BN: arriva la carta dei diritti del malato terminale



Luogo: Palermo
Data: 2/4/2001
Tema: arriva la carta dei diritti del malato terminale
Fonte: Adnkronos; News2000
Il malato terminale ha diritto, negli ultimi istanti di vita, a trattamenti
che lo sollevino dal dolore, a cure e assistenza continue, a non subire
terapie che prolunghino l'attesa della morte o che non vuole, ad avere
vicini i suoi cari, a conoscere le sue condizioni. Ha il diritto,
soprattutto, a non morire nell'isolamento e nella solitudine, ma in pace e
con dignita'. E' un richiamo ai medici e alla societa' ad accettare la
morte, senza voltarsi dall'altra parte, quello lanciato dalla prima Carta
dei diritti del morente, 12 punti di ''grande civilta''' sottoscritti da
1.800 esperti di terapia del dolore provenienti da 50 Paesi, riuniti a
congresso a Palermo. Otto malati su dieci, nel nostro Paese, sono preda di
sofferenze che potrebbero essere evitate se fossero trattati adeguatamente.
''Alla sua nascita, l'uomo puo' contare su risorse umane e professionali che
si prodigano per lui - afferma il dottor Giorgio Trizzino, presidente del
congresso - ma al momento della morte non ha nulla accanto a se', se non le
lacrime di qualche familiare afflitto. E' questa realta' che la Carta dei
diritti vuole cambiare, tutelando i malati terminali e sollecitando una
svolta culturale della classe medica, ma anche della popolazione''. A
sottolineare la necessita' e il beneficio della terapia del dolore per i
malati di cancro in fase terminale e' il Progetto obiettivo messo a punto
dal ministero della Sanita', il 19 aprile all'esame della Conferenza
Stato-Regioni. Il 90% delle persone morenti per tumore, attraversa una fase
terminale lunga, in media, tre mesi e ha bisogno di interventi di cure
palliative. Uno su 4 necessita del ricovero in una struttura come l'hospice.
Nel nostro Paese, comunque, qualcosa sta cambiando nell'assistenza ai malati
terminali. Una medicina piu' umana e strutture funzionanti che non siano il
posto dove andare a morire, ma anche camici bianchi e operatori formati
adeguatamente e in fretta, ''da qui a sei mesi - sottolinea Trizzino -
quando vedranno la luce un centinaio di hospice''. Gli specialisti italiani
chiedono, infine, l'istituzione di una specializzazione universitaria in
medicina palliativa.