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(Fwd) N.E. Balcani #664 - Croazia
- Subject: (Fwd) N.E. Balcani #664 - Croazia
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- Date: Wed, 30 Apr 2003 21:13:41 +0200
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N.E. BALCANI #664 - CROAZIA
30 aprile 2003
IL DIKTAT DEL PENTAGONO
di Ivana Erceg - ("Danas" [Belgrado], 25 aprile 2003)
Con la scusa della lotta alle armi di distruzione di massa, gli USA
impongono alla Croazia un diktat degno di una potenza coloniale
"E' questa, purtroppo, la forma che prendono gli accordi
internazionali stipulati tra i piccoli paesi poveri e una
superpotenza globale. I deputati sicuramente non gradiranno il testo
dell'accordo, quando verrà sottoposto al loro esame. Tuttavia, il
fatto che tra la HDZ e l'amministrazione americana si siano
nuovamente instaurati buoni rapporti, è una garanzia sicura che
l'accordo verrà ratificato", ha affermato l'esperto indipendente
Davor Gjener commentando l'Accordo di collaborazione per impedire la
diffusione delle armi di distruzione di massa e promuovere le
relazioni nel settore militare, firmato il 4 febbraio scorso dal
ministro della difesa croato, Zeljko Antunovic, e dal viceassistente
del ministro della difesa americano, Mira Ricardel.
"Indipendentemente dal fatto che i deputati intendano o meno
ratificare tale accordo, il premier Ivica Racan dovrebbe cercare di
sfruttare maggiormente il parlamento per rafforzare la posizione
della Croazia nei negoziati internazionali. In tal modo eviteremmo di
firmare accordi internazionai troppo svantaggiosi per la Croazia,
come quello stipulato con la Slovenia sulla centrale nucleare di
Krsko", ha dichiarato Djurda Adlesic, deputato della HSLS, secondo la
quale è da ritenersi sintomatico che tale accordo, a due mesi dalla
firma, non sia ancora stato portato in parlamento per la ratifica. Al
Ministero della Difesa dicono di non sapere quando l'accordo verrà
portato all'ordine del giorno del parlamento, ma sperano che ciò
accadrà in tempi molto brevi. Data l'avversione dell'opinione
pubblica alla politica estera americana, nonché il fatto che tutti i
partiti parlamentari, fatta eccezione per la HDZ, abbiano espresso la
propria opposizione alle azioni militari americane in Iraq, sembra
che il governo croato abbia concluso che non sia ancora il momento
giusto per discutere l'accordo in parlamento. Dal Ministero della
Difesa fanno sapere che si tratta di un accordo internazionale di
tipo standard, quindi limitatamente restrittivo, che aiuterà le
strutture militari del paese a individuare con la massima efficacia
le armi di distruzione di massa.
Nel relativamente breve testo dell'accordo (tre pagine e mezza,
formato A4), gli impegni della Croazia rispetto al partner americano
vengono esposti in maniera molto concreta e chiara, mentre gli
obblighi degli americani sono limitatissimi e nei fatti non li si può
nemmeno chiamare obblighi. Per esempio, nell'articolo 1 il governo
degli Stati Uniti si è riservato il diritto discrezionale di offrire
il proprio aiuto al governo di Zagabria, se e quando lo riterrà
opportuno, nella lotta contro la diffusione delle armi di distruzione
di massa, nell'impedire il trasferimento di armi nucleari, biologiche
e chimiche, nel promuovere relazioni militari. L'intero testo
dell'accordo può essere direttamente descritto come una "consegna
delle armi" da parte del governo croato, che dovrà fare tutto quello
che gli Stati Uniti gli chiederanno.
"Dal punto di vista legale sono discutibili le disposizioni dell'art.
5b, secondo cui gli aerei e le navi che il governo degli USA
utilizzerà non potranno essere ispezionati, né dovranno pagare
imposte, sul territorio e nelle acque territoriali della Croazia,
nonché quelle dell'art. 7, secondo cui il governo degli USA e tutto
il personale americano saranno esentati da ogni responsabilità legale
e da ogni richiesta di rimborso, né saranno in altro modo
responsabili per danni arrecati alle proprietà, per decessi o per
lesioni arrecate a qualsivoglia persona sul territorio croato.
Inoltre, le disposizioni dell'art. 10 sono dannose per la Croazia,
perché prevedono l'esenzione dalle tasse e dalle imposte in vigore
nel paese, nonché la facoltà di importare senza dazi in Croazia
qualsiasi attrezzatura, scorta, materiale e tecnologia utile per gli
scopi dell'accordo, mentre l'art. 11 comporta per Zagabria la
rinuncia a qualsivoglia tassa, dazio o altra forma di versamento",
spiega Damir Grubisa, dell'Istituto per le Relazioni Internazionali
di Zagabria. Secondo le parole del ministro Antunovic, l'accordo
firmato dalla Croazia apporterà nuove conoscenze e nuovi dispositivi
che consentiranno di impedire la diffusione delle armi di distruzione
di massa e renderanno possibile a Zagabria ottenere una
collaborazione internazionale in questo campo. "Poiché non disponiamo
né di conoscenze sufficienti, né di strumenti adeguati per soddisfare
gli impegni assunti, gli USA ci vengono in aiuto", ha dichiarato
Zeljko Antunovic. Allo stesso tempo, a fronte dell'aiuto esperto e
tecnologico "il personale militare e civile del governo degli USA
(ivi compresi i membri delle forze armate statunitensi) che si trova
sul territorio della Croazia per le attività previste dall'accordo,
godrà di facoltà e immunità pari a quelle conferite al personale
amministrativo e tecnico ai sensi della Convenzione di Vienna sui
rapporti diplomatici del 18 aprile 1961".
