Gli Ungheresi come gli
Albanesi
Circa due mesi fa, nella piccola cittadina di Mali Idjos,
nella
provincia serba della Vojvodina, si è svolto un raduno del
"Movimento
giovanile delle 64 contee", una organizzazione ufficialmente
registrata
in Serbia (fonte:
www.artel.co yu del 1. Novembre scorso). A
questo
raduno hanno partecipato un centinaio di giovani di nazionalità
ungherese, provenienti da tutto il circondario. Al raduno, su invito
dello stesso Movimento, sono arrivati con un pullman dall’Ungheria
anche una cinquantina di giovani vestiti di nero. Sulle magliette
avevano la scritta "Delvedek" che significa "regione del sud", con
riferimento alla Vojvodina- quest'ultima sarebbe infatti "il sud" della
"Grande Ungheria".
In Vojvodina, dunque, il Movimento propugna la
secessione dalla Serbia
e dalla Unione di Serbia e Montenegro. Per essere
ancora piu' chiari,
subito all’uscita dell’autobus questi giovani vestiti
di nero hanno
dispiegato la vecchia bandiera ungherese col simbolo della
Grande
Ungheria. Alla serata ha partecipato anche il gruppo rock
"Karpatija".
Tutti sono stati salutati poi da Kornel Kis, deputato della
minoranza
ungherese del comune di Mali Idjos, eletto proprio nella lista
del
"Movimento giovanile delle 64 contee".
Una organizzazione
locale, rappresentante di una minoranza che gode
della protezione e dei
benefici accordati dalla Repubblica di Serbia e
(fino a ieri) dallo Stato
di Jugoslavia, mostra dunque l’intenzione di
andare contro la
pacificazione dell’area, ed agisce per suscitare
contrasti, odio,
rivalità, tensione...
Nell’articolo ci si chiede chi abbia consentito la
registrazione di
questo movimento in Serbia, benche' si sappia che esso
non è che una
filiale di quello omonimo fondato in Ungheria.
Fin
dall’inizio della disgregazione della Jugoslavia socialista
lamentavamo
che queste forze centrifughe che agiscono ora non spuntano
dal nulla, ma
sono in continuita' con un passato infausto neanche tanto
remoto. Sono
quelle forze contro le quali fino a pochi anni fa
combatteva non solo la
Jugoslavia, ma l’intera Europa: i fascisti, gli
ustascia, le SS musulmano
bosniache, i "balisti" albanesi, i
"domobrani", i nazisti di ogni risma.
Queste forze oggi riesumano e
realizzano il loro originale progetto
egemonico: distruggere la
Jugoslavia, ovvero distruggere l'unita' dei
popoli slavi del sud, e
dunque innanzitutto mettere in ginocchio la Serbia
(Serbien muss
sterbien!) poiche' la Serbia e' il nucleo storico della
Jugoslavia.
Perché si sentono così sicuri e spavaldi proprio
oggi?
La risposta è che le forze economiche, politiche, finanziarie,
l’imperialismo americano, il Fondo Monetario, con la benedizione
vaticana, oggi consentono a questi gruppi di agire, ed anzi forniscono
loro ampi mezzi di sostentamento e... sfondamento. Dal 1990-1991 le
azioni di queste forze, incoraggiate dall'esterno, sono risultate
essere particolarmente cruente, violente. Vedi ad esempio il caso del
Kosmet (Kosovo e Metohija), dove la cittadinanza non albanese, ma anche
quella albanese che voleva rispettare lo Stato nel quale viveva, sono
state cacciate, uccise, espropriate delle case, distrutti i loro
beni!...
Come in Serbia, così si presenta la situazione anche in
Macedonia, e,
seguendo la "scia" verso sud-est, non sono da prendere
"sotto gamba" le
continue bravate albanesi in Grecia. Ho gia' menzionato
le minacciose
parole di un nazionalista albanese del Kosovo e Metohija, il
quale
riferendosi a parte della Grecia disse : "Anche quella è terra
nostra,
anche lì scorre il sangue albanese!". Bisognerebbe chiedere pero'
al
Governo dell’Albania, che fine hanno fatto la minoranza serba, quella
macedone, e come si trova la minoranza greca nello Stato albanese
oggi?
E l'Europa (unita), "quella vecchia
bambola grinzosa,...che col suo occhio strabico al tiranno fa
l'occhiolino...", con dichiarazioni cristiane (cattoliche!) non fa che
rinforzare le pretese della Turchia "laica" (sic!) con il governo islamico a
realizzare quella agognata "trasversale verde" che dalla Turchia conduce alla
Bosnia islamica. Festeggiando l'evento magari al complesso sportivo a
Sarajevo, inaugurato per i Giocchi olimpici invernali nel 1984, denominato
"Zetra" (abbreviazione serbo-croata)della "trasversale
verde".
Alla luce di tutto questo, non possiamo piu'
accettare le versioni dei
fatti falsamente ingenue e "buoniste" che ci
propugnano i vari
pacifisti, tante ONG, e tutta la loro "compagnia
cantante".
Ivan del CNJ
(contributo per la trasmissione radiofonica
"Voce jugoslava" su Radio
Città Aperta)