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"Carla Del Ponte ha rivelato ai killer come trovarmi"
- Subject: "Carla Del Ponte ha rivelato ai killer come trovarmi"
- From: andrea <andreamartocchia at libero.it>
- Date: Mon, 02 Dec 2002 10:07:19 +0100
- Sender: martok at isaac.u-strasbg.fr
-------- Original Message -------- Subject: [JUGOINFO] "Carla Del Ponte ha rivelato ai killer come trovarmi" Date: Mon, 02 Dec 2002 09:00:29 -0000 From: "Coordinamento Nazionale per la Jugoslavia" <jugocoord at libero.it> To: crj-mailinglist at yahoogroups.com, jugoinfo at domeus.it, aa-info at yahoogroups.com, movimento at ecn.org Felipe Turover: "Carla Del Ponte ha rivelato ai killer come trovarmi" Articolo apparso sulla rivista KONKRET, dicembre 2002 Vedi anche: http://www.konkret-verlage.de http://www.juergen-elsaesser.de "La giustizia è donna" aveva detto il Segretario Generale dell'ONU, Kofi Annan, riferendosi a Carla Del Ponte, Pubblico Ministero nel processo presso il Tribunale dell'Aia contro Slobodan Milosevic. Sono invece di tutt'altro segno le esperienze fatte da Felipe Turover con il magistrato svizzero. L'uomo, un trentasettenne, proviene da una famiglia spagnola repubblicana; i suoi genitori erano fuggiti da Franco, assieme a lui, nell'Unione Sovietica. Dopo la morte del dittatore, Turover tornò nella sua patria per ritornare di nuovo a Mosca, verso la fine degli anni Ottanta, in veste di consulente finanziario, pronto a partecipare agli sviluppi positivi promessi dalla Perestrojka. Ha lavorato con il governo Jelzin dal 1992 fino al 1999, nella cogestione dei crediti con le banche creditrici occidentali. (Intervista) Elsaesser: Lei è il testimone principale dell'accusa nell'affare Mabetex, diventato famoso come "Russia-Gate". Di che cosa si tratta e come c'entra Carla Del Ponte con questo affare? Turover: La Mabetex è un'azienda che opera nel settore dell'edilizia, con sede a Lugano, nella Svizzera italiana. Titolare dell'azienda è l'albanese-kosovaro Beghijet Pacolli, che nel frattempo ha ottenuto un passaporto svizzero. Pacolli ed il suo socio d'affari, Viktor Stolpowskich, durante gli anni Novanta hanno ricevuto dal Cremlino appalti nell'ordine di due miliardi di Euro, in divisa odierna, apparentemente per lavori di costruzione e di risanamento nel quartiere governativo e presidenziale. E' ormai provato che nell'ambito di questi appalti sono scomparsi miliardi di dollari verso l'estero e, in direzione opposta, sono affluite a Mosca tangenti miliardarie. Pacolli ha firmato le fidejussioni per carte di credito intestate a Jelzin ed alle due figlie di Jelzin, secondo quanto viene confermato dalla Banca del Gottardo che aveva emesso le carte di credito. Carla del Ponte, all'epoca Pubblico Ministero della Confederazione, si era messa in contatto con me durante l'anno 1997 invitandomi a rendermi disponibile a deporre, in veste di testimone, su questa faccenda. Più tardi, Carla Del Ponte ha invitato il Pubblico Ministero russo Jurji Skuratow, che ricopriva l'incarico di giudice inquirente, a recarsi in Svizzera dove me lo ha fatto conoscere. All'epoca, Carla Del Ponte aveva già la reputazione di una paladina della giustizia e perciò io avevo fiducia in lei. Questo è stato un errore che per un pelo non mi è costato la vita. Elsaesser: E perché? Turover: Io mi basavo sull'onestà ed avevo fatto presente a Del Ponte, sin dall'inizio, che la mia deposizione mi avrebbe esposto al pericolo di morte. Occorre considerare che all'epoca lavoravo ancora come consulente per i vertici del governo russo - cioè esattamente per le persone contro le quali i miei documenti fornivano prove di gravi reati a loro carico. Ma cosa fece la signora Del Ponte? Comunico' alla stampa il mio nome completo, precisando anche la mia funzione. Era come se io, dalla città di Medellin, avessi