Se bisogna giudicare dal comportamento dell'ambasciatore americano
Larry Rossin [si veda N.E. Balcani n. 644, del 20 marzo 2003], che in
violazione della Convenzione di Vienna non esita a mettere in atto
ingerenze nelle questioni politiche interne della Croazia, è
difficile credere alle affermazioni del Ministero della Difesa
secondo cui il personale militare e civile americano non dispone di
un'immunità completa e illimitata di fronte alla giustizia croata.
Nel contesto del rifiuto americano di partecipare alla creazione del
Tribunale Penale Internazionale non è davvero credibile che gli Stati
Uniti possano consentire alla giustizia croata di sanzionare loro
cittadini che abbiano violato le leggi del paese. A quanto pare ai
cittadini croati rimane solo la speranza che i soldati americani non
abbiano della loro immunità lo stesso concetto di cui hanno dato
prova le truppe della SFOR, grazie all'accordo sullo status delle
forze SFOR in Croazia (SOFA). Proprio questo documento, firmato nel
1995 dopo i negoziati di Dayton, consente agli uomini della SFOR di
comportarsi come vogliono, spesso più liberamente che nei propri
rispettivi paesi. Oltre che per i vandalismi e i turbamenti
dell'ordine e della pace pubblica, gli uomini della SFOR rimangono
tristemente impressi nella mente dei croati come colpevoli di una
grande quantità di incidenti stradali, dei quali non hanno dovuto
rispondere in Croazia. A quanto è noto, inoltre, nemmeno uno di loro
è stato punito nei propri paesi di origine. Nonostante non vi siano
statistiche ufficiali sugli incidenti che hanno coinvolto la SFOR, i
dati disponibili dicono che i membri delle forze di pace
internazionale sono stati coinvolti sulle strade croate, dall'inizio
del 1997 al luglio 1999, in 320 incidenti stradali, dei quali ben
l'80%, cioè 252, sono attribuibili alla loro colpa. In tali incidenti
sono morte 15 persone, 38 sono rimaste gravemente ferite e altre 35
leggermente ferite. Gli uomini delle forze internazionali, purtroppo,
sono stati coinvolti in crimini ben più gravi, come esemplificato dal
caso del soldato americano che ha violentato una minorenne in Kosovo
e successivamente è stato condannato solo a una pena lieve nel
proprio paese di residenza. Membri delle forze internazionali vengono
spesso ricollegati a furti di anfore nel Mare Adriatico.
Le esperienze spiacevoli con i soldati della SFOR non vogliono dire,
naturalmente, che ci saranno esprienze analoghe con quelli USA. Ma
quando si tratta della superpotenza mondiale sembra che non vi sia
più alcun ritegno, come si può dedurre dalle recenti infuriate
reazioni dell'ambasciatore Rossin per la decisione del governo croato
di non appoggiare l'intervento armato americano in Iraq in assenza di
un sostegno dell'ONU. Per questo si può presupporre che gli USA
abbiano presentato alla Croazia un documento affinché lo firmasse
senza discussioni, pena il subire pesanti conseguenze. Che il
documento dovesse essere accettato senza discussioni lo conferma la
dichiarazione del ministro Antunovic, secondo cui il Ministero dei
Trasproti e delle Comunicazioni aveva avanzato alcune contestazioni
formali rispetto al testo dell'accordo, alle quali ha rinunciato dopo
avere ricevuto delle spiegazioni.
[RIQUADRO:] SUDDITANZA
Secondo le modifiche al Codice Navale che sono state proposte, alle
acque territoriali e ai porti della Croazia avranno libero accesso
navi da guerra straniere con armi nucleari. Il soggetto che ha
proposto la legge, il Ministero della Marina, afferma che tali
modifiche sono necessarie ai fini della collaborazione tra le Forze
Armate e la NATO. In tale contesto va interpretata la dichiarazione
di Tonci Tadic, deputato della HSP, il quale ha affermato che il
governo con le modifiche al Codice Navale diventa un suddito degli
USA accettandone le richieste. "E' da scemi effettuare un
monitoraggio del fiume Sava a causa della centrale nucleare di Krsko
e consentire contemporaneamente che alle acque territoriali acceda
una portaerei con due reattori nucleari", ha detto Tadic.
(l'autrice è membro del Center for Regional Dialogue)
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