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Re: news .... non trattate



Ci dai almeno la fonte?
Ciao,
Stefano

AT wrote:

Ragazzi, mi dispiace, ma credo che non farò in tempo con le news per questo bollettino, sono piena di lavoro e farò l'alba. Vi mando le quattro più importanti (ce ne sono un paio in più e basta questa volta) ma non sono trattate, se avrò più tempo domani ve le rimando nel formato... scusatemi di nuovo...Annarita

CHILE, 31 GEN 2001 (20:44)<?xml:namespace prefix = o ns = "urn:schemas-microsoft-com:office:office" />

PINOCHET: SCATTATI ARRESTI DOMICILIARI (BRIEF, GENERAL)
Ha ufficialmente avuto inizio la detenzione preventiva di Augusto Pinochet, a cui alle 19:00 (ora locale) sono stati notificati gli arresti domiciliari ordinati dal giudice Juan Guzman per il caso “Carovana della morte”. Il fermo è partito dopo che l’anziano ex dittatore ha letto e firmato la risoluzione di Guzman, presentatagli personalmente da un delegato della Corte d’Appello di Santiago nella sua residenza di Los Boldos (130 chilometri a sudovest della capitale). La notifica è avvenuta senza che si registrassero incidenti, temuti a causa della presenza di un folto gruppo di sostenitori di Pinochet attorno alla sua abitazione. (FB)
 
GUATEMALA, 1 FEB 2001 (13:53)

MASSACRO AMBASCIATA DI SPAGNA: IN CENTINAIA CON RIGOBERTA MENCHÚ PER CHIEDERE GIUSTIZIA (STANDARD, PEACE/JUSTICE)
 
 
 
 
Al grido di “Giustizia universale! Castigo per i genocidi!” ieri alcune centinaia di persone, tra le quali il Premio Nobel per la Pace Rigoberta Menchú hanno manifestato davanti all’antica sede dell’ambasciata di Spagna a Città del Guatemala per ricordare il massacro avvenuto qui nel 1980 ad opera dei militari. I manifestanti hanno poi consegnato all’attuale ambasciatore spagnolo Víctor Fagilde un memoriale in ricordo delle quasi quaranta vittime arse vive nella sede diplomatica – tra le quali lo stesso padre della Premio Nobel, Vicente Menchú – che attendono ancora la giustizia dei tribunali insieme alle migliaia di altre vittime della guerra civile guatemalteca (1960-1996). Nel corso della manifestazione, la signora Menchú ha indicato i nomi dei militari ritenuti responsabili della strage. Si tratta del generale Romeo Lucas Garcia (capo di Stato dal 1978 al 1982), dell’ex ministro dell’Interno Donaldo Alvarez Ruiz, dell’ex colonnello ed ex capo della Polizia nazionale German Chupina, e del suo collega Pedro Garcia Arredondo. Gli stessi nomi, tra molti altri, comparivano nella denuncia per genocidio depositata dalla Premio Nobel presso la Audiencia Nacional di Madrid, poi rigettata dalla magistratura spagnola che si è dichiarata non competente ad istruire il processo. (SP)
 
URUGUAY, 1 FEB 2001 (0:35)

PRESIDENTE BATLLE: ENTRO L'ANNO RISPOSTA DEFINITIVA A QUESTIONE 'DESAPARECIDOS' (STANDARD, PEACE/JUSTICE)
Nel corso del 2001 il governo uruguayano ha intenzione di dare una risposta definitiva al tema dei 'desaparecidos', vittime della dittatura militare (1973-'85). A 6 mesi dall'inizio dei lavori della Commissione per la Pace, presieduta dall'Arcivescovo di Montevideo, Monsignor Nicolás Cotugno, il governo ha annunciato la prossima pubblicazione di un "libro della verità" che chiarirà la sorte dei 'desaparecidos'. Il presidente Jorge Batlle ha promesso inoltre un indennizzo ai familiari delle vittime, a cui sarà consegnato anche un dossier contenente informazioni sul caso del proprio congiunto scomparso. Resta scartata qualsiasi azione legale nei confronti dei responsabili delle sparizioni, dal momento che nel 1989 un referendum popolare ratificò l'amnistia già concessa loro nel 1987. Il lavoro della Commissione per la pace è stato svolto in base all'articolo 4 della legge sottoposta a referendum, che non proibisce le indagini volte a chiarire il destino delle persone sequestrate. I 'desaparecidos' presi in esame dalla Commissione sono circa 170, dei quali una trentina furono sequestrati in Uruguay, 130 in Argentina, il resto in Cile. Va ricordato che la scorsa settimana la Commissione ha perso uno dei suoi sette membri, il padre gesuita Luis Pérez Aguirre. Da vent'anni a fianco delle famiglie dei 'desaparecidos', "Perico" accettò di far parte della Commissione dopo che Batlle gli aveva assicurato che erano in corso "tempi nuovi" e che nelle forze armate c'era "disponibilità a collaborare". Perché, usava dire Pérez Aguirre, "occorre voltare pagina, ma prima bisogna averla letta tutta". (FB)

FRANCE, 2 FEB 2001 (12:58)

UNESCO: S.EGIDIO RICEVE PREMIO HOUPHOÜET-BOIGNY PER LA PACE (STANDARD, PEACE/JUSTICE)
Il professor Andrea Riccardi, fondatore e presidente della Comunità di S.Egidio ha ricevuto ieri a Parigi (Francia) l'edizione 1999 del “Premio Félix Houphoüet-Boigny per la pace”. La motivazione del riconoscimento, dedicato al defunto leader della Costa d’Avorio, era stata spiegata da Henry Kissinger, ex Segretario di stato Usa e presidente della giuria del premio, in una lettera inviata il 27 gennaio 2000. “Abbiamo avuto una discussione molto approfondita e – spiegava Kissinger - abbiamo maturato il consenso unanime sul fatto che per quest'anno, in un periodo in cui molti conflitti etnici, religiosi e di altro tipo sono scoppiati nel mondo, il premio più appropriato sarebbe stato per la Comunità di Sant'Egidio. Lo facciamo riconoscendo i loro sforzi nel raggiungere la comprensione ecumenica e tra le religioni e i loro sforzi di riconciliazione in Algeria, in Mozambico, in Guinea Bissau e in Jugoslavia; per il loro contributo alla comprensione tra i popoli e per eliminare le radici politiche, religiose ed etniche del conflitto". Alla cerimonia di consegna, tenuta presso il quartier generale dell’Unesco ed effettuata dal suo Direttore generale Koïchiro Matsuura , hanno preso parte numerose personalità. Tra queste si segnalano il Segretario generale della Francofonia ed ex Segretario generale dell’Onu, Boutros Boutros-Ghali, e gli ex presidenti del Senegal, Abdou Diouf, della Costa d’Avorio, Henri Konan Bédié, e della Commissione europea, Jacques Delors. Nel 1999 S.Egidio aveva fra l’altro avviato con ottimi risultati la mediazione per la pacificazione della Repubblica democratica del Congo, mettendo a punto una solida piattaforma per il dibattito intracongolese riconosciuto come necessario e previsto dagli accordi di pace di Lusaka (Zambia) firmati quello stesso anno. (BL)