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I Quaderni di SOS Yugoslavia
- Subject: I Quaderni di SOS Yugoslavia
- From: "glr" <glr.y at iol.it>
- Date: Sun, 30 Dec 2001 03:36:53 +0100
- Priority: normal
Ricevo e inoltro
Giorgio Ellero
<glr.y at iol.it>
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Associazione "S.O.S. Yugoslavia"
V. S. Anselmo 13 - 10155 Torino
338/1755563 - 328/7366501
Disponibile il "QUADERNO YUGOSLAVIA N. 1"
Informiamo che a cura dell'Associazione "S.O.S. Yugoslavia" è stato
prodotto un fascicolo contenente la raccolta di documenti
sull'aggressione alla Repubblica Federale Jugoslava (1999-2001).
Si tratta di una raccolta di materiali utilizzati ed in parte diffusi
nell'ambito delle attività dell'Associazione durante il conflitto del
Kosovo.
L'Associazione torinese, costituita nella primavera del 99' sulla
spinta solidaristica di un gruppo di persone sensibili alle vicende
patite dai popoli jugoslavi, con una parte della comunità slava di
Torino, ha sviluppato un progetto d'aiuto concreto che si è
concretizzato nell'invio di materiali umanitari là dove il soccorso
internazionale era quasi assente, Voivodina, area di Kragujevac e
Belgrado. Il lavoro solidaristico si è sviluppato efficacemente ed è
tuttora in corso, validamente impegnato nella campagna di adozioni a
distanza.
La natura particolare del recente conflitto balcanico, la
cosiddetta "guerra umanitaria", mobilitava le coscienze e costringeva a
scelte di carattere morale, tali scelte, però, avvenivano nel frastuono
di un martellamento mediatico finalizzato a giustificare i
bombardamenti che sistematicamente colpivano le infrastrutture civili
dell'intera Repubblica Federale Jugoslava: fabbriche, centrali
energetiche, ponti, ferrovie (treni e passeggeri inclusi), abitazioni
civili, ambasciate, il palazzo della televisione (operatori inclusi),
autobus, profughi. Questo strano umanitarismo costellato di "errori"
ed "effetti collaterali" era sostenuto da un sistema informativo troppo
contraddittorio e fazioso per celare la sua vera natura di autentica
propaganda di guerra. La tragica situazione imponeva lo sforzo di
oltrepassare la versione superficiale dei fatti per andare al di là
dell'immagine del nemico mostruoso e crudele, sicché per tutto il corso
del conflitto e anche dopo, parallelamente all'opera solidaristica
umanitaria l'associazione raccoglieva una ricca documentazione sugli
aspetti più gravi delle vicende in cui erano coinvolti i civili
jugoslavi; la campagna di demonizzazione del popolo serbo già avviata
durante il conflitto in Bosnia, la strumentalizzazione della questione
profughi, il ruolo dell'UCK e la pericolosità delle armi all'uranio
impoverito.
Questi argomenti sono stati trattati avendo cura di citare le fonti e
di fornire un quadro preciso sulla base di documenti oggettivi, perché
lo scopo era quello di superare i pregiudizi e capire quanto accadeva
senza lasciarci trasportare da facili odi verso il nemico di turno, in
una parola, per promuovere finalmente una solidarietà cosciente,
indispensabile oggi più che mai dato il contesto internazionale,
attraverso un lavoro di informazione, puntuale, corretta e documentata.
L'isolamento in cui si è condotta l'attività dell'associazione, così
come l'ostilità da parte di certe aree del movimento pacifista durante
la guerra, sono oggi controbilanciate dalla verità venuta infine a
galla; i tormentoni che per mesi hanno alimentato il mito della "guerra
giusta" sono scomparsi, inghiottiti da nuove campagne mediatiche che
contraddicevano o sorvolavano disinvoltamente le precedenti (i soldati
italiani intossicati dall'uranio impoverito e subito dopo la "mucca
pazza"), travolti dalla disinformazione (le fosse comuni non esistevano
o le poche ritrovate contenevano tanto serbi che albanesi), cancellati
dall'indifferenza dei media verso la "pulizia etnica" condotta
dall'UCK, e dimenticati, semplicemente caduti nell'oblio generale.
Quanto al dopo, conclusosi il conflitto calava il sipario, eppure le
conseguenze del profondo cambiamento portato nella società di quei
popoli è causa di sofferenze la cui portata si coglie soltanto si
conosce direttamente. Ora che il "bene" ha vinto sul "male" la nostra
solidarietà continua, concreta e cosciente come prima, consentendoci di
affermare senza dubbi che quella guerra nulla ha avuto di giusto, molto
di neocoloniale, moltissimo di falso e propagandistico, proprio come la
pubblicità.
Riteniamo utile mettere il materiale di documentazione raccolto in
questi anni a disposizione di quanti fossero interessarti, a questo
scopo stiamo curando la pubblicazione di alcuni dossier tematici che
abbiamo chiamato "Quaderni Jugoslavia". Il numero uno è disponibile
prendendo contatto con l'associazione, altri ne seguiranno fino ad
esaurimento dell'archivio.
Per contatti: i numeri tel. sopra indicati,
oppure per email:
posta at resistenze.org
=== smrt fasizmu * sloboda narodu ===
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