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Re: Una storia da fantascienza - "Oslobodenje"
- Subject: Re: Una storia da fantascienza - "Oslobodenje"
- From: "Dk" <dragomir_k at libero.it>
- Date: Wed, 6 Jun 2001 17:36:15 +0200
- Priority: normal
On 5 Jun 2001, at 11:53, Paola Lucchesi wrote: > Ai tempi della Jugoslavija, ogni repubblica aveva il suo quotidiano > centrale, [...] ovviamente tutti sorretti con > denaro pubblico, che tendenza avessero segue logicamente, centinaia e > centinaia di dipendenti con buone paghe e tutti i benefici... cosa che > ovviamente ha molto a che vedere con il disastro economico e la > confusione di oggi. Questi giornali, ed alcuni altri, hanno avuto anche una funzione pubblica ed educativa, e se sono i denari pubblici, significa che li abbiamo potuto guadagnare e contribuire alla stampa. E se sono stati sperperati, sono andati verso il mondo della parola scritta. Più che disastro economico, queste "buone paghe e i benefici" potevano (ma non obligatoriamente a tutti) indurre il conformismo del intelettuale, ed assenza del massiccio disenso. Ecco perchè anche nella ex-Jugoslavija, tra l'altro, non era accresciuto il dissidentismo. Spesso i rari dissidenti erano quelli non giunti in tempo o semplicemente per caso, alla posizione lavorativa idonea. Oggi, troviamo la situazione dove alcuni dissidenti - recente oposizione nella Jugoslavija, necessitano di scogliersi il precedente distacco, e si umiliano ai apparatchiki del ex-regime. >Tenete presente che le singole repubbliche che > componevano la Jugoslavija hanno mercati "micro" (vendite di qualche > decina di migliaia di copie sono gia' un successo eccezionale), >mercato > pubblicitario potete immaginare, quindi da dove diavolo dovrebbero > saltar fuori i soldi per pagare centinaia di stipendi? Mistero. E da dove anche saltano fuori i soldi per alcuni giornali del presente? Per. es. (nel presente) con tutto dovuto rispetto nei confronti dei alcuni giornalisti e giornali, sono _anche_ le risorse di alcuni grossi "benefattori". Ed in più risulta che è possibile vivere bene dal questo business della stampa, e del libro. Nel ultimo decennio e adesso, per. es. nella Jugoslavija (Sr+Cg) proliferano i giornali e vengono stampati libri. Dalle altre repubbliche ex-jugoslave, vengono ancora per ritrovare o comperare le nuove edizioni. Mi auguro che vedremo sempre più collaborazione nei stati di ex-Jugoslavija, nell' area di letteratura, linguistica. Arriva momento per ristampare tutta la letteratura classica dei Balcani. [...] > La cosa piu' tragica pero' e che, in gran parte, manca una classe > sindacale capace di tirar fuori le unghie. Manca esperienza, ma sono nella fase di costruzione, lavorano. Nelle circostanze quali sono. Visto che il premier serbo sottolinea che ognuno di due parti rappresenterà la parte propria: sindacati staranno dietro i operai, e il governo dietro i ns. "confindustriali". Più trasparente di questo, non si può. Se i sindacati jugoslavi nel Marzo di quest' anno non hanno reagito come hanno reagito, si avrebbe sentito molto meno del fabbisogno del operaio. Dopo di che, il governatori hanno continuato con la frase "Accordo Sociale" per mesi, sembra che abbiano imparato il significato, e fondi per mantenimento delle famiglie povere, pensionati, sono stati creati immediatamente. > Questo non e' un problema che abbia portato la Nato, D'accordo, ma lo aveva portato qualcuno dal occidente, lo stesso. Senz' altro, in qualsiasi tipo di crisi sociale, emergono i problemi causati dalla mafia, mercato nero, ecc. Che cosa è meglio: tenere uno stato integro o semi-integro (confederazione, dove Milosevic ha rinunciato, sapendo molto bene che per Croazia la confederazione sarebbe stata solo una breve sosta verso la indipendenza)? Siccome, nel stato stabile, non scoppiano i problemi, vengono attenuati almeno. >per quanto le > amministrazioni coloniali in Bosnia e Kosovo stanno peggiorando e non > migliorando la situazione, e agli "investitori esteri" spesso faccia > comodo pescare nel torbido (mica sempre pero', perfino loro ci si > spaccano le gambe). E se gli si spaccano, significa che erano consapevoli dei problemi che li aspettavano, e probabilmente hanno incorporato il fattore rischio del business. Anche in una Slovenia nei anni 93-94- piaceva molto ai investitori esteri, trovare i partner più velocemente, magari nella figura di qualche direttore di azienda, che talvolta si assumeva il compito di portare la impresa verso l'impoverimento al più presto possibile. Però, perdono tutti, soprattutto la parte che eternamente deve nascondere lo stato delle mutande. Anche i poteri del 'Occidente sembra che abbiano inghiottito il manico della scopa, hanno capito. E nel vs. paese, avete i stipendi più/o meno congelati, dal 92. Noi abbiamo capito quasi tutti molto bene, per quanto riguarda la parte subconscia e mentre sono nel corso le denazificazioni dovute (da tutte le parti non ancora) questa esperienza, mi auguro, non la riscriveremo ogni 50 anni. > Un aiuto serio alla gente di la' sarebbe un trasferimento di >esperienze > di organizzazione sindacale seria, un sostegno a capire i meccanismi >di > quel che sta succedendo e idee su come battersi per i proprio >diritti. Giusto. Per sostenere un sindacato nel ex-Jugoslavija, non servono tanti soldi. Il RSU dei sindacati italiani già sta facendo una bella cosa, nel limite possibile, donando aiuti, con i risparmi dagli operai italiani. E creano i legami, incorraggiano, istruiscono. Dk ========= Nel Sarajevo, anni '50... fochista Camil Kurtovic, partiggiano di una volta, con la moglie Shaha e due figlie di ettà scolastica, vive in un appartamento piccolo, e sogna uno grande e migliore. Dice al giornalista: - Quando vogliamo sentire su quanto stiamo bene, accendiamo la radio. =========
- References:
- Una storia da fantascienza - "Oslobodenje"
- From: Paola Lucchesi <paola.lucchesi at mail.inet.it>
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