dato informazioni sul clan degli Escobar direttamente alla polizia anti-droga degli USA, per leggere poi sul New York Times, stando sempre a Medellin, il mio nome come quello del testimone principale convocato contro Escobar. Nel mio caso non si trattava di Medellin, ma di Mosca, ed il giornale in questione era il Corriere della Sera, ma l'effetto era tale e quale: ero "bruciato", e sono riuscito a salvarmi la vita solo grazie ad una fuga precipitosa da Mosca. Da allora, cioè, da ormai tre anni, vivo da clandestino. Per questa mia situazione devo ringraziare Carla Del Ponte. E' stata lei ad indicare ai killer la strada che porta a me. Elsaesser: Ma non sta forse esagerando parecchio? Che responsabilità può avere un Pubblico Ministero svizzero per un articolo uscito su di un quotidiano italiano? Turover: I due giornalisti del Corriere hanno avuto tutte le loro informazioni dalla Del Ponte, anche il mio numero di cellulare. Loro stessi me l'hanno confermato, perché sanno che la mia vita è in pericolo. Elsaesser: La Del Ponte ha smentito questo. Turover: Allora sta dicendo il falso. Io viceversa ho confermato la mia versione già molte volte, senza mai essere stato querelato dalla Del Ponte per calunnia. Il motivo è semplice: lei non ha alcuna prova, io invece, sì. Elsaesser: Il capo della Mabetex, Pacolli, non è poi soltanto un pezzo grosso nel settore dell'edilizia: si dice che avrebbe anche saldi legami con i terroristi dell'UCK kosovaro-albanese. Turover: E' proprio così. Secondo le sue proprie affermazioni, al suo gruppo di imprese farebbe capo, almeno fino al 2000, anche il quotidiano kosovaro-albanese Bota Sot che è stato incriminato perfino dall'OSCE per gli articoli razzisti che pubblica. Questo giornale conduce una campagna razzista, innanzitutto a danno dei serbi, ma è anche antisemita in quanto mi aveva bollato come "il giudeo Turnover". Elsaesser: Nel caso che tangenti kosovaro-albanesi siano state pagate al clan di Jelzin, avremmo una spiegazione per il comportamento del Presidente della Russia durante la primavera del 1999. Mentre la NATO stava preparando la guerra contro la Jugoslavia, Jelzin non ha mosso un dito per difendere il popolo serbo, ufficialmente popolo fratello. Durante la Conferenza di Rambouillet, ad esempio, mentre gli Stati-NATO prendevano una posizione estremamente unilaterale a favore degli albanesi, Mosca non protestò, e ciò benche' i suoi diplomatici partecipassero al tavolo delle trattative. Gli albanesi-kosovari avevano forse comprato un atteggiamento passivo da parte di Jelzin? Turover: Questo potrebbe spiegare come sono andare le cose. Queste storie costituiscono una simbiosi di politica, saccheggio e lavaggio di danaro in grande stile. Elsaesser: E nel caso della Del Ponte? Turover: Tutte le indagini condotte in Svizzera per il caso Mabetex sono state archiviate per motivi politici su disposizione delle altissime gerarchie. Di più: i documenti trasmessi, a suo tempo, dal magistrato russo Skuratow alla sua collega svizzera Del Ponte sono finiti, per vie misteriose, presso Pacolli. Pacolli ha informato i suoi amici a Mosca, Jelzin e Borodin. In seguito, Skuratow, un giurista onesto e competente, è stato destituito - e ciò benche' il Senato russo si fosse espresso, quasi all'unisono, a suo favore. La fine della carriera di Skuratow ha segnato anche la fine delle indagini sulla Mabetex - la più recente indagine è stata archiviata nel dicembre 2000. Elsaesser: La Del Ponte si è mossa in veste di protettrice della mafia albanese, oppure del clan Jelzin? Turover: Ne' l'uno ne' l'altro. Lei si muove soltanto nell'interesse proprio. E' totalmente indifferente agli obiettivi politici. Consideri, ad esempio, che quando decise di rendere pubbliche le sue conoscenze sulla faccenda Mabetex, compreso il mio nome, eravamo alla fine dell'agosto 