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Re: scusate
- Subject: Re: scusate
- From: "Jugoistrijan" <jugoistrijan at libero.it>
- Date: Mon, 27 Dec 2004 10:44:28 +0100
Gli Ungheresi come gli Albanesi Circa due mesi fa, nella piccola cittadina di Mali Idjos, nella provincia serba della Vojvodina, si è svolto un raduno del "Movimento giovanile delle 64 contee", una organizzazione ufficialmente registrata in Serbia (fonte: www.artel.co yu del 1. Novembre scorso). A questo raduno hanno partecipato un centinaio di giovani di nazionalità ungherese, provenienti da tutto il circondario. Al raduno, su invito dello stesso Movimento, sono arrivati con un pullman dall’Ungheria anche una cinquantina di giovani vestiti di nero. Sulle magliette avevano la scritta "Delvedek" che significa "regione del sud", con riferimento alla Vojvodina- quest'ultima sarebbe infatti "il sud" della "Grande Ungheria". In Vojvodina, dunque, il Movimento propugna la secessione dalla Serbia e dalla Unione di Serbia e Montenegro. Per essere ancora piu' chiari, subito all’uscita dell’autobus questi giovani vestiti di nero hanno dispiegato la vecchia bandiera ungherese col simbolo della Grande Ungheria. Alla serata ha partecipato anche il gruppo rock "Karpatija". Tutti sono stati salutati poi da Kornel Kis, deputato della minoranza ungherese del comune di Mali Idjos, eletto proprio nella lista del "Movimento giovanile delle 64 contee". Una organizzazione locale, rappresentante di una minoranza che gode della protezione e dei benefici accordati dalla Repubblica di Serbia e (fino a ieri) dallo Stato di Jugoslavia, mostra dunque l’intenzione di andare contro la pacificazione dell’area, ed agisce per suscitare contrasti, odio, rivalità, tensione... Nell’articolo ci si chiede chi abbia consentito la registrazione di questo movimento in Serbia, benche' si sappia che esso non è che una filiale di quello omonimo fondato in Ungheria. Fin dall’inizio della disgregazione della Jugoslavia socialista lamentavamo che queste forze centrifughe che agiscono ora non spuntano dal nulla, ma sono in continuita' con un passato infausto neanche tanto remoto. Sono quelle forze contro le quali fino a pochi anni fa combatteva non solo la Jugoslavia, ma l’intera Europa: i fascisti, gli ustascia, le SS musulmano bosniache, i "balisti" albanesi, i "domobrani", i nazisti di ogni risma. Queste forze oggi riesumano e realizzano il loro originale progetto egemonico: distruggere la Jugoslavia, ovvero distruggere l'unita' dei popoli slavi del sud, e dunque innanzitutto mettere in ginocchio la Serbia (Serbien muss sterbien!) poiche' la Serbia e' il nucleo storico della Jugoslavia. Perché si sentono così sicuri e spavaldi proprio oggi? La risposta è che le forze economiche, politiche, finanziarie, l’imperialismo americano, il Fondo Monetario, con la benedizione vaticana, oggi consentono a questi gruppi di agire, ed anzi forniscono loro ampi mezzi di sostentamento e... sfondamento. Dal 1990-1991 le azioni di queste forze, incoraggiate dall'esterno, sono risultate essere particolarmente cruente, violente. Vedi ad esempio il caso del Kosmet (Kosovo e Metohija), dove la cittadinanza non albanese, ma anche quella albanese che voleva rispettare lo Stato nel quale viveva, sono state cacciate, uccise, espropriate delle case, distrutti i loro beni!... Come in Serbia, così si presenta la situazione anche in Macedonia, e, seguendo la "scia" verso sud-est, non sono da prendere "sotto gamba" le continue bravate albanesi in Grecia. Ho gia' menzionato le minacciose parole di un nazionalista albanese del Kosovo e Metohija, il quale riferendosi a parte della Grecia disse : "Anche quella è terra nostra, anche lì scorre il sangue albanese!". Bisognerebbe chiedere pero' al Governo dell’Albania, che fine hanno fatto la minoranza serba, quella macedone, e come si trova la minoranza greca nello Stato albanese oggi? E l'Europa (unita), "quella vecchia bambola grinzosa,...che col suo occhio strabico al tiranno fa l'occhiolino...", con dichiarazioni cristiane (cattoliche!) non fa che rinforzare le pretese della Turchia "laica" (sic!) con il governo islamico a realizzare quella agognata "trasversale verde" che dalla Turchia conduce alla Bosnia islamica. Festeggiando l'evento magari al complesso sportivo a Sarajevo, inaugurato per i Giocchi olimpici invernali nel 1984, denominato "Zetra" (abbreviazione serbo-croata)della "trasversale verde". Alla luce di tutto questo, non possiamo piu' accettare le versioni dei fatti falsamente ingenue e "buoniste" che ci propugnano i vari pacifisti, tante ONG, e tutta la loro "compagnia cantante". Ivan del CNJ (contributo per la trasmissione radiofonica "Voce jugoslava" su Radio Città Aperta) Ecco come dovrebbe essere la "grande"
Albania
..e la "grande" Ungheria!
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