in questa > affermazione. Per quanto uno si premura per garantire la pace al suo > popolo, o al mondo intero, non possiede certamente la palla di vetro, > per capire se un determinato luogo o popolo può arrecar danno. La casa > bianca americana ha invaso l’Iraq con la prerogativa di difendersi da > minacce straniere, non sapendo di innescare l’effetto contrario. > Infatti, credendo di sedare, come l’11 settembre, atti Kamikaze > terroristici nel mondo, in realtà ha innescato una miccia di dimensioni > ben più enormi e molto più pericolosa. L’ottica positiva quindi di tutta > questa faccenda non c’è e le vittime irakene lo dimostrano. Certo, non > c’è guerra senza vittime. Gli Americani direbbero “Non c’è pace senza > guerra”. Il vero motivo per cui sono andati in Iraq era quello di > liberare un popolo da un oppressore, oppure per garantirsi una probabile > pace futura? Non è un caso che le risorse petrolifere americane si > stiano esaurendo, e non è un caso che proprio gli americani siano andati > nella patria del petrolio, che li potrebbe garantire greggio per altri > anni. Congetture su congetture si possono fare su ciò che circola per la > mente di Mr. White House e tra i corridoi del pentagono. Noi siamo stati > relegati dietro il teleschermo a seguire una guerra live da videogioco. > Non possiamo fare altro che criticare, purtroppo. Possiamo però > certamente giudicare la faccenda in modo più obiettivo, non essendo > coinvolti nella guerra. Un momento, noi siamo coinvolti nella guerra. > Mr. Bandana ha inviato le sue truppe in irak, a fianco del suo > inseparabile amico. L’amicizia è una gran cosa. I latini la chiamavano > Captatio Benevolentiae. Oggi potremo dire che Silvio è un nome adatto > per un cane fedele al suo padrone. Comunque, in questa guerra, bella o > brutta che sia, dobbiamo sentirci tutti colpevoli. E’ facile per noi > parlare, ma dobbiamo in ogni caso avere le orecchie aperte sul mondo. > Perché le famiglie irakene, di fianco a case semidistrutte non > passeranno un buon natale. Invece noi saremo come sempre sotto l’albero > a gozzovigliarci di panettone e spumante. E’ la fortuna di essere nati > in Italia. Un pensierino dobbiamo farcelo quando ci inginocchiamo > davanti alla capanna del presepe. In irak ci sono persone che stanno > peggio. Ma non sono lì. Dobbiamo sentirci colpevoli perché non sappiamo > ma soprattutto, non sentiamo la necessità di informarci sulle altre > guerre nel mondo e le loro vittime. I media filtrano troppo le > informazioni perché possiamo venire a conoscenza di una visione globale > della nostra realtà. La nostra colpa sta nel nostro passivismo > tipicamente occidentale, coricati sul divano e incollati al tubo > catodico. Ecco che le guerre nel mondo, le loro vittime, i senzatetto, i > kamikaze appaiono come personaggi di favole lontane dove c’è il bene e > dove c’è il male. Ma, a differenza delle favole, non siamo più in grado > di capire chi è l’orco e chi Pollicino. > > Davide Marzorati > ____________________________________________________________ Regala e regalati Libero ADSL: 3 mesi gratis e navighi veloce. 1.2 Mega di musica, film, video e sport. Abbonati subito senza costi di attivazione su http://www.libero.it
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