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I fratelli albanesi!
- Subject: I fratelli albanesi!
- From: "Roberto Maraglino" <rob.mar at tin.it>
- Date: Thu, 21 Oct 2004 16:05:18 +0200
Quest'estate un gruppo di giovani della Gi.Fra. (Gioventù Francescana), dei frati minori di Puglia e Molise, è stato in Albania per una esperienza di condivisione e fraternità con il popolo albanese. Al nostro ritorno è vivo in noi il desiderio di raccontare: "Noi non possiamo tacere quello che abbiamo visto e ascoltato". Di seguito vi riporto una "preghiera" frutto delle tante riflessioni scaturite dall'incontro con un popolo formidabile! Donaci la Pace Signore nei nostri gesti quotidiani. Dona la Pace a tutti gli uomini del mondo. Oggi abbiamo bisogno solo della tua Pace per credere in un futuro di "speranza". Donaci la forza di testimoniare un mondo di Pace. Facci sentire il battito del tuo cuore in un momento di onestà e nel grigiore dell' autocommiserazione. Donaci la ragione per capire Signore che sono anche io a creare un mondo povero e di guerra nei miei piccoli gesti quotidiani. Donaci l'umiltà ed il desiderio di impegnarci personalmente e con l'esempio nella conversione dei cuori. Signore, prendi le mie mani per donare la Pace ai poveri, ai malati e agli ultimi che ne hanno bisogno. Fammi strumento per donare la Pace al mio popolo prima ancora di allontanarmi con lo sguardo sempre pronto a giudicare. Riempimi di Pace e prendi il tormento che porto dentro… perché solo questo posso offrirti. Donaci Signore, qualcuno che ha bisogno di cibo ma solo quando abbiamo fame; quando abbiamo sete, donaci qualcuno che ha bisogno di una bevanda; quando abbiamo freddo, donaci qualcuno da scaldare. Ma quando ti chiedo la Pace donami il tormento della sofferenza per giungere al Tuo Amore e alla Tua Pace. Fallo in silenzio però, perché ho paura di ciò che ti chiedo ed ho paura di accorgermi che sto soffrendo. Donaci la serenità ed il silenzio del dialogo nella preghiera perché sia fatta la tua volontà. Donaci Signore "un'ala di riserva" per lottare senza stancarci mai per un mondo di Pace. Lottare per la Pace significa abbandonare noi stessi e l'egoismo delle nostre scelte abitudinarie. Donaci il privilegio di servire alla tua mensa e prendi al tuo servizio queste braccia. Se il frutto del servizio è la Pace lascia che io sia tuo servo… e librami verso un mondo che ha un disperato bisogno di Pace. Fallo senza esitare e donami altre mille albanie nella mia vita. Signore tante volte ti ho pregato di rendermi strumento. Ho aspettato tanto tempo senza capire, cercando di razionalizzare i tuoi tempi… così diversi dai miei! Poi l'occasione dell'Albania e la voglia di aiutare, di educare, di ricostruire…. Ma ti ho incontrato nei volti e nelle immagini dei fratelli che hai messo sulla nostra strada. Eri li pronto a farmi capire che non io aiutavo te. Eri nell'apatia della gente. Eri nei volti dei bambini stanchi. Eri nell'indifferenza all'accoglienza. Eri nei sorrisi sterminati della gente… che a volte non capiva l'emigrante contromano o il turista sprovveduto. Eri li così inarrivabile: ti guardavo e non capivo come sfamarti… senza chiedermi se avevi fame. Ti ho sempre visto nei tuoi viaggi della speranza, sui gommoni della disperazione… ma non ti ho mai "incontrato". Ti giudicavo perché con i tuoi viaggi "inquinavi" il mio mondo, il mio lavoro, la mia terra e pensavo che potessi ricostruire la tua terra con le tue risorse, con il tuo impegno. Solo oggi mi sento Albanese… quando vado al nord per cercare un lavoro ed una carriera altrimenti inarrivabile. Solo oggi ho occhi nuovi, solo oggi che ho conosciuto la tua terra. Solo oggi capisco che non hai alternative: vivi di speranza e ti aggrappi al sogno italiano. Siamo noi la tua meta; così assurdi e inconsistenti portiamo il giogo dei fratelli più sfortunati con una facile indifferenza. Non abbiamo idee e ci vantiamo dell'accoglienza meridionale. Quale senso in tanta miseria? Donami Signore il coraggio di venirti incontro oggi che ho occhi nuovi. Donami la forza di non dimenticare "quello che abbiamo visto e ascoltato". Fammi testimone di un mondo controcorrente che ha meno idee da realizzare ma meno limiti da superare. Accetta i miei sbagli ed apri la coscienza al nuovo senso del peccato Continua ad aprire il mio cuore sconvolgendo i miei valori. Chi è più "ricco"? Un' italiano o