1999. Questo non fu soltanto un colpo contro di me, ma anche contro Jelzin. E' vero che lei successivamente non contino' le sue indagini, ma nel preciso momento in cui fece le sue rivelazioni, queste avevano danneggiato Jelzin gravemente. Poco prima di queste rivelazioni, nell'estate 1999, vi fu la spettacolare azione dei soldati russi d'elite nel Kosovo: dopo l'armistizio, avevano occupato l'aeroporto di Pristina, mentre le forze della NATO arrivarono in ritardo. Per un pelo non è scoppiata la terza guerra mondiale per questo incidente, come spiegò allora il capo britannico delle forze KFOR, Michael Jackson. Mosca stava giocando una carta molto importante, voleva prendere possesso di una propria zona di occupazione nel Kosovo per poter proteggere i serbi. Per tenere testa all'imbarazzante sfida russa, Jelzin doveva essere abbattuto. Quindi, l'allora Ministro degli Esteri USA, Madeleine Albright, si incontrò nel luglio 1999 nell'aeroporto londinese di Heathrow con la Del Ponte, probabilmente per fare presente l'urgenza della situazione. In agosto poi, tramite il Corriere della Sera, la Del Ponte fa le sue rivelazioni al pubblico incalzando il governo di Mosca con un'ulteriore dichiarazione fatta in settembre alla CNN, nella quale denuncia la corruzione del governo russo. Jelzin è messo alle strette e deve temere una procedura di destituzione, accompagnata perfino da una processo penale. Verso la fine di settembre, due attentati dinamitardi colpiscono Mosca e gli danno subito respiro. Apparentemente gli attentati sono stati perpetrati da terroristi ceceni e, di conseguenza, forze armate russe invadono la Cecenia distraendo l'opinione pubblica dalla faccenda Russia-Gate. Elsaesser: In queste circostanze la Del Ponte si era mossa su disposizione di Washington? Turover: Lei non è ne' pro-americana ne' filo-albanese. Si muove all'inseguimento dell'interesse svizzero, cioè, nell'interesse della politica favorevole alla mafia, condotta dalla Svizzera. Elsaesser: Quest'affermazione chiede di essere spiegata meglio. Turover: La Svizzera e le banche svizzere campano innanzitutto grazie al riciclaggio di denaro. Tutti i dittatori e tutti i grandi criminali di questo mondo depositano i loro soldi sporchi qui; innanzitutto il Canton Ticino si presta in modo favoloso: basta attraversare il confine tra l'Italia e la Svizzera con i milioni in una valigia o nel cassetto del cruscotto. Lo sanno tutti i politici del Ticino e tutti ne traggono vantaggio. E la del Ponte, come Procuratore del Cantone Ticino, aveva protetto queste pratiche già prima dell'affare Mabetex, sorto negli anni Novanta. Guardi, ad esempio, il caso di una società per azioni di Chiasso, contro la quale fu aperta un'indagine per il sospetto di coinvolgimento nel lavaggio di denaro per conto della mafia italiana. La Del Ponte fece archiviare le indagini. La del Ponte è, innanzitutto, pro-Del Ponte. Farebbe di tutto per promuovere la propria carriera, metterebbe sotto accusa perfino George W. Bush. Come giurista, del resto, vale zero. Lei riesce ad immaginarsi che, per quanto ne sappia io, nel corso della sua intera carriera, la Del Ponte non ha vinto una sola causa da Pubblico Ministero? La sua unica capacità e quella della promozione di se stessa, il marketing di se stessa. Elsaesser: Il suo accordo con la Albright è, comunque, risultato vantaggioso. Poco dopo, si e' vista promossa Pubblico Ministero al Tribunale dell'Aia - su proposta di Washington. Il giornale di Zurigo, Die Weltwoche, s'e' meravigliato: "Per quale motivo gli americani l'abbiano voluta come successore della scomoda, precocemente dimissionata Louise Arbour, rimane un mistero. In fin dei conti, non hanno mai nascosto il fatto che ritengono il Tribunale una gran cosa inutile." Turover: La Del Ponte ed il governo della Svizzera hanno aiutato