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I fuochi d'acqua di Mostar
- Subject: I fuochi d'acqua di Mostar
- From: Francesco Lauria <francescollauria at yahoo.it>
- Date: Mon, 26 Jul 2004 17:06:55 +0200 (CEST)
I fuochi d'acqua di Mostar. di Francesco Lauria http://francescolauria.blog.tiscali.it da MOSTAR- Due sponde. Da entrambe dieci anni fa si lanciavano granate e lacrime. I proiettili sugli edifici ancora non sono stati del tutto cancellati a Mostar. Ti capita di contrattare a lungo il prezzo di un souvenir a Mostar. Soddisfatto per essere riuscito ad abbassare il prezzo, lo aspetti, quasi avidamente, quel souvenir. Poi l'uomo che ti ha concesso lo sconto ti guarda con una profondita' inaspettata. Si alza e ti rendi conto che ha una gamba sola. La guerra, la sofferenza si legge, si fa ascoltare. Hai i suoi occhi e parla in silenzio. Da quelle sponde a Mostar stanotte si lanciano splendidi fuochi d'artificio che illuminano la Neretva, tutta la citta' vecchia ed il ponte simbolo della citta', lo Stari Most. La citta, insieme ad un gran numero di invitati illustri, di giornalisti e di turisti piu' o meno consapevoli c'e', si vede. Il nuovo vecchio ponte unisce di nuovo oriente ed occidente. Non e' retorica, basta esserci per percepirlo. Ci si rende conto di quanto i bosniaci, tutti, ma specialmente i giovani abbiamo voglia di voltare pagina. Il passato c'e' e irrompe come un pugno nello stomaco quando, durante la cerimonia di riapertura dello Stari Most, si mostrano le immagini di quel disgraziato 9 novembre 1993, quando le granate croate lo distrussero. Le colombe che volano libere non bastano a soffocare di nuovo le lacrime. Lacrime di gioia, di rimpianto, lacrime di paura per un futuro che qui, in Bosnia, e' difficile e incerto. I profughi, molti mostarini sono in Scandinavia, in Australia, non qui. Forse vorrebbero tornare, ma una situazione immensamente incerta dal punto di vista economico ed istituzionale li tiene piu' lontani delle granate. Comunque oggi e' la rivincita della citta' sui suoi monti. Il tessuto urbano si ripopola, grida l'impossibilita' di essere di nuovo diviso. I monti no, sono in silenzio con le loro tombe, con quella immensa croce che i croati hanno voluto innalzare alle spalle o se volete di fronte alla citta'. I monti ci sono ancora nella difficolta' di trovare un assetto condiviso per Mostar e per le sue tre minoranze, perche' qui ci sono anche i serbi. I tuffi dei giovani, dallo Stari Most, cercano ancora, forse, di conquistare una fanciulla amata, forse esorcizzano la paura del futuro, cosi' come esorcizza la paura di attentati il davvero sproporzionato schieramento di polizia. E per superare queste paure, oltre che per esprimere la loro gioia, gli abitanti di Mostar hanno attraversato, vissuto, occupato lo Stari Most fino a tarda notte. Assomigliano un po', mi si passi la forzatura, ai goriziani e ai novo- goriziani, non tanto questo primo maggio, quanto nel dicembre di due anni fa, quando per la prima volta e per poche ore fu aperto un varco, tramite appunto un ponticciolo di legno, nella rete che divide la Piazza della Transalpina tra Gorizia e Nova Gorica. Anche allora i cittadini attraversarono commossi la passerella piu' e piu' volte con una sensazione davvero liberatoria. Fuoco e acqua. A Mostar si getteranno anche le basi del comitato bosniaco per l'acqua come bene comune. La privatizzazione selvaggia qui e' ancora piu' urtante, poiche' molte esperienze di autogestione socialista, con i loro evidenti limiti, funzionavano. Ma lo Stato a mala pena sopravvive. Alexander Langer ricordava come i fiumi, l'acqua potessero essere elemento di unione, di apertura dei confini. Specialmente di quelli mentali. Quel fuoco di passione che accende gli abitanti di Mostar e gli intrusi del mondo come me, si deve incontrare con l'acqua. La democrazia cosi' difficile in questo contradditorio protettorato bosniaco e' laboratorio per tutti e a settembre, proprio a Mostar, nascera' una nuova Agenzia per la Democrazia Locale, promossa da enti locali europei e dal Consiglio d'Europa. Stasera il mondo si e' ricordato di Mostar e forse Mostar ha ritrovato, almeno in parte se stessa. Rimangono il ricordo e l'emozione dei fuochi d'acqua che univano i minareti, le croci le lacrime di tutti. Rimangono i problemi di domani. Rimane una tormentata speranza. Anche di chi si appresta a tornare nell'Europa comoda e distratta dei venticinque. Ma soprattutto di chi qui sperimenta l'incommensurabile difficile ricchezza di un'Europa dai mille volti. Un'Europa da conservare e amare ____________________________________________________________ Yahoo! Companion - Scarica gratis la toolbar di Ricerca di Yahoo! http://companion.yahoo.it
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