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Re: War Whirlwind in the Peace Oasis? - AIM Skopje
- Subject: Re: War Whirlwind in the Peace Oasis? - AIM Skopje
- From: "Dk" <dragomir_k at libero.it>
- Date: Tue, 27 Mar 2001 18:11:02 +0200
- Priority: normal
On 20 Mar 2001, at 17:04, Paola Lucchesi wrote: -- Sono definitivamente convinto delle due casualità: 1. lo scoglimento voluto e forzato, della RFSJ, dal esterno. 2. la legitima difesa del popolo più sparso nel territorio, a mezzo uso ed abuso dell'esercito, il rifiuto ad aderire al programma di Ante Markovic, che, tra l'altro, ha portato il paese verso la rovina, extra- velocemente. Il rifiuto di permettere la spaccatura del paese, che lasciva spazio al fascismo oggettivo della Croazia nei confronti dell popolo costitutivo serbo. Sono stato il grandissimo accusatore dei crimini della parte che ha avuto per un periodo, la potenza più grande, ma non dimenticavo degli altri. Ora, quando metto tutto sulla bilancia della "storia", non trovo le scuse per nessuno naturalmente, neanche giustifico, ma tendo di misurare le vere deformazioni politiche e spostamenti storici delle popolazioni, dove trovo che una parte perdeva continuamente il legittimo habitat. E' logico questo che lo perda? > Credo che una volta di piu' non abbiano capito cosa sta accadendo. Perchè non considerano i Balcani come parte dell' Europa, nonostante che i paesi balcanici sono stati aperti verso "Europa" molto di più di occidentali verso di loro. Open society- siamo sempre noi stati più "open". > Non a caso, Markovic. [...] Devo dire che tutti quelle idee sulla zona danubiana, nel ambito della idea delle regionalisazione che era in moda in quel periodo - erano già alora, le idee periferiche e facoltative; "poesia politica", - nella corrente più dura di punizione di un stato socialista. Markovic, dirrei era in poltrona del premier per alcuni anni. Risultati della sua politica economica sono noti. Personalmente, ho ammirato in quel periodo tutte le idee che portavano verso la integrazione europea del RSFY, ma il problema fondamentale era che le reppubliche jugoslave non volevano entrare in Europa, _unite_ - mentre i piani della disintegrazione erano già evidenti. (Lasciamo stare a parte i meeting del pane e sale - portati dalla Serbia fino alla Lubliana, e altre grotesche. O le lettere delle imprese serbe alle slovene, per chiedergli di dichiararsi, o le scoperte e le pettegolezze a Belgrado se usavi la carta igienica slovena). In fine, la politica del A. Markovic, per quelli che _sapevano le vere informazioni e motivi_, era gemellata con il programma del suo amico Tudjman, per non dire altro ancora. Politica del drennagio del bilancio finanziario con l'estero, indirizzamento degli fondi verso alcune republiche, tolleranza di mancato versamento degli tributi nella cassa federale. La famosa prima tranche di 650 millioni di dollari, mai arrivata di FMI, era solo una finta. > Ovvero, non che sia completamente una favola, la Macedonia > effettivamente non e' saltata in aria (secondo un interessante > commentatore di The Guardian, che mando in un altro messaggio, Neanch'io non credevo, come molti, che la Bosnia avrebbe saltato, neanche durante e dopo i primi spari sulla folla, dalle colline circostanti. Ora si vedrà verso quale direzione si può andare, nella Macedonia, mentre fortunatamente sembra che ci siano gli interessi di tutti che la situazione non precipitasse di più. Non c'è più il vile Zimmerman e Clinton, di annegare il Piano di Lisabona, o piano di Vance- Oven. A parte, ora è emerso il Sir Oven (anche lui piaceva alle donne) con il piano del nuovo "Congresso di Berlino" per aprire la lobbying per una Albania 2,5X più grande rispetto d'oggi, mentre la Republika Srpska andrebba alla Serbia, e chi sà che cosa ancora: Hezeg-Bosna alla Croazia, mentre Macedonia diventa un minuscolo corridoio nella valle del BapJIapot. Washington aveva perfino addestrato alcuni gruppi ribelli albanesi, nel 1998-99. > >Però, qui si tratta che i banditi, narcotraficanti e > >molestatori si sono impossesati del potere, e non la gente normale e > >pacifica. > E' successo in tutti i paesi dove e' passata la guerra. Purtroppo "pace > non significa assenza di guerra", vecchio ma sempre corretto slogan del > movimento pacifista, giusto? Non dirrei, qui si è cresciuto sulle attività in nero, anche durante e dopo la ingombrante politica SFRJ nei confronti delle zone autonome sottosviluppati. Pace proprio dovrebbe significare "l'assenza della guerra". Pacifisti sono troppo realisti. > La crisi in Macedonia e' soprattutto economica, e sociale. Non si puo' > abbandonare un paese in quel modo, lasciarlo andare a rotoli, e > attendersi che non succedano guai. Esato. > Naaaah, insisto (sempre secondo la mia umile opinione personale), che > queste teorie della congiura scientificamente e perfettamente > organizzata sono puro romanticismo. Se omettiamo le parole "scientificamente e perfettamente" e "romanticismo" - concordo per il resto. :o) Cordiali saluti, Dk
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