la Albright e come compenso - gli americani sono gente onesta, pagano per l'esecuzione delle loro commissioni - Del Ponte ha avuto l'incarico all'Aia. Anche su quella poltrona riesce a vendersi molto bene. E ciononostante, il processo e' una grande catastrofe. Non ha nulla in mano contro Milosevic, il quale, per legge, sarebbe dovuto essere rilasciato da tempo. In questo modo Milosevic, che è soltanto un bandito ed un truffatore, riesce a presentarsi nel ruolo di un perseguitato innocente, mentre il nazionalismo serbo viene incoraggiato, come hanno dimostrato le ultime elezioni. Ma è possibile che all'Aia non sappiano che il governo svizzero ha dato incarico speciale ad un giudice per svolgere indagini a carico della Del Ponte? Com'è possibile che una donna rimanga al suo posto quale Pubblico Ministero di un Tribunale dell'ONU per crimini di guerra, mentre essa stessa è sottoposta ad indagini per il sospetto di essere coinvolta in crimini gravi? Elsaesser: Nel marzo 2001 lei ha sporto una denuncia contro Carla Del Ponte ed ignoti, tra l'altro per avere messo in pericolo la sua vita e per tentato assassinio nell'ambito dell'affare Russia-Gate. Ma il Pubblico Ministero della Svizzera, Valentin Roschacher, ha respinto l'accusa mossa contro il suo predecessore. Come fa allora, a sostenere che ci sarebbero indagini speciali in corso contro la Del Ponte? Turover: Il Roschacher ha protetto la Del Ponte e perciò l'ho denunciato per favoreggiamento nei confronti della Del Ponte. Questa denuncia non solo è stata accolta, ma nel maggio 2002 è stato incaricato persino un Inquirente speciale dal Consiglio Confederale della Svizzera, Arthur Hublard, ex Pubblico Ministero del Cantone Jura. E' lui chi conduce, adesso, le indagini in seguito alla mia accusa contro Roschacher - ma con ciò, la faccenda Del Ponte riaffiora finalmente. Ho inoltre intentato una causa contro la Svizzera davanti al Tribunale Europeo per i Diritti Umani a Strasburgo. Elsaesser: Contro la Svizzera - non contro la Del Ponte? Turover: A Strasburgo non si può querelare una persona privata. Ma nella sostanza, la mia querela è diretta, innanzitutto, contro la Del Ponte, perché operando come Pubblico Ministero della Svizzera, lei ha esposto a pericolo la mia vita. E' insensato che lei possa continuare a rappresentare l'accusa all'Aia, mentre a suo carico sono in corso due cause specifiche. Elsaesser: Lei vive sotto falso nome nella clandestinità, cambiando continuamente domicilio. Per quanto tempo ancora pensa di reggere in questa situazione? Turover: A causa della del Ponte sono costretto a vivere così, altrimenti sarei un uomo morto. Ovviamente ho preso le mie precauzioni provvedendo a che, in caso di una mia morte, informazioni ancora più scottanti affiorino. Ma certamente, non ne ricavo una tranquillità per la mia vita. Ad ogni modo, finora sono stati già eliminati almeno cinque testimoni dell'accusa nell'affare Mabetex. La vittima più recente era la segretaria personale di Pacolli, una signora 32enne, trovata morta nel suo bagno, apparentemente in seguito ad un coagulo del sangue. Sul cadavere non e' stata condotta alcuna autopsia, ed il giorno dopo il decesso esso e' stato cremato. L'intervista è stato condotta da Juergen Elsaesser. [Ringraziamo Susanne per la traduzione. Revisione di A.M.] -------------------------------------------------------- FOR FAIR USE ONLY --> La lista JUGOINFO e' curata da componenti del Coordinamento Nazionale per la Jugoslavia (CNJ). I documenti distribuiti non rispecchiano necessariamente le posizioni ufficiali o condivise da tutto il CNJ, ma vengono fatti circolare per il loro contenuto informativo al solo scopo di segnalazione e commento. --> Bilten JUGOINFO uredjuju clanovi Italijanske Koordinacije za Jugoslaviju (CNJ). 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