un'albanese? Signore non lasciare che il tempo cancelli la ricchezza che porto dentro. Vorrei non dimenticare la gioia dei semplici. Qual è la vera gioia che riempie il cuore? Chi è più felice? Un bambino che gioca alla playstation o due bambini che a turno saltano con una corda? Quale impegno nella tua casa! Noi colonizzatori sempre pronti a cercare soluzioni più volte abbiamo valicato i confini della tua sovranità. La violazione dei diritti umani, la solidarietà che ci arricchisce, quella voglia di essere superiori alla logica degli indifferenti ci motivava all'azione! Nella tua terra invece ogni giorno tanti veri missionari impegnano la propria vita per investire sulle prossime generazioni. I più non avranno la gioia di riscontri immediati ma ogni giorno con tanto coraggio affrontano i loro imprescindibili limiti occidentali per vivere con discrezione la loro chiamata. Noi così plastificati e formali temevamo l'incontro con il vescovo di Scutari: Angelo Massafra. Senza rendercene conto: l'invito, l'incontro, la semplicità dei gesti, il pranzo con lui, l'inusuale formalità ne hanno fatto uno di noi. Noi così abituati a vedere la curia sugli altari e nei palazzi abbiamo sentito il vero calore che un padre sa dare ai suoi figli. Nel saluto finale in quel "Ciao Padre Angelo e grazie di tutto" è racchiuso l'amore vero della Chiesa e della fraternità che sa essere realmente accogliente. Lui frate minore che ci ha accolto nella sua diocesi e noi, mentre ci raccontava l' Albania che si vive, eravamo uniti da una gioia fatta unicamente di "incontro" in Cristo. Qualcuno prima di entrare si era chiesto: "come lo dobbiamo chiamare: sua Eccelenza Reverendissima?". E invece Padre Angelo è stato con noi. Grazie Signore per i volti degli uomini e le donne che hai chiamato a te in quella terra di confine: don Antonio, Suor Gelsomina, Suor Mariarosa, Suor Domenica e quanti abbiamo incontrato nella nostro controesodo. Ci hanno testimoniato che l'amore del Signore non conosce confini.. non ha i limiti delle nostre abitudini, dei nostri timori. Nelle loro testimonianze: il grande limite della lingua, i loro studi per annunciare il Signore in Albanese, una cultura difficile da capire ma vera ricchezza e patrimonio da salvaguardare contro il facile tentativo di colonizzazione. Ogni giorno una nuova avventura con l'incertezza dei mezzi. Grazie Signore per i missionari al passo con le necessità: instancabili servi del ministero della Chiesa. Guardando il mondo con gli occhi dei missionari ti hi sentito "fontana del villaggio" che ha sete di fede. Nei villaggi sperduti fra le montagne ho colto la perseveranza della vera fede. Gente che per salvaguardare la propria fede durante le persecuzioni dei regimi è dovuta fuggire fra le montagne. Ha sacrificato la propria vita vivendo lontano dal mondo. Un missionario che cammina a volte quattro ore al giorno dove le strade non esistono è il Segno che tu ci sei. Sei lontano dall'opulenza delle nostre Chiese, lontano dal frastuono delle nostre messe. Un missionario ti rappresenta alla tua mensa dopo due ore per arrivare al villaggio, dice una messa nell'unico luogo di ritrovo del villaggio, il cimitero, e poi di corsa prima che faccia buio cammina per altre due ore per tornare. Il freddo pungente dei Balcani d'inverno non perdona e solo avendo percorso quel cammino, d'estate, posso lontanamente immaginare cosa può voler dire. Grazie per l'esperienza che mi hai donato, insegnandomi a ricevere prima ancora di voler dare. Grazie per i giovani adulti che hai posto al mio fianco proprio quando temevo che la fraternità gifra non potesse darmi altro. Ho vissuto e condiviso con i miei fratelli l'esperienza senza mai un litigio, senza screzi… segno del tuo infinito amore. Segno che li dove soffia il tuo Spirito, li dove si percepisce il tuo amore, la croce del mio impegno per trovare il coraggio di partire è diventata preludio dell'incontro. Nei volti che ho incontrato e nel confronto con quanti condividono con me il cammino ho trovato la fede che non conoscevo. Oggi sono un'uomo più ricco. Donami oggi il coraggio delle azioni, moltiplica le ore del mio impegno e allontanami dalla facile retorica e dall'orgoglio della mia esperienza. Se oggi ho conosciuto una residenza della tua carità fammi cittadino del tuo amore. Roberto Maraglino (Gi.Fra. di Puglia e Molise)
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