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bn
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- Date: Wed, 18 Jul 2001 08:40:03 +0200
Luogo: Milano Tema: Dimostrate le basi scientifiche dell'agopuntura Data: 17/7/2001 Fonte: La Repubblica L'agopuntura funziona. Ed è efficace nella terapia del dolore. A sostenerlo non sono solo i guru della medicina alternativa, ma anche i ricercatori milanesi del Cnr, dell'Università Milano Bicocca e dell'Istituto San Raffaele, coordinati dal professor Ferruccio Fazio, che hanno dimostrato, per la prima volta al mondo, l'effetto benefico degli aghi grazie alla Pet, la Tomografia ad emissione di positroni, tecnica particolarmente sofisticata che permette di fotografare gli stati funzionali del cervello. La scoperta, destinata ad avere una vasta eco internazionale, è pubblicata nel numero di luglio della rivista scientifica "Neuroimage". I pazienti volontari sottoposti ad agopuntura nei punti canonici della medicina cinese, a livello delle braccia (punto 5 di polmone) e delle gambe (punto 36 di stomaco) attivano in modo evidente e significativo le aree cerebrali del dolore (corteccia cingolata anteriore, corteccia insulare, corteccia frontale superiore e mediale, cervelletto), mentre quelli sottoposti a agopuntura placebo, basata sulla suggestione, e praticata lontano dalla mappa tradizionale, non coinvolgono in nessun modo queste aree cerebrali. "E' una scoperta importante spiega il professor Fazio, direttore del Centro Pet del San Raffaele perché questa è una delle prime volte in cui si misurano le medicine alternative con tecniche scientifiche. In questo caso abbiamo scoperto che funziona davvero (non è stato così per la terapia di Di Bella). Io non sono certo un medico di estrazione alternativa, ma penso che le medicine diverse non debbano essere bocciate a priori, ma semplicemente verificate". L'esperimento milanese dimostra la stretta relazione tra agopuntura e dolore. Ma nulla dice, per il momento, sulle possibili capacità terapeutiche di questa pratica. L'azione analgesica dell'agopuntura sarebbe dovuta ad una complessa azione sui circuiti nervosi, che verrebbero "ingannati" da un rilascio di enzimi o di mediatori chimici, forse da sostanze simili alla morfina, a livello cerebrale. Spiega Gabriele Biella, neurofisiologo dell'Istituto di Neuroscienze e Bioimmagini del Cnr, che ha condotto la ricerca a fianco di Fazio: "A 13 volontari abbiamo iniettato sostanze leggermente radioattive, non pericolose, capaci di marcare il consumo di ossigeno da parte delle cellule cerebrali. Le aree cerebrali che risultano consumare più ossigeno sono quelle attivate. In questo modo abbiamo scoperto che l'agopuntura cinese attiva le stesse aree del dolore. Con un effetto di inganno cerebrale. I neuroni appaiono confusi dal messaggio dell'agopuntura e incapaci di riconoscere il dolore vero, causato da un intervento o da una malattia". Da anni la medicina ufficiale conosceva gli effetti analgesici dell'agopuntura, riconosciuti anche dal National Institutes of Healt statunitense, uno dei più famosi centri di ricerca medicobiologica del mondo. Ma rimanevano del tutto ignoti i suoi meccanismi. E molti medici occidentali restavano saldamente convinti che si trattasse solo di un effetto psicologico. La ricerca del San Raffaele esclude questa ipotesi. "Aver provato che anche una metodica autoctona, non nata da un processo di ricerca medica, quale è l'agopuntura, ha delle vere e proprie basi biologiche è molto importante spiega Fazio. Ma questo è solo l'inizio. Adesso dobbiamo scoprire quali sono i mediatori che entrano in gioco dopo l'applicazione degli aghi e che producono l'effetto anestetico. La strada della ricerca sarà quella di verificare esattamente quali cambiamenti interni vengono determinati dall'agopuntura". Particolarmente soddisfatto l'agopuntore Giulio Pellegatta, anestesiologo, che ha partecipato alla ricerca: "Per i sostenitori dell'agopuntura è una grande giornata. Personalmente sono convinto che presto si potrà dimostrare come gli effetti di questa medicina vadano ben oltre la sola terapia del dolore e siano capaci di curare numerose malattie".
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