RE: UN PUNTO DI VISTA SULLA BOMBA ESPLOSA A MITROVICA



Andrea,
nel luogo dove è avvenuta la sparatoria, ovvero nella parte nord di Mitrovica, i pochi albanesi che ci vivono non hanno tutta questa libertà di movimento. Non escono nè passeggiano sull'unico stradone commerciale di Mitrovica nord (certamente la stessa cosa succede per i serbi che vivono nelle enclaves del centro sud del Kosovo, ma non è questo il punto). In questa accesa fase politica, il parlamentare serbo, che partecipa a quelle che Belgrado definisce "illegittime e illegali istituzioni del Kosovo", è visto e percepito più come un collaborazionista che come un cittadino serbo.

Non è difficile intuire che anche dietro questo attentato i responsabili dovrebbero essere ricercati, citando la parte finale del mio precedente commento, "tra quanti non sono disposti a cedere politicamente quest'ultimo baluardo serbo nel Kosovo e ne alimentano l'instabilità del paese".

Detto diversamente, dietro "l'avviso" (o pensi si sia trattato di un mancato omicidio??) al parlamentare serbo ci sono i serbi stessi.

Saluti,
Raffaele



CC: conflitti at peacelink.it
From: andreamartocchia at libero.it
To: balcani at peacelink.it
Subject: Re: UN PUNTO DI VISTA SULLA BOMBA ESPLOSA A MITROVICA
Date: Wed, 7 Jul 2010 10:21:48 +0200


Caro Coniglio, ti invio un altro aggiornamento: secondo te stavolta la responsabilità di questo ferimento è dei serbi, è del governo di Belgrado, oppure è di Milosevic?
Buona giornata, 
Andrea

Kosovo: ferito parlamentare, cresce tensione

lunedì 5 luglio 2010 12:15
 
MITROVICA Kosovo (Reuters) 
A Mitrovica, nel Kosovo, un uomo armato ha sparato, ferendolo leggermente, a un parlamentare di etnia serba, in quello che è solo l'ultimo di una serie di violenze politiche. Lo ha riferito oggi la polizia. L'ex provincia serba, popolata in maggioranza da albanesi, si è dichiarata indipendente da Belgrado nel 2008. Petar Miletic, che è stato ferito a una gamba, è uno dei 10 deputati serbi del parlamento kosovaro, che conta 120 seggi. Le sue condizioni non sono gravi, dice la polizia. Mitrovica è una cittadina divisa tra le due comunità, quella albanese al sud del fiume Ibar e quella serba al nord. Metà dei 120mila serbi del Kosovo, tra cui i 20mila di Mitrovica, abitano nel nord, collegato alla Serbia da una serie di strade. Rifiutano di avere a che fare con le istituzioni kosovare e considerano Belgrado la propria capitale. Il presidente serbo Boris Tadic parteciperà questa settimana al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per discutere della questione della sicurezza a Mitrovica, dopo che venerdì scorso una persona è rimasta uccisa da un'esplosione. Belgrado ha perduto il controllo del Kosovo nel 1999, dopo i bombardamenti della Nato sulla Serbia per porre fine agli omicidi di persone di etnia albanese da parte dei serbi durante la guerra anti-insurrezionale durata due anni. Il Kosovo si è dichiarato indipendente nel 2008, ma la Serbia ha chiesto alla Corte Internazionale di Giustizia di decidere se l'iniziativa ha base legale. La sentenza è attesa nei prossimi giorni. A maggio, i peacekeeper della Nato e la polizia sono intervenuti per separare migliaia di serbi e albanesi che si erano scontrati a causa delle elezioni organizzate dalla Serbia nel Kosovo del nord. 



Il giorno 04/lug/10, alle ore 12:08, Raffaele Coniglio ha scritto:


KOSOVO: LA VOCE DEL CONIGLIO


L'ennesima manifestazione-protesta nel nord di Mitrovica ha lasciato a terra il morto. Non sono ancora chiare le dinamiche di quella che oggi viene definita " una misteriosa bomba" nè chi sia l'artefice, ma un dato certo e che una persona è  stata uccisa e altre undici sono rimaste ferite. Lo scopo della protesta, questa volta, era quello di esprimere tutta la contrarietà dei serbi alle decisioni del governo kosovaro, colpevole agli occhi dei manifestanti di voler aprire nel quartiere "cuscinetto" del Bosnian Mahalla un ufficio per i servizi sociali del governo centrale.  Non ci sono altri dettagli al riguardo, ma, a caldo, vorrei provare a ragionare su quei pochi elementi disponibili. Il Bosnian Mahalla è un quartiere multietnico di Mitrovica, una striscia di terra "grigia" contesa  tra serbi e albanesi. In questo limbo di terra le due principali etnie entrano in contatto, spesso fanno affari, alcune volte meno. Se si vuole misurare la tensione e gli stati febbrili delle loro relazioni a livello paese, bisogna leggere il livello di mercurio registrato nel Bosnian Mahalla. Accanto a serbi e albanesi, nel quartiere vivono montenegrini, rom, croati e bosniaci. Anche qualche gorano. Il Bosnian Mahalla è il quartiere simbolo della demarcazione territoriale. Quella serba è ben visibile. Qui, da diversi anni è stato istituito il quartiere generale del Ministero per il Kosovo e Methojia. Delle poche attività commerciali presenti una buona maggioranza sono albanesi. Non c'è traccia, invece, delle istituzioni del Kosovo. In questo quartiere di Mitrovica il governo di Pristina aveva pensato di istituire il primo ufficio del governo. Una scelta legittima e strategica del governo kosovaro che non ha tenuto in debita considerazione gli effetti che si sarebbero potuti verificare, consideratane la vischiosità del posto e la sua potenziale pericolosità. Mettere radici politico-istituzionali qui, al nord dell'Ibar, significa essere legittimati a governare anche in quella parte di Kosovo da sempre fuori il controllo albanese. Si può facilmente intuire che una proposta del genere, se attuata, farebbe crollare in un baleno i dieci anni di ferrea resistenza serba. Alla luce dei pochi elementi che ci sono, pare assurdo e illogico affermare che la mano albanese e filogovernativa abbia confezionato questa bomba. Quale beneficio ne avrebbero tratto gli albanesi? Nessuno. Alcuni distinguo bisogna farli con l'opposizione dell'enigmatico Haradinaj che sta tentando tutte le strade pur di indebolire l'acerrimo nemico, nonchè Presidente del Consiglio, Thaci. Quest'ultimo viene ripetutamente accusato dall'opposizione di aver lasciato il nord del Kosovo nelle mani dei serbi e le sue frontiere alla mercè dei trafficanti. L'istituzione di un ufficio  del governo nel nord del Kosovo sarebbe stato interpretato come un indiscusso successo di Thaci, rendendo, altresì, vane le aspettative del maggiore leader dell'opposizione. Tuttavia, una regia di Haradinaj e dei suoi uomini dientro questa bomba mi pare improbabile se si tiene conto sia delle dinamiche dell'accaduto che di un altro evento che in questi giorni sta interessando le diplomazie occidentali: l'idea di uno scambio di territori tra il Kosovo e la Serbia. Mentre le indagini stanno procedendo appare sempre più evidente che la bomba a mano sia esplosa nel mezzo dei circa mille manifestanti. Per questi motivi credo che i responsabili debbano essere ricercati da tutt'altra parte, tra quanti non sono disposti a cedere politicamente quest'ultimo baluardo serbo nel Kosovo e ne alimentano l'instabilità del paese.






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