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(Fwd) Chi ha fame puo' copiare CD




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Date forwarded: 	Mon, 19 Feb 2001 18:57:55 +0100
Date sent:      	Mon, 19 Feb 2001 18:59:11 +0100
To:             	pck-pcknews@peacelink.it
From:           	Carlo Gubitosa <c.gubitosa@peacelink.it>
Subject:        	Chi ha fame puo' copiare CD
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Forwarded by:   	pck-pcknews@peacelink.it
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Fonte: http://punto-informatico.it/ps.asp?i=35127&p=1

Clamorosa sentenza quella di un giudice di Roma che ha assolto 
quattro
extra-comunitari che vendevano compact-disc contenenti materiale
pirata. Un giudice che sostiene la legittimità dell'azione in caso di
necessità e parla di Napster

Roma, assolti venditori di CD pirata
Stato di necessità

19/02/01 - News - Roma - "Quel che ho fatto è solo non compiere una
ingiustizia nei confronti di quattro extracomunitari che non sanno di
diritti d'autore e di Siae ma solo di sopravvivenza. Il bisogno di
vita, di mettere insieme il pane per la cena, è superiore ad ogni
cosa. E questo, il diritto, lo riconosce in pieno". Così il giudice di
Roma Gennaro Francione in una intervista a "IlNuovo" spiega perché,
pur riconoscendo l'esistenza del reato, ha deciso di non condannare i
quattro extracomunitari "colti in flagrante" nella vendita di CD
pirata.

L'idea alla base di una sentenza che sembra destinata a impattare
duramente sui procedimenti in questo settore è molto semplice: i
quattro hanno agito per indigenza e dunque condannarli sarebbe stato
scandaloso. Da lì la decisione del tribunale di riconoscere tutte le
possibili attenuanti, fino ad arrivare ad una sentenza di assoluzione.

Il giudice sostiene tesi clamorose, come il diritto a vendere CD
pirata per strada se lo si fa per procurarsi da mangiare e se si
incontra l'accettazione del pubblico. Sembra prendere cioè atto di
quello che accade sui marciapiedi e le strade di tutta Italia.

E lasciando aperta la porta, nella sua sentenza, ad un ricorso in sede
civile della SIAE, rincara la dose: "La vendita a poche lire non fa
male a nessuno. Diffonde l'immagine a un pubblico più vasto, e poi se
guardiamo quel che è successo con la Playstation ne è un esempio. Da
sempre è abitudine farla modificare per poter giocare con i dischetti
pirata, eppure ha una diffusione grandissima e il mercato è vivo come
non mai".

Di interesse alcuni passaggi chiave del procedimento, che consentono
di inquadrare la portata ma anche il contesto in cui è stata
pronunciata la sentenza: "Il Giudice (...) considerando che ricorresse
un caso di obbligo di immediata declaratoria di causa di non
punibilità ex art. 129 c.p.p. per aver l'imputato agito in stato di
necessità essendo mosso nella sua azione di venditore di cd
contraffatti dalla necessità di salvare sé stesso dal pericolo attuale
di un danno grave alla salute e alla vita rappresentato dal bisogno
alimentare non altrimenti soddisfatto."

"Nel caso di specie la norma repressiva di base, la protezione
penalistica - e non meramente civilistica del diritto d'autore - è
desueta di fatto per l'abitudine di molte persone di tutti i ceti
sociali, che, in diuturnitas, ricorrono all'acquisto di cd per strada
o li scaricano da Internet".

C'è anche Napster nei riferimenti del giudice: "Anche grossi network
come Napster si sono mossi da tempo in senso anticopyright e hanno
permesso copie di massa dell'arte musicale. Fenomeno appena sfiorato
dalle recenti sentenze degli USA che si sono espresse nel senso di
regolamentare la materia della riproduzione di massa, ma con un
pagamento ridottissimo in un nuovo mercato dove il guadagno dei
produttori è quantificato su minimi diffusissimi".

Questa la visione: "il concetto di proprietà privata è troppo
ingombrante per questa nuova fase storica dominata
dall'ipercapitalismo e dal commercio elettronico, nella quale le
attività economiche sono talmente rapide che il possesso diventa una
realtà ormai superata".


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Io dico sempre: ogni uomo al mondo ha qualcosa di moscio.
Io ho la erre. O:-)