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(Fwd) N.E. Balcani #827 - Bosnia-Erzegovina
- Subject: (Fwd) N.E. Balcani #827 - Bosnia-Erzegovina
- From: "Davide Bertok" <davide at bertok.it>
- Date: Wed, 15 Sep 2004 23:36:06 +0200
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------- Forwarded message follows ------- Date sent: 15 Sep 2004 18:15:06 -0000 To: <free at notizie-est.com> From: "Notizie Est" <info at notizie-est.com> Subject: N.E. Balcani #827 - Bosnia-Erzegovina Send reply to: info at notizie-est.com Notizie Est - http://www.notizie-est.com NOTIZIE EST #827 - BOSNIA-ERZEGOVINA 15 settembre 2004 SARAJEVO FILM FESTIVAL: UN DECENNIO DI CRESCITA di Jasenka Kratovic, da Sarajevo Il più grande evento cinematografico dei Balcani: 180 film, divisi in 12 categorie, con la possibilità di seguire in un programma speciale la produzione cinematografica dell’intera regione. Polemiche sui tentativi di rendere il festival simile alle manifestazioni più famose di questo tipo Secondo la maggior parte degli sarajevesi, che hanno passato tre anni e mezzo sotto l’assedio serbo e sotto continui bombardamenti, la parte meno piacevole del Sarajevo Film Festival erano i fuochi d’artificio che in un grande cinema all’aperto hanno annunciato l’inizio della decima edizione giubilare di questo evento, che anno dopo anno conquista sempre più attenzione sia da parte del pubblico, sia da parte del mondo cinematografico regionale ed europeo. Il decimo Sarajevo Film Festival (SFF) ha avuto luogo nella capitale bosniaca dal 20 al 28 agosto di quest’anno. Durante questi giorni gli interessati hanno avuto l’occasione di vedere 180 film, divisi in 12 categorie diverse. Al festival hanno partecipato 600 professionisti accreditati, 300 giornalisti, mentre il numero del pubblico che ha seguito le proiezioni si è avvicinato a 100.000 visitatori. Il festival è stato aperto con la proiezione del film bosniaco “Kod amidze Idriza” (Dallo zio Idriz) del regista Pjer Zalica, vincitore del programma regionale dell’anno scorso con il suo primo lungometraggio, “Gori vatra” (ndr. Benvenuto Mr. President, in Italia). Il secondo film di Zalica è un’altra storia locale, ambientata sulle colline di Sarajevo, che tratta delle conseguenze emotive della guerra. Secondo i voti del pubblico il nuovo film di Zalica si è classificato secondo dopo il famoso “Farenheit 9/11” di Michael Moore. La parte competitiva del SFF ha riguardato i film delle regione balcanica. Il vincitore di questa edizione è stato il film “Mila s Marsa” (Mila del Marte) della giovane autrice bulgara Zornica Sofia. La sua opera, che è anche la tesi di laurea dell’autrice, parla delle strane vicissitudini di una sedicenne in fuga. Il primo Sarajevo Film Festival si è tenuto nel 1995, al tramonto della guerra. Le esplosioni di allora erano vere e non facevano parte dello spettacolo di apertura. Si sentivano prima, durante e ancora, per alcuni mesi, dopo il primo film festival. Organizzare un film festival nella città assediata è stata un'idea un po’ bizzarra e molto coraggiosa di Miro Purivatra e di una decina di entusiasti unitisi intorno a lui. Oggi all’organizzazione del SFF lavorano circa 400 persone e Miro Purivatra è tuttora il direttore di questa manifestazione sempre più in crescita. Parlando degli inizi e del percorso del festival Miro Purivatra dichiara: “Tutto è nato perché volevamo dare un nostro contributo allo spirito e alla cultura della città assediata. Era un modo per resistere all’aggressione, per superare il terrore e la violenza. Registi famosi come Carax, Mancevski, Benson sono venuti a Sarajevo attrversando il monte Igman e portandosi sulle spalle 40 kg di nastri. Da allora sono passati dieci anni e il SFF è diventato sempre più importante. Ci siamo impegnati parecchio e da 7.000 spettatori che hanno seguito il primo festival, siamo arrivati a 100.000 visitatori che assisteranno a questa edizione”. A parte gli autori famosi come John Malcovich, Quentin Tarantino e altri, i cui film riempiono le grandi sale, gli organizzatori del festival sono orgogliosi anche del programma “new currents” all’interno del quale vengono presentati i film di autori alternativi provenienti dai vari paesi del mondo, che puntano a soddisfare anche gusti particolari e bisogni diversi, che infrangono i luoghi comuni sull’arte cinematografica. L’ospite d’onore di quest’anno era il controverso autore francese, di origini argentine, Gaspar Noe. Il regista del conosciuto e molto discusso “Irreversible”, che da da lungo tempo provoca numerose reazioni contraddittorie, ha avuto l’occasione di presentare la sua opera al pubblico sarajevese. Tuttavia, dal 2001 la sezione regionale del SFF comincia a conquistare sempre più spazio. Si tratta di una scelta precisa dell’organizzatore e oggi il programma regionale rappresenta la parte centrale del festival. Al momento il SFF é il più grande evento di questo tipo di tutta la regione balcanica. La responsabile del programma regionale Elma Tataragic ne spiega i motivi e illustra la direzione in cui è andato a svilupparsi il SFF: “Il Sarajevo Film Festival aveva bisogno di qualcosa che l’avrebbe fatto diventare diverso dagli altri festival europei. Abbiamo pensato al programma regionale. Negli ultimi 3 anni il SFF è diventato una manifestazione che nella sua parte competitiva accoglie film che arrivano dalla Slovenia, dalla Croazia, dalla Bosnia Erzegovina, dalla Serbia e Montenegro, dalla Macedonia, dall’Albania, dalla Bulgaria e dalla Romania. L’idea di concentrarci maggiormente sulla regione è nata grazie ai nostri ospiti dall’estero, che hanno dato prova di un notevole interesse verso i film prodotti nell’area balcanica, che difficilmente riescono a vedere altrove. In questo modo, col tempo il programma regionale è diventato l’identità del Festival. Abbiamo sviluppato anche il progetto Cinelink Market che durante il SFF unisce un centinaio di produttori cinematografici della regione, cercando di aiutare anche in questa maniera gli autori e le cinematografie della zona”. La Tataragic spiega che sulla decisione di sostenere il programma locale ha influito anche sull'inspiegabile successo della cinematografia bosniaca del dopoguerra. “Per un film festival è importante potersi appoggiare su una cinematografia di successo che, in fondo, è quella che lo promuove. Negli ultimi quattro anni il cinema bosniaco ha avuto un successo notevole, un successo che le altre cinematografie della regione non hanno avuto durante tutta la loro esistenza. Con giovani autori come Tanovic, Zalica, Imamovic, Vuletic, il cinema bosniaco è riuscito a ottenere vari premi internazionali, Oscar e Palma d’oro inclusi. Anche per questo motivo sembra logico che Sarajevo diventi il centro delle iniziative regionali”, conclude la Tataragic. Crescendo nel tempo, il SFF è diventato anche sempre più un evento "glamour". Dall’anno scorso gli organizzatori hanno allestito perfino un tappeto rosso davanti al Teatro nazionale dove viene proiettato il programma regionale. Anche quest’anno sono venuti diversi ospiti famosi come Gerard Depardieu, Carol Bouquet, John Malcovich, Mike Leigh, Anthony Minghella e altri. Sono rimasti piacevolmente colpiti dalla particolare atmosfera amichevole, semplice e vivace che da sempre caratterizza questo evento, e hanno ammirato la spontaneità e lo charme locale. E proprio qua nascono varie perplessità. Molti fedeli e appassionati del festival, che lo seguono dai primi anni, temono che nel tentativo di assomigliare a Cannes o a qualche altro festival più famoso, il SFF rischi di perdere la propria anima e la propria identità, che si trova proprio nella semplicità e nella scioltezza locale. La manifestazione in fondo era stata creata per il suo pubblico, per gli amanti del cinema, che insieme agli autori e agli ospiti famosi si godevano i film proiettati. Nella migliore tradizione sarajevese le star non venivano assalite dai fan impazziti. Al massimo venivano salutati con un discreto cenno del capo, mentre passeggiavano liberamente per la città o sorseggiavano i loro drink in uno dei numerosissimi bar all’aperto. Sembrava cioè che la città e gli ospiti vivessero il festival insieme, uniti dall’amore per l’arte cinematografica. Tuttavia, da un paio di anni le cose sembrano leggermente cambiate. Assistere al SFF sta diventando sempre più difficile. L’evento sta diventando esclusivo. Il numero dei posti riservati ai “VIP” è sempre più alto e i comuni mortali sono costretti a fare lunghe file. Milan Cvijanovic, critico cinematografico del settimanale bosniaco “Dani” ha scritto: “Mi pare che le persone che hanno organizzato questo evento, crescendo insieme al festival abbiano dimenticato un po’ il motivo principale per cui hanno dato vita all'evento nell’ormai lontano 1993, nel pieno della guerra. Tutti i programmi dell'Obala Art Center di allora trovavano la loro “raison d’etre” nel pubblico di Sarajevo. Il festival veniva organizzato grazie agli ospiti e agli amici dall’estero, e non per loro stessi. Veniva fatto esclusivamente per i sarajevesi”. Ma nonostante le critiche è evidente che durante i giorni del festival la città si risveglia e si ha la sensazione che stia succedendo qualcosa di importante. Il 28 di agosto vi è stata la chiusura del SFF e, un’altra volta, i fuochi d’artificio. I sarajevesi per un attimo si sono sentiti di nuovo al centro dell’universo. Per fortuna questa volta il motivo è molto più piacevole rispetto a quelli che attiravano l’attenzione del mondo su questa città solo alcuni anni fa. -------------------------------- Se volete cancellare il vostro abbonamento a "Notizie Est - Balcani", o cambiare l'e-mail alla quale ricevete la newsletter, potete farlo accedendo alla sezione "Area utenti" del sito web http://www.notizie- est.com con la password che vi è stata assegnata. ------- End of forwarded message -------
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