Re: Lamponi di pace: ritorno e lavoro



Caro Andrea,
ti ringrazio per le precisazioni e per gli approfondimenti sulla complessa situazinoe dei Balcani, prima e dopo la guerra. Sono iscritto da poco tempo alla mailing list e sulle questioni che hanno generato la tragedia del conflitto nella ex-Jugoslavia non mi sento molto preparato, appena credo di aver capito qualcosa è il momento in cui mi accorgo che le cose stanno sempre diversamente da come immaginavo! Sapresti indicarmi, nel marasma di informazioni taciute e interpretate, qualche riferimento bibliografico utile ad avere un quadro chiaro e possibilmente neutrale sulla questione Balcani? Solo un'osservazione, magari sbaglio, sento un pò di risentimento nei tuoi interventi, un pò di tensione tra le righe, come mai? A presto, Giovanni


From: andrea <andreamartocchia at libero.it>
Reply-To: balcani at peacelink.it
To: balcani at peacelink.it
Subject: Re: Lamponi di pace: ritorno e lavoro
Date: Thu, 6 May 2004 09:58:16 +0200


Gentili signori dell'ICS,

certo e' una maniera molto tortuosa questa, di favorire la "convivenza multietnica" continuando a diffondere versioni a dir poco unilaterali della guerra fratricida in Bosnia

Nel 1992 la zona (Bratunac - Srebrenica) divenne teatro di scontri tra bosniaci e serbi

i serbi di Bratunac non sono bosniaci ?

e cominciarono le evacuazioni, sia di serbi sia di musulmani. Verso la metà del 1992, tutti i musulmani della regione fuggirono a Srebrenica, protetta dai caschi blu dell'ONU.

Vi informo che vi e' sfuggita qualche strage. Chiedete a Nasir Oric, lui se ne ricorda bene.

La città rimase sotto assedio fino all'11 luglio 1995, quando le milizie serbe se ne impadronirono e massacrarono tutti i maschi tra i 14 e i 60 anni. La mattina del 13 luglio si contarono circa 10.000 vittime

perbacco, 10mila: avete oltrepassato persino le stime di Bill Clinton, che l'anno scorso e' andato a Srebrenica ad inaugurare un monumento a quelle vittime

la convivenza multietnica nella regione Bratunac-Srebrenica

la convivenza multietnica c'era prima della criminale secessione della Bosnia dal resto della Jugoslavia. E' davvero sconcertante constatare come dopo tredici anni ancora qualcuno possa fare riferimento alla "convivenza multietnica" omettendo ostinatamente dal discorso i fattori essenziali che hanno determinato la tragedia. Una tragedia che non e' stata solo la tragedia dei musulmani di Srebrenica.

Andrea


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Resent-From: balcani at peacelink.it
Da: "Coordinamento per la pace onlus" <codipax at lillinet.org>
Data: Mer 5 Mag 2004  16:48:03 Europe/Rome
A: balcani at peacelink.it
Oggetto: Lamponi di pace: ritorno e lavoro
Rispondere-A: balcani at peacelink.it

Carissim*,
vi presento il progetto "Lamponi di pace". Nasce per sostenere l'esistenza
ed il lavoro della Cooperativa agricola "Insieme" di Bratunac (zona di
Srebrenica, Bosnia-Erzegovina).
La Cooperativa è nata nel maggio del 2003, per offrire una possibilità di
ritorno e di sostentatamento ai profughi della regione di
Bratunac-Srebrenica (soprattutto donne), dopo la diaspora seguita alle
stragi compiute nel 1995.
Alcune di queste donne ritornano oggi - non senza coraggio - nei luoghi
dove risiedevano prima della guerra, nei teatri di quelle stragi, per
tentare di ricostruire la propria vita ed un tessuto di convivenza civile e
multietnica. Lo fanno con un progetto di lavoro che passa attraverso la
riattivazione dell'economia rurale su base sostenibile e la creazione di un
sistema microeconomico basato sulla coltivazione domestica dei piccoli
frutti quali i lamponi - cultura tradizionale dell'area - che può essere
praticata da donne sole o nelle piccole fattorie di famiglia, unite in
cooperativa.
Queste donne hanno bisogno di un sostegno per ripartire. In effetti,
spesso, il peggio della guerra comincia quando la guerra "è finita", quando
i riflettori massmediatici si sono spenti, quando le vittime della
distruzione si ritrovano sole. Altre guerre, altre emergenze indirizzano
altrove attenzione e aiuti. Ma le persone devono continuare a vivere.
Noi conosciamo alcune delle persone impegnate nell'avvio di questa
Cooperativa, in particolare Rada e Skender, e vi assicuriamo che sono
persone meravigliose, serie, preparate e con una gran voglia di vincere
questa scommessa.
Qualunque apporto vogliate dare, vi ringraziamo sentitamente.
Progetto in allegato.
Saluti di pace.
Marisa Mantovani
per il Coordinamento per la pace di Mantova.



"INSIEME" sosteniamo il progetto "Lamponi di pace"
Costruzione di 3.000 mq di vivaio - costo: _ 13.000
Raccolta di fondi per l'ex Jugoslavia
per favorire il ritorno dei rifugiati e la convivenza
multietnica nella regione Bratunac -Srebrenica
Con il progetto "Lamponi di pace", presentato presso la Sala Consiliare
della Provincia di Mantova il giorno 01.04.04,  la Cooperativa agricola
"Insieme" si propone di sostenere la ripresa economica in una zona
duramente colpita dalla guerra negli anni 1992-1995.
La Cooperativa nasce a Bratunac, nel maggio 2003, da un'idea di ICS Bosnia
(Consorzio Italiano di Solidarietà Sarajevo) con il sostegno  di una ONG
italiana ACS (Associazione di Cooperazione allo Sviluppo) e due
associazioni italiane (Agronomi senza frontiere e Associazione per la pace).
Bratunac si trova lungo il versante ovest del fiume Drina, che segna il
confine tra la Repubblica Bosnia Erzegovina e la Serbia. Grazie al clima e
alle particolari condizioni ambientali, è diventata una zona specializzata
nella coltivazione dei piccoli frutti: fino al 1991 si producevano oltre
1500 tonnellate all'anno di lamponi e quasi altrettante di more, mirtilli e
fragole.
La Cooperativa riunisce produttrici e produttori serbi e musulmani e si
propone di sostenere la ripresa economica del Comune di Bratunac e di
quelli limitrofi , come pre-condizione per la rinascita del dialogo tra le
comunità che qui risiedono, dialogo violentemente interrotto nel 1992 dalla
guerra.
Nel 1992 la zona (Bratunac - Srebrenica) divenne teatro di scontri tra
bosniaci e serbi e cominciarono le evacuazioni, sia di serbi sia di
musulmani. Verso la metà del 1992, tutti i musulmani della regione
fuggirono a Srebrenica, protetta dai caschi blu dell'ONU. La città rimase
sotto assedio fino all'11 luglio 1995, quando le milizie serbe se ne
impadronirono e massacrarono tutti i maschi tra i 14 e i 60 anni. La
mattina del 13 luglio si contarono circa 10.000 vittime; le donne e i
bambini furono trasferiti nei campi profughi dove ancora oggi vivono. Nel
1991 Bratunac contava 33.575 abitanti, le stime del 2002 indicano una
popolazione di 22.000 persone. La popolazione vuole ricominciare a vivere,
consapevole che i problemi possono trovare una risposta solo nella
convivenza e nell'agire comune verso la  ricostruzione del tessuto
socioeconomico.
Dal 2001, con l'avvio di politiche d'appoggio al rientro dei rifugiati,
sono stati finanziati alcuni progetti di sostegno all'economia con fondi
europei , di ONG europee e nordamericane. Il miglioramento della situazione
politica e di quella economica  si è tradotto nell'aumento delle richieste
di rientro dei profughi.
Lo scopo del progetto è di appoggiare il ritorno dei rifugiati e la
convivenza multietnica nella regione Bratunac-Srebrenica attraverso la
riattivazione dell'economia rurale su base sostenibile e la creazione di un
sistema microeconomico basato sulla coltivazione domestica dei piccoli
frutti quali i lamponi - cultura tradizionale dell'area - che può essere
praticata da donne sole o nelle piccole fattorie di famiglia, unite in
cooperativa.
Un primo passo importante per la realizzazione del progetto è la
costruzione di mq. 3.000 di vivaio per la produzione di nuove qualità e
l'eventuale rinnovo delle piantine già esistenti. Il costo previsto è di _
13.000.
Ma la Cooperativa necessita anche di un impianto di surgelazione (costo:
320.000 euro) che la renda indipendente dai commercianti di zona che
gestiscono la raccolta dei frutti freschi, i quali lucrano sulla necessità
dei produttori di vendere subito, a qualunque prezzo. Per ottenere un
prestito bancario è necessario un capitale di garanzia di circa 150.000
euro.


I progetti sul ritorno dei profughi che prevedono la sola ricostruzione
delle case non risolvono i problemi per le famiglie in situazioni più
critiche (donne e madri sole, in età avanzata o con bambini piccoli).
Queste persone hanno bisogno di tutto, ma soprattutto di un appoggio
economico - finanziario per ricominciare a lavorare la propria terra, così
da essere capaci di garantire una vita autonoma e dignitosa per loro e per
le loro famiglie.

Per contribuire al progetto puoi:
J venire al Centro "Bruno Cavalletto" di Via Tezze n. 6/A a Mantova, ogni
mercoledì dalle ore 17 alle 19;
J oppure effettuare un versamento, con causale "Progetto Bratunac", sui
seguenti conti correnti:

ÿ>Conto corrente bancario n. 503022-1000256
SWIFT CODE: CEBABA22
ÿ>P.tta Forzatè, 2 - 35137 Padova
ÿ>
CONSERVATE  LE  RICEVUTE DEI VERSAMENTI AD A.C.S.:
POSSONO ESSERE DEDOTTE DALLA DICHIARAZIONE DEI REDDITI!

PER MAGGIORI INFORMAZIONI:

 	A.C.S. - ASSOCIAZIONE di COOPERAZIONE allo SVILUPPO - ONG
C/o Etimos, Piazza dei Signori 1, 35139 Padova
Tel +39 049 8755116 Fax +39 049 8755714
E-mail acsitalia at virgilio.it
Cod. fisc. 92055780289

	ICS Sarajevo
ZZ INSIEME Bratunac
Tel +387 33 61 205346 Fax +387 33 645765
E-mail cooperativainsieme at hotmail.com


IL PROGETTO, A MANTOVA, È PROMOSSO DA:

Gruppo 7 - Donne per la pace, Centro "Bruno Cavalletto", Coordinamento per
la pace,  Legambiente,  Cooperativa "Il Mappamondo", CGIL di Mantova

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Si sottintende l'accettazione della Policy Generale:
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