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(Fwd) Segnalazione musicale 2
- Subject: (Fwd) Segnalazione musicale 2
- From: "Davide Bertok" <davide@bertok.it>
- Date: Thu, 08 May 2003 17:32:06 +0200
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Date sent: 8 May 2003 14:30:33 -0000
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Subject: Segnalazione musicale 2
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Notizie Est - http://www.notizie-est.com
Segnaliamo l'uscita in Italia dell'interessante disco di una cantante
bulgara di origine zingare, Sissi Atanassova. Le sue canzoni sono
rappresentative di un genere musicale, la chalga, oggi molto in voga
nell'area dei Balcani. Il disco si intitola "Bum Bum Boje" ed è
prodotto dalla Sensible Records. Riportiamo qui sotto una
presentazione dell'album scritta da Paolo Giulini, segnalandovi che
sul sito della Sensible Records
(http://www.ishtar.it/framerecords.htm) potete ascoltare alcuni
campioni dei brani e acquistare online il CD.
SISSI ATANASSOVA - "BUM BUM BOJE" - Sensible Records, maggio 2003
(Presentazione di Paolo Giulini)
Buona parte dei brani scelti per questo primo disco della giovane
cantante bulgara di origini zingare, Sissi Atanassova, sono
rappresentativi di un genere musicale - la ‘Cialga’ - oggi molto in
voga nell’area dei Balcani e che ha conosciuto un vero e proprio boom
di diffusione, al punto da caratterizzare il sorgere di appositi
locali da ballo, in tutte le città principali di questa regione
d’Europa.
Tale genere si può definire anche con i termini di Folkpop o Etnopop.
Le musiche popolari dei Paesi balcanici sono state contaminate da
sempre dalle tonalità orientalistiche provenienti dall’influenza
dell’Impero Ottomano e ancor più dall’espressione musicale delle
popolazioni zingare.
Negli ultimi anni il folkpop dei diversi Paesi balcanici è diventato
sempre più etnico, ovvero molto integrato con le espressioni musicali
tipiche delle minoranze gitane. Ad esempio a partire dai primi anni
’80, gli stilemi orientali diventarono parte integrante del folkpop
serbo, ovvero di quella musica popolare basata sulle tradizioni
locali.
Questo stile definito “Pop-Narodna” si diffuse rapidamente anche in
Macedonia e arrivò in Bulgaria attraverso le registrazioni pirata, in
quanto in quegli anni il governo comunista bulgaro, a causa di una
rigida politica culturale monoetnica, che enfatizzava l’autentica
musica popolare bulgara, arrivò a proibire le esibizioni pubbliche di
musica gitana e turca e il particolare tipo di danza del ventre che
le accompagnava, il ‘Kyuciek’. Fino alla caduta del regime comunista
vennero repressi gli ascolti e le esecuzioni delle musiche degli
zingari e delle tonalità ispirate alle tradizioni ottomane. Le
caratteristiche bande musicali che hanno sempre accompagnato i
matrimoni bulgari e balcanici - i cosiddetti musicisti Svatbarski - ,
il cui repertorio tradizionale è costituito da diversi balli di
origine orientale, pur suonando in feste private, rischiavano di
venir perseguite e arrestate se avessero eseguito musica ‘Cialga’
gitana. Tale rigido sistema di sanzioni contro la musica si allineava
ad un’operazione specifica di pulizia etnica iniziata nel 1984 ad
opera del governo comunista di Todor Zhivkov, per cui ogni pratica o
simboli appartenenti ai residui di cultura ottomana o turca furono
banditi, ed i cittadini di minoranza turca costretti a ‘bulgarizzare’
i propri cognomi. Queste misure portarono a scioperi e dimostrazioni
represse violentemente, e alla fine del 1989, all’esodo forzato di
massa di circa 250.000 bulgari di etnia turca verso la Turchia.
Tra questi fuggitivi c’era anche il cantante e fisarmonicista zingaro
Cigulì(Binnaz, traccia 3)chiamato così dai turchi per il modello
dell’auto con la quale emigrò dalla Bulgaria-la ‘Zigulì’, ovvero la
Fiat 124 fabbricata a Togliattigrad- e diventato in pochi anni una
vera star della musica ‘Cialga’ in Turchia, ispirando altri cantanti
e autori come Ebru Gundes e Sinan Ozseker(Cinghenem, traccia 13),
Ebru Yasar e Ufuk Sentire(Burak Yakimi, traccia 7).
Il genere ‘Cialga’ si diffonde rapidamente nelle capitali balcaniche
e si caratterizza come contaminazione di tonalità zingare con i ritmi
sincopati delle musiche popolari balcaniche e degli elementi
orientalistici. Questi ultimi, in parte sono residui della tradizione
ottomana e in parte derivano da una recente influenza, soprattutto
nel folkpop turco, delle tonalità ‘arabesche’, che riscuotono
attualmente molto successo di pubblico e reazioni di fanatismo in
Turchia, dove i concerti di cantanti come Müslüm Gürses(“la voce
forte”) e Ibrahim Tatlises(“la voce dolce”), vengono accolti da fans
deliranti e in tripudio.
Le orchestre di ‘Cialga’sono quasi sempre formate da musicisti
zingari. Gli strumenti acustici di riferimento sono il clarinetto, la
fisarmonica e la Gadulka( o Saz o Bouzouki, strumento a corda
tradizionale) con l’uso di percussioni a mano(Darabuka). Queste
formazioni tradizionali oggi si integrano ad un organico orchestrale
formato per lo più da strumenti elettronici, il cui accompagnamento
base è prodotto da una batteria di tipo occidentale, mentre la
percussione a mano diventa una sorta di abbellimento ritmico. Questo
passaggio al suono ‘sinthy-pop’(Telefoni, traccia 4; Gelam Dade
Tudureste, traccia11) si è ispirato al modello del ‘pop-narodna’
jugoslavo(Vesa Kurkela).
L’abbondante uso di strumenti elettronici nel folkpop balcanico, non
è solo il portato della modernizzazione ma ha anche motivi economici,
dovuti sia al costo proibitivo per i musicisti di questi Paesi degli
strumenti tradizionali, che alla possibilità di abbattere i costi con
pochi suonatori e l’ausilio di un sintetizzatore, per riprodurre i
suoni di un’intera orchestra.
Questo nuovo folkpop, si diceva, presenta molti elementi orientali.
Ciò non solo nelle formule melodiche, ma anche nel suono delle voci e
degli strumenti. Per esempio i clarinettisti di ‘Cialga’prediligono
timbri nasali ed intonazioni roche simili al suono del Zurla(oboe
ottomano). Lo stile dei Makam(improvvisazioni nella musica classica
ottomana, di influenza persiana)percorre modalità musicali con suoni
aggiunti e semitoni, ‘fuori posto’per le tonalità occidentali.
L’ascolto dell’etnopop o folkpop balcanico non è precisamente
riferibile, per l’insieme di contaminazioni descritte, ad una
specifica entità culturale. Si tratta di uno stile musicale nuovo ed
eccitante, che comprende molta musica consolidata e suonata dai tempi
più remoti in quei territori. Le accentuazioni orientali hanno anche
un effetto terapeutico, diventano veicolo di protesta che
controbilancia le attese deluse di uno sviluppo economico e politico
ispirato all’Europa, ma che stenta a decollare.
Anche l’ascoltatore occidentale si fa coinvolgere dalle tonalità
esotiche della ‘Cialga’ e dai suoi ritmi vivaci e sinuosi, come
immersi in un’alterità straniera, che però suona familiare e
rassicurante. La vera forza coinvolgente di queste musicalità è la
produzione di atmosfere a noi sconosciute, che avvolgono i festanti
in una sensazione di sensuale compartecipazione e condivisione, che
culmina nel ‘Kyuciek’.
Il ‘Kyuciek’ è una sorta di danza del ventre che nei locali di
‘Cialga’ viene eseguita da ballerine, in costumi succinti e dai
colori brillanti, che ispirano con i loro movimenti i clienti a
seguirle nelle danze o si fanno ammirare ballando sui tavoli,
dribblando bottiglie di whisky e insalate di frutta.
Tale danza ha una configurazione ritmica in metrica doppia, con un
sistema binario di voci dette dum(suono percussivo basso) e
tek(acuto).
Questo fenomeno musicale e di intrattenimento è purtuttavia molto
contrastato e criticato nei Paesi balcanici da buona parte delle
locali avanguardie artistiche e culturali. Esso provoca una “sindrome
delle sopracciglia alzate”(Claire Lévi), vale a dire l’alterigia
sanzionante della cosiddetta élite culturale, che definisce questa
tendenza del folkpop balcanico, come musica grezza e rozza, i cui
testi, spesso scarni e talvolta volgari, sono ridicolizzati. La
‘Cialga’ usurperebbe le tradizioni musicali nazionali e introdurrebbe
modi di divertimento e svago poco aggraziati e consoni solo a quegli
strati sociali di nuovi ricchi, beneficiari di fortune ottenute in
modi assai dubbi e sospetti, e privi di una educazione e di una
cultura di riferimento. Spesso questi accenti critici si accompagnano
all’intolleranza sempre più diffusa nei Balcani nei confronti
dell’etnia zingara.
I musicisti zingari sono i veri esecutori di queste tendenze
musicali, capaci di interpretare a modo loro le locali musiche
tradizionali e farle proprie attraverso le contaminazioni che
caratterizzano il successo dell’attuale folkpop balcanico.
Anche i motivi tradizionali degli zingari che abitano quest’area
d’Europa, sono frutto di originali e interessanti incroci melodici.
In questo disco Sissi Atanassova canta, ispirata dalle sue origini
gitane, dei motivi classici del popolo zingaro del sud dei Balcani,
suonati e cantati durante le feste di matrimonio e anche per le
separazioni. Dagli inni della comunità zingara, Gelem,gelem(traccia
8) e Haidi Rumelay(traccia 6), alle struggenti canzoni d’amore, Chaje
Shukarije(traccia 2) e Zelenaja Aka(traccia5).
In questo panorama della canzone balcanica, remota e recente, non si
è voluto rinunciare allo stile delle ‘canzoni tradizionali di città’,
che accompagnavano negli anni ’30 le serate, dentro e fuori le
osterie tipiche di Atene e Istanbul, con una traccia di vaga
nostalgia per quella coesione e quel cosmopolitismo linguistico e
culturale che caratterizzavano le convivenze delle popolazioni
balcaniche, in alcuni periodi dell’Impero Ottomano(Aman Katerina Mu,
traccia 10,cantata sia in lingua greca che in lingua turca).
Le liriche tradizionali popolari dei Balcani sono cariche di
poeticità e di armonia e raggiungono una forza romantica unica. Tali
caratteristiche sono tipiche in particolare delle canzoni macedoni.
Nondimeno si scoprono affini melodie nella lontana isola di Creta,
come la canzone tradizionale cantata da Sissi e tutta dedicata alla
mamma(Mana, traccia